Il Manifesto dei Cristianisti
 


Un "Manifesto dei cristianisti" - per la guerra, contro la salvaguardia dell'ambiente, per il capitale senza limiti. E alle spalle, una serie di foundation statunitensi, una sola delle quali ha sborsato finora quasi 150 milioni di dollari per produrre ideologia. Un ringraziamento a Valerio Evangelisti che mi ha segnalato per primo l'esistenza del "Manifesto".

Si consiglia anche la lettura degli articoli Le saponette dell'impero, La deriva neoconservatrice della destra cattolica, Meeting dell'americanizzazione e - per gli amanti delle letture difficili, Etica ed economia: una critica radicale a Michael Novak e ai teocon.

Miguel Martinez   

1 dicembre 2002   




Es tanto, tanta
tumba, tanto martirio, tanto
galope de bestias en las estrellas!

Nada, ni la victoria
borrará el agujero terrible de la sangre:

nada ni el mar, ni el paso
de arena y tiempo, ni el geranio ardendo
sobre la sepultura.

Pablo Neruda, Tierras ofendidas




Cristianista” è un geniale neologismo, coniato da Lucio Brunelli per indicare chi usa la religione cattolica a fini politici. I “cristianisti” sono una nebulosa di autori, politici, giornalisti, accademici e preti per cui il cristianesimo è innanzitutto una scelta politica militante: contro “l’Oriente” – cioè islam e comunismo; a sostegno della politica economica e militare degli Stati Uniti; per la società imprenditoriale e per un “Occidente” non molto ben definito, ma ottimamente armato e con il diritto di aggredire chiunque, ovunque e in qualunque momento. Abbiamo scelto il termine “nebulosa” perché parliamo di persone diverse, adulti e consenzienti, che – per un insieme di formazione personale e di interesse politico – condividono alcuni punti fondamentali.

I cristianisti hanno spesso problemi con la Chiesa territoriale dei vescovi; essi tendono piuttosto a legarsi ad alcuni potenti movimenti non territoriali, come Alleanza Cattolica, Opus Dei, Comunione e Liberazione e i Legionari di Cristo. Si tratta di gruppi molto diversi, che però negli ultimi anni si sono avvicinati sempre di più tra di loro nel sostenere un’ideologia occidentalista. E a modo suo ecumenica: per un cristianista, è certamente più “fratello” un telepredicatore evangelico americano che un cattolico palestinese di Betlemme. E infatti, come vedremo alla fine di questo articolo, il mondo cristianista interagisce proficuamente con un altro mondo: quello delle potenti foundation statunitensi, una sola delle quali ha finora speso quasi 150 milioni di dollari per vendere al mondo le idee più utili per il trionfo di ciò che qualcuno chiama il turbocapitalismo.

Il vergognoso ruolo reale che i cristianisti giocano, come complici di azioni, disegni e interessi che nulla hanno a che vedere con Cristo, risulterebbe insopportabile anche a loro stessi se non venisse mascherato. Il cristianista può sostenere di non essere una semplice pedina del dominio delle multinazionali: per carità, lui sogna piuttosto a un mondo in cui contadini e cavalieri pregano insieme nelle cattedrali costruite da artigiani dotati di autentica fede. Non bisogna però prenderli alla lettera e cadere nella trappola di accusare i cristianisti di essere “medievali” o di voler ripetere l'impresa di Lepanto: dobbiamo piuttosto cercare di capire l’uso che fanno di questo regno immaginario, la “Cristianità”. Che diventa a sua volta arma di ricatto, almeno verso i cattolici conservatori in buona fede: se tu ti opponi agli interessi concreti dei dominatori, diventi addirittura nemico del Vero, del Bello e del Buono. Se la notte il cristianista sogna la cavalleria di San Bernardo, di giorno però applaude i bombardieri B-52; ed è di questo che nel Giorno del Giudizio, si può sperare, gli verrà chiesto di rendere conto.




Scacchiera raffigurante la Battaglia di Lepanto dal prezzo di Euro 125 più IVA


Esiste un vero e proprio Manifesto dei Cristianisti. è un testo vecchio di un anno e mezzo, ma sempre attuale: è uscito nel periodo tra gli scontri di Genova e l’11 settembre, per contrastare quei cattolici del Social Forum che sostenevano che vi fosse qualcosa di poco cristiano nella globalizzazione capitalista. Il testo intero del manifesto dei cristianisti si può leggere sul sito della rivista ciellina Tempi. Quello dei cattolici antiglobalisti invece si trova qui.

Le citazioni dal Manifesto dei Cristianisti sono in rosso.

"Noi firmatari di questo manifesto siamo semplici cattolici, non rappresentiamo che noi stessi. Abbiamo deciso di intervenire dopo aver letto con inquietudine il "Manifesto delle associazioni cattoliche ai leaders del G8", sottoscritto da decine di organizzazioni ecclesiastiche."

La finzione anticonformista

Il manifesto reca questo titolo:

“Il manifesto dei cattolici
Non conformatevi!
G8 e Anti G8. Da cristiani a cristiani. Contro il "pensiero unico"”

Visto che il “Manifesto dei cattolici” risponde al “Manifesto delle associazioni cattoliche”, la confusione è facile, quindi parlerò, rispettivamente, del Manifesto dei cristianisti (MdC) e Manifesto dei cattolici no global.

Già il titolo esprime lo stile degli autori. Nel movimento no-global vi possono essere molti tic, poca analisi e molto protagonismo personale. Ma ci vuole una bella dose di malafede per definire “pensiero unico” o “conformismo” il fatto che alcune persone osino criticare il movimento congiunto di tutti i capitali del pianeta e le azioni di una potenza che ha dichiarato Guerra Duratura al resto del pianeta. Fare “l’anticonformista” globalista è coraggioso quanto fare l’anticonformista pubblicitario, quello che veste Armani perché gli altri non hanno i soldi per farlo…

Certo, il bisogno di presentare se stessi come improbabili “anticonformisti” ha le sue motivazioni. Dell’antico modello cristiano, il cristianista conserva l’idea che tutta la storia sia spiegabile come conflitto tra Dio e il demonio (e lui non ha dubbi di trovarsi sempre dalla parte di Dio). Il punto cruciale sta nel fatto che esiste un solo Dio, ma anche un solo demonio. Per questo le cose che piacciono al cristianista – dalla fede al proprio ruolo sociale – devono costituire necessariamente un unico fronte del bene; mentre le cose che non piacciono, dall’omosessualità all’islam, dalle manifestazioni di piazza dei lavoratori all’ecologia, devono anche esse necessariamente rifarsi a un unico fronte del male. A questo si combina da sempre un atteggiamento che potremmo definire di apocalittica urgenza: in ogni momento, siamo in una situazione tragica, la vera fede sta per perire, occorre reagire, mobilitando le energie dei “pochi ma buoni”. Un ottimo alibi – in primis con se stessi - per far finta di non essere semplicemente tra i “tanti e pessimi” che lavorano per il trionfo del mammonismo culturale, economico e politico.

Il MdC, certamente ispirato in questa parte a qualche seguace di Don Giussani, inizia proclamando che un cattolico si deve occupare di religione e non di politica:

Innanzitutto noi crediamo che il primo e fondamentale contributo che i cristiani portano all'umanità, anche per la promozione sociale e civile dei popoli (come dimostra la storia), sia l'annuncio di Gesù Cristo: Dio fatto uomo per sconfiggere il male e dare all'uomo la redenzione e la vita eterna.

Rileviamo invece che le associazioni cattoliche firmatarie del Manifesto [no global] si dilungano a discettare delle materie più varie (dalle percentuali di pil alla proposta di tassare le transazioni valutarie, dal divieto di monopoli nell'editoria agli organismi geneticamente modificati), ma non ritengono di affermare da nessuna parte che Gesù Cristo è l'unico salvatore dell'uomo e che questo annuncio e il loro fondamentale compito.

Impressionante l’ipocrisia di certa gente: tutto il resto del MdC è dedicato a discettare di politica e di economia, tanto da guadagnarsi – come vedremo – la firma di vari laici, tra cui Tullio Regge. Ma lo sappiamo, far finta di non far politica è un vezzo storico delle destra perbene, dove Il Manifesto è condannato come “giornale politico”, mentre il Resto del Carlino, pubblicazione almeno altrettanto faziosa, no.

Il Manifesto dei cristianisti passa a descrivere la vasta costellazione di movimenti che si oppongono alla globalizzazione:

Non a caso, tale movimento è egemonizzato da gruppi che praticano sistematicamente la violenza contro cose e persone (e anche a questo proposito nel documento delle organizzazioni cattoliche si nota un desolante silenzio).

Innanzitutto c’è una fortissima componente marxista (sia pure un marxismo dilettantesco e superficiale) che si esprime come odio ideologico dell'Occidente capitalistico e del libero mercato, considerati come un imperialismo planetario che complotta ai danni dei poveri (dimenticando peraltro che enormi sacche di fame e sottosviluppo sono state lasciate in eredità dai fallimentari sistemi comunisti).

Un marxismo grossolano che riesce perfino a demonizzare oltre alla proprietà e al mercato anche lo sviluppo, la tecnologia e la scienza.

Cosicché va ad incontrare inconsapevolmente ideologie di estrema destra che gia da decenni demonizzano "l'americanizzazione del mondo".

Non voglio affatto difendere il movimento no-global; ma dire che il movimento sarebbe egemonizzato dai violenti è obiettivamente falso. Al momento della pubblicazione del MdC, non era ancora avvenuto l’11 settembre, altrimenti avrebbero certamente aggiunto che il movimento no-global era complice, o magari “egemonizzato” dai “terroristi”.

Da qualche anno, va di moda poi tirare in ballo – come astutamente fa il MdC - l’antiglobalismo di “estrema destra.” Che esiste, ma serve ai cristianisti unicamente per fare il dispetto agli antiglobalisti di sinistra di ribaltare su di loro l’accusa di essere “di destra”. Inventando così di sana pianta un presunto “complotto islamonazicomunista” che ha permesso la creazione di alcune notevoli aberrazioni giornalistiche.

Ma torniamo all’ideologia degli estensori del MdC. Chi ha appena sostenuto che i cattolici devono solo affermare che “Gesù Cristo è l’unico salvatore” senza “discettare di materie varie”, ora si lancia nella difesa di qualcosa che sembra entrarci davvero poco con la salvezza dell’anima. Infatti, il MdC è nato come critica a un altro testo, quindi le sue affermazioni appaiono sotto forma negativa; ma basta volgerle al positivo per vedere che – secondo il metro cristianista - il cattolico dovrebbe sostenere “l'Occidente capitalistico e il libero mercato” e “l’americanizzazione del mondo”. E se è solo “odio ideologico” che può portare qualcuno a criticarli, criticare l’esistente diventa un peccato contro Dio stesso.

“Occidente” è certo uno dei termini più fumosi del vocabolario italiano. Intanto, perché la religione cristiana è nata in Oriente: William Dalrymple, nel suo meraviglioso libro Dalla montagna sacra, ci fa riflettere sul fatto che le antiche comunità cristiane della Siria e dintorni hanno molto di più in comune con l’islam e con il giudaismo tradizionali che con certo cristianesimo “occidentale”: la Damasco musulmana è certamente più “cristiana” in questo senso di quanto non lo sia New York, come ben sanno molti cattolici sapienti, in grado di mantenere rapporti attenti e rispettosi con il mondo islamico.




Stella di Natale: razzi israeliani
sopra la Chiesa della Natività a Betlemme


“Occidente” può significare la cristianità medievale; può significare, al contrario, la rivoluzione francese e la laicità; ma i cristianisti probabilmente intendono soprattutto il processo che nasce con la riforma protestante e la rivoluzione industriale in Inghilterra, che poi conquista il mondo attraverso l’imperialismo dell’Ottocento. Un processo impostosi con cataclismi inimmaginabili, che ha prodotto molte cose nuove, ma ha anche minato alla base tutte le culture tradizionali, tra cui quella cattolica. Come nel proverbio, i cristianisti che di professione si lamentano per i buoi fuggiti sono anche i primi a esaltare chi ha buttato giù le porte della stalla. E forse non è un caso che questi nemici della pornografia votino in massa per uno speculatore che si è arricchito mettendo in mostra le tette delle sue “veline”.



Camerata Madre Terra

Un ecologismo da fanatismo religioso

L' altra componente è un ecologismo radicale che oltre ad essersi dimostrato disastroso e oltre ad alimentare irresponsabilmente fobie collettive, fuori da ogni serio dato scientifico, intende abbattere esplicitamente il fondamento della tradizione giudaico-cristiana, cioè il primato dell'essere umano e la bontà della sua presenza sul pianeta.

Non dovrebbe sfuggire ai cristiani quanto sia pericolosa la concezione pagana e panteista connessa con una simile difesa dell'ambiente. La difesa della "Madre Terra" dall'uomo, ritenuto il cancro del pianeta, e l'adorazione di Gaia sono concezioni che appartengono a un mondo pagano.

Vorremmo ricordare quanto terribile sia stato nel XX secolo il riemergere in ideologie politiche del neopaganesimo ispirato a certe concezioni bio-ecologiche.

Falsare la posizione dell’avversario è da sempre la premessa per demonizzarlo. Infatti, gli ecologisti non parlano affatto della divinità o meno della Madre Terra, ma della pericolosità degli scarichi industriali di alcune grandi imprese. A inquinare non è quell’astrazione che sarebbe “l’uomo”, ma i macchinari delle fabbriche gestite da alcuni appartenenti alla specie umana, come sono altri appartenenti alla stessa specie a subirne le consequenze.

è certo che molte affermazioni degli ecologisti sono semplicemente errate dal punto di vista scientifico. è certo però che ce ne sono altre validissime. Ma qui i cristianisti non rispondono sul piano tecnico. Sostengono che la critica alla pretesa di versare fumi nell’aria senza limiti abbatterebbe “esplicitamente il fondamento della tradizione giudaico-cristiana”.

Ogni fenomeno produce frange pittoresche. Quando, nel mese di novembre del 2002, la magistratura di Cosenza fece arrestare una ventina di “no global”, vi furono diverse manifestazioni; in quella di Roma, in fondo al corteo, si poteva vedere un signore di mezza età che camminava da solo, reggendo acrobaticamente una statuetta di plastica della Madonna, un rosario e vari libri mentre pregava, presumibilmente contro il demonio comunista che conduceva il corteo stesso. Ovviamente non sogneremmo mai di credere che quel signore – nonostante la sua alta visibilità - rappresenti la totalità del cattolicesimo italiano.

Ugualmente, attorno alle problematiche ecologiche si sono anche espressi piccoli gruppi di individui con idee più o meno “pagane” o “panteiste”. Queste persone, a volte rispettabili, a volte folcloristiche, a volte demenziali, comunque sempre prive di qualunque peso concreto, vengono trasformate dagli autori del MdC in un pericolo pari al nazismo.

Diciamo tra parentesi che la tesi secondo cui il nazismo sarebbe in essenza una forma di “neopaganesimo”, anche se appassiona qualche neopagano moderno, ha basi storiche davvero fragili. E se ci vogliamo abbassare anche noi a questo gioco disonesto, possiamo ricordare che il nazismo aveva anche un aspetto tecnocratico non da poco. Ma evidentemente lo scopo dei cristianisti non è di fare storia, ma unicamente di “dare del nazista” al proprio avversario. Il poveretto che obietta al fatto che le industrie statunitensi continuino a scaricare inquinanti senza posa nel suolo del Messico è pure costretto a difendersi dall’accusa di aver messo in piedi quel gioiello di efficienza imprenditoriale che fu Auschwitz.



Il Principe di Questo Mondo e il Dio dei Mercanti

A questo punto, il MdC cambia improvvisamente di tono. Prima, ci si lamentava di come andasse male il mondo, pervaso dal “pensiero unico”. Adesso invece apprendiamo come tutto vada per il meglio: “c’è un progresso innegabile”, affermano gli estensori. è calata la malnutrizione nel mondo, l’età media è salita e così via.

Ora, di chi è il merito? Di quel dio (ci si scusi la minuscola, visto che non siamo affatto sicuri che si tratti della stessa divinità tradizionalmente adorata dai cristiani) che ama e benedice i mercanti e i loro affari:

Di fatto i paesi che sono più aperti al commercio hanno una crescita più rapida di quelli che non lo sono.

Il merito di ogni progresso, apprendiamo, è esclusivamente dell’apertura al mercato globale. L’affermazione è certamente discutibile; ma ciò che è interessante è che questo elogio al miracoloso potere del flusso dei capitali che rende questo il migliore dei mondi possibili compare in un “manifesto dei cattolici”, che si lamenta della mancanza di valori cristiani, e anzi se la prende con il “mondo di oggi”. Con una faccia tosta non da poco, il MdC ruba il suo stesso titolo da San Paolo, o meglio dalla citazione che ne fa un teologo cecoslovacco per criticare i cattolici “progressisti”:

Fratelli, voi avete la presunzione di servire alla costruzione del Regno di Dio, assumendo quanto più possibile dal cosiddetto mondo d'oggi: i suoi modi di vita, il suo linguaggio, i suoi slogans, il suo modo di pensare.

Riflettete, vi prego: che vuol dire simpatizzare con il mondo d'oggi? Significa, forse, che bisogna lentamente vanificarsi in esso? Sembra purtroppo che vi muoviate proprio in questa direzione "Fratelli - ammoniva san Paolo nella lettera ai Romani (12,2) - non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi, rinnovando la vostra mente".

Ma lo scopo dei cristianisti è chiaro. Non si tratta solo di “conformarsi”; si tratta di esaltare attivamente i “modi di vita” il “linguaggio” e la “mentalità di questo secolo”. Ossia di assumere ancora una volta, rispetto al nuovo Costantino americano, l’antico ruolo di garanti morali del potere.

Eppure il modo in cui oggi si discute di fame, processi economici e difesa dell'ambiente mette sul banco degli imputati i Paesi e gli uomini che hanno favorito lo straordinario progresso di questi decenni. Bastano poche voci confuse, argomentazioni pseudo-scientifiche, e tanta ideologia basata sulla lotta di classe per criminalizzare intere categorie sociali e diffondere pena e panico sul futuro.

Solo “voci confuse” possono diffamare quei “Paesi e uomini” che hanno regalato al mondo il mercato globale.

I parametri culturali entro i quali sono stati collocati i problemi di sottosviluppo e ambientali risentono di una visione del mondo in cui le popolazioni ricche vengono accusate di sfruttare i poveri ed il progresso scientifico e tecnologico viene contrapposto alla conservazione dell'ambiente. Sembra quasi che eliminando le economie sviluppate si vincerà la povertà e che tutto ciò che e umano, scientifico e tecnologico rovini il pianeta. Così, in nome di una presunta difesa dei poveri e dell'ambiente sono state scatenate vere e proprie azioni di guerriglia urbana, uomini sono stati feriti, si sono devastate città.

Il teppismo di pochi diventa la “devastazione di città”: giusta la condanna, ma il MdC tace su altre città devastate a Panama, in Iraq, in Somalia, durante la guerra del Kosovo. Non da quattro esaltati che almeno rischiavano in prima persona, ma da professionisti dell’omicidio che rischiano solo la promozione.

Fino a prova contraria è vero che la democrazia politica è compatibile solo con un'economia di mercato. L'unione di capitalismo e democrazia non porterà il Regno dei Cieli sulla Terra; ma, per liberare i poveri dalla miseria e dalla tirannia e per dar spazio alla loro creatività, il capitalismo e la democrazia possono fare molto di più di quanto sia in potere di tutte le altre alternative esistenti.

L’argomentazione c’entra ben poco con il Regno dei Cieli invocato all’inizio del Manifesto. Coincide invece in maniera non casuale con l’immagine che gli Stati Uniti cercano di dare delle loro guerre dopo il Vietnam. Che sono “guerre per diffondere la democrazia” anche quando si tratta di salvare l’emiro del Kuwait, di sostenere i golpisti in Venezuela o in Pakistan, di sfruttare le tribù tagiche contro le tribù pashtun o di preparare il colpo di mano che garantirà alle ditte texane il petrolio della Mesopotamia.



I cristianisti

Vale la pena dare un’occhiata ai nomi di alcuni firmatari del MdC, perché costituiscono una sorta di guida al mondo cristianista, ma anche ai suoi poco noti alleati in altri settori. Quando “annunciare Gesù Cristo” vuol dire esaltare il flusso del capitale, si può diventare sorprendentemente ecumenici.

In base a una limitata ricerca su Internet, affiancheremo una piccola nota ad alcuni nomi. C’è ovviamente tanto da aggiungere, con l’aiuto dei lettori e con il tempo. Non esiste nulla di irrevocabile qui: alcuni riferimenti possono anche essere errati e saremo felici in tal caso di correggerli. Soprattutto, l’inclusione in questa lista non deve essere vista come prova della partecipazione a qualche “complotto”: tra gli stessi firmatari ce ne sono certamente molti che aderiscono solo ad alcuni punti esposti nel MdC. Si tratta comunque di persone che hanno scelto di rendere pubblici i loro nomi e non crediamo quindi di fare loro alcun torto riprendendo questa lista che è già disponibile in rete.

Mentre nel testo originale, i nomi sono in ordine alfabetico, abbiamo pensato invece di metterli in un ordine (ovviamente arbitrario) di importanza, e abbiamo aggiunto ai nomi dei “primi firmatari” anche alcuni nomi dei molti altri firmatari.

I firmatari sembrano appartenere, almeno in parte, ad alcuni blocchi. Un primo gruppo è costituito dagli “americani”: Novak, Sirico, Felice, Pelanda. Un secondo gruppo è costituito dai ciellini: Amiconi, Casadei, Gelain, Socci, Ronza, Casotto, Sancito. Poi troviamo ; un altro gruppo è costituito dai militanti di Alleanza Cattolica: Cantoni, Formicola, Respinti, Tangheroni, Guerra; un altro gruppo ancora, da alcuni scienziati per nulla cristiani, che però si oppongono all’ecologismo.



  • Michael Novak

    L’American Enterprise Institute (AEI) è la gigantesca fabbrica che produce ideologia “neoconservatrice” in tutto il mondo: il petroliere e committente di opere pubbliche/militari Dick Cheney, oltre a essere vicepresidente degli Stati Uniti, è anche il vicepresidente di questa organizzazione. Gli italiani possono essere incuriositi dal fatto che sia stato presso la sua sede che Oriana Fallaci fece la sua unica comparsa in pubblico, nell’ottobre del 2002. Chi segue questo sito si ricorderà di Cheney anche in un altro contesto, come committente di un documento a dir poco preoccupante redatto dal Project for the New American Century.

    Nell'AEI, Michael Novak dirige la sezione su “Religione, filosofia e politica pubblica” e il Dipartimento di scienze sociali dell’American Enterprise Institute, un’attività che gli ha fruttato finora donativi per un importo pari a 1,381,887 dollari da parte di varie fondazioni, allo scopo di sviluppare una teologia cattolica del capitalismo e per inquadrare la ribellione allo sfruttamento nel primo dei peccati: "L’invidia non si presenta mai per quello che è; piuttosto, si nasconde dietro nomi come uguaglianza, equità e persino (ahimè) giustizia sociale”.(1)

    Michael Novak è legato anche alla Fondazione Res Publica, il think tank berlusconiano cui appartengono personaggi come Giuliano Urbani, Massimo Introvigne, Vittorio Mathieu, Giulio Tremonti, Silvio Beretta e altri.

    Novak è membro del "comitato scientifico" della Fondazione Liberal, il think tank della destra italiana di cui fanno parte anche Carlo Azeglio Ciampi, Mino Martinazzoli, Antonio Baldassarre, Ferdinando Adornato, Franco Debenedetti, Ernesto Galli della Loggia, Domenico Fisichella, Franco Frattini, Marcello Pera, Giulio Tremonti, Antonio Martino, Antonio Marzano, Giuliano Urbani, Oscar Giannino (sempre presente alle trasmissioni di Socci), Paolo Guzzanti, Giovanni Minoli, Marcello Veneziani e Angelo Panebianco.

    Non basta. Troviamo Novak anche nel "Comitato scientifico" della Fondazione Ideazione, presieduta da Domenico Mennitti, assieme a Vittorio Mathieu, Maurizio Belpietro, Giuliano Ferrara, Francis Fukuyama, Paolo Guzzanti, Massimo Teodori e altri.

  • Padre Roberto Sirico

    Padre Roberto Sirico è il presidente dell'Acton Institute for the study of Religion and Liberty con sede nel Michigan. In nome del "personalismo" (un termine che non ha nulla a che vedere con il personalismo di Emmanuel Mounier), questo organismo mette in pratica la teologia costruita da Novak. La missione fondamentale dell’Acton Institute è di combattere “il preoccupante pregiudizio del clero contro il ceto imprenditoriale e la libera impresa”, soprattutto organizzando convegni della durata di tre giorni per i seminaristi e gli studenti di teologia per “introdurli alle fondamenta morali ed etiche dell’economia del libero mercato.” Nel maggio del 2003, Padre Sirico è stato invitato come ospite d'onore all'assemblea dei soci della Exxon Mobil, dove ha elogiato "l'eccellente lavoro" della multinazionale nel campo dei "diritti umani" e nel rispetto dell'ambiente.

    Secondo l’indispensabile sito www.mediatransparency.org, tra il 1991 e il 2000, l’Acton Institute ha ricevuto contributi per un ammontare complessivo di $ 2,148,250, dalle grandi fondazioni che finanziano la destra americana.

    è difficile per noi immaginare la potenza di questi organismi.

    Una sola di queste foundation, la Olin - creata da un imprenditore nel campo delle armi da fuoco – ha speso finora quasi 150 milioni di dollari - 148.881.261 per la precisione - nella produzione di ideologia: sono esattamente 150 milioni di dollari in più di quello che abbiamo noi per poter ribattere a ciò che vogliono far pensare al mondo.

    Centocinquanta milioni di dollari per vendere alcuni concetti fondamentali: il dominio globale statunitense; il libero mercato mondiale; la sostituzione dello Stato sociale con lo Stato militare; il capitalismo come valore etico in sé. Sono idee che si riassumono in due slogan, nati da libri che nessuno ha letto ma che tutti conoscono: la fine della storia, che significa che il dominio di questa nuova destra è un destino ineluttabile; e lo scontro delle civiltà che dà il diritto alla nuova destra di sterminare anche fisicamente ogni possibile opposizione. E infatti proprio questi due slogan sono prodotti specifici delle foundation: nel 1988, Allan Bloom, direttore di un centro studi che aveva ricevuto 3,6 milioni di dollari dalla Olin fece tenere una relazione a Francis Fukuyama, sconosciuto funzionario del Dipartimento di Stato, sulla futura vittoria totale dell'Occidente. La relazione fu pubblicata sulla rivista National Interest (che aveva ricevuto un milione di dollari dalla Olin) e commentata da Irving Kristol, il principale coordinatore delle attività politiche di tutte le fondazioni. Kristol fece pubblicare due risposte: una di Bloom e un'altra di Samuel Huntington.(2) 

    Samuel Huntington ha ammassato finora cinque milioni di dollari da varie fondazioni come premio per aver creato la nozione di "scontro di civiltà". E qualcuno si chiede perché ne abbiamo sentito parlare tutti…

  • Flavio Felice

    È il responsabile per l'Italia dell'Acton Institute for the study of Religion and Liberty. Allievo di Rocco Buttiglione, formatosi presso l’American Enterprise Institute, insegna "Dottrine Economiche: Scienza Economica e Dottrina Sociale della Chiesa" alla Pontificia Università Lateranense.

  • Giovanni Palladino

    Presidente del Centro Internazionale don Luigi Sturzo che si “intreccia” – come scrive un simpatizzante - Marco Respinti proprio con le attività dell'Acton Institute e dell'American Enterprise Institute. La Acton Institute, che si autodefinisce un think tank,

    "opera dalla sua fondazione in stretto contatto con i responsabili delle comunità religiose, con le istituzioni universitarie, culturali e imprenditoriali - tanto negli Stati Uniti quanto in Italia e ovunque nel mondo - per promuovere la comprensione dei principi che stanno alla base della libera economia di mercato"
  • Carlo Pelanda

    Tutti i veri cultori del bizzarro in rete dovrebbero dare un'occhiata al sito di questo notevole narcisista. Economista residente a Verona, Pelanda, non solo ha studiato in America (ha firmato un libro di esaltazione del sistema capitalistico assieme a Edward Luttwak e a Giulio Tremonti), ma è anche una figura tipicamente americana nel contesto italiano, con la maniera peculiare in cui combina interessi privati, accademici e militari: esperto di “studi strategici” e “scenari internazionali”, è “consigliere per gli scenari del ministro della Difesa”, membro del “comitato scientifico di Confindustria”, e ha lavorato per il Centro Militare Studi Strategici di Roma. Presidente di qualcosa che si chiama Associazione Nazionale del Buongoverno, vicino al Polo, da buon tecnocrate, è stato però consulente anche per i governi di centro-sinistra. Scrive per Il Foglio e Il Giornale.

  • Luigi Amicone

    Come molti degli altri firmatari, è legato a Comunione e Liberazione, il che non è poco: pensiamo che la Compagnia delle Opere, emanazione di questa organizzazione, ha 32 sedi in 17 regioni, con 15 mila piccole e medie aziende associate. (3) 

    E forse non è un caso che un ciellino storico come Rocco Buttiglione si vanti, sulla sua pagina personale, di essere membro dell’American Enterprise Institute. Evidentemente è passato molto tempo da quando le pubblicazioni di Comunione e Liberazione criticavano l'"americanismo" economico, ideologico e teologico. Anche se non sembra che tutta CL segua questa deriva.

    Amicone opera in tutta un’area di destra che non è solo religiosa: è direttore del settimanale Tempi, collaboratore de Il Foglio ed editorialista de il Giornale oltre a essere responsabile della Editoriale Tempi Duri srl. Quanto sia piccolo e stretto il mondo di ciellini, ultaliberisti e berlusconiani si vede da questo significativo brano:

    “Vittorio Feltri aveva tentato di inserire "Tempi" dentro "il Borghese". Operazione non riuscita per questioni di denari. Adesso, però l'operazione di inserire "Tempi" - periodico assai vicino all'area di Comunione e Liberazione - nel "Giornale" va in porto. Infatti, il settimanale diretto dal Luigi Amicone e diffuso solo nelle edicole milanesi si trasforma in un newsmagazine del quotidiano di Paolo Berlusconi. "Tempi" che vanta un parco firme assai gradite ai lettori del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro (da Gianni Baget Bozzo a Pietrangelo Buttafuoco, da Aldo Brandirali a Filippo Facci, da Mattia Feltri a Stefano Zurlo) dovrebbe andare in edicola con il quotidiano ogni giovedì. E nella redazione del settimanale, in via Canova, arrivano nuovi redattori per affrontare in forze questa nuova avventura editoriale.”

    Notiamo per inciso che Amicone conduce anche una sua personale campagna antislamica, con la scusa - immancabile - degli eventi dell'11 settembre. Ha infatti promosso un “Manifesto cattolici contro il terrorismo” assieme ad Antonio Socci e Antonio Gaspari. Nel 2002, Amicone aggredì pesantemente Franco Cardini, reo di avere scritto un articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno critico dell’intervento americano contro l’Afghanistan. L’impegno per la pace del noto intellettuale cattolico diventa "livore antioccidentale", che Amicone prevedibilmente paragona a quello di presunti terroristi miliardari esuli a Parigi: si tratta sempre del trucco meschino ma funzionale di accusare quelli di sinistra di essere “nazisti”, ma anche quelli di destra – come Cardini – di essere “comunisti”. La replica di Franco Cardini si può leggere in rete.

  • Rodolfo Casadei

    è uno dei redattori di Tempi.

  • Claudio Gelain

    Ciellino, è membro della Commissione Televisione del Club Santa Chiara, un organismo della Compagnia delle Opere.

  • Antonio Socci

    Dopo un'adolescenza in Lotta Continua è diventato ciellino, ha diretto il programma televisivo Excalibur, una trasmissione forse simpatica per la maniera unilaterale in cui presentava i miracoli della Chiesa, ma micidiale per il livore antislamico che diffondeva. Lavora anche per Il Giornale, Il Foglio e Panorama, ed è anche vicedirettore di RaiDue.

    In un'intervista con Il Foglio del 31.07.04, Socci dice di essere uscito definitivamente da Comunione e Liberazione, dopo 27 anni di militanza. Alla domanda, se è passato a far parte dell'Opus Dei, Socci risponde in maniera assai vaga.

  • Robi Ronza

    Portavoce del Meeting di Comunione e Liberazione, è Presidente del Comitato Scientifico del Club Santa Chiara, un organismo della Compagnia delle Opere.

  • Ubaldo Casotto

    Vicedirettore del Foglio. Ciellino, scrive per Tracce – Litterae Communionis, periodico di CL.

  • Samuele Sancito

    Responsabile affari generali di Tempi

  • Gianni Baget Bozzo

    Baget Bozzo ha attirato su di sé una fama di macchietta che fa perdere di vista un fatto importante: lui è un autentico satanista, nel senso che ha costruito un sistema teologico coerente per divinizzare il Principe di questo mondo. Ciò che altrove abbiamo chiamato la Teologia del sangue e dei soldi.

    Nel numero del 10 ottobre del 2002 di Tempi ha scritto un articolo intitolato “Pseudoangeli alla corte di Saddam” che teorizza la necessaria identità tra cristianesimo e azione militare dell’Occidente, contro ciò che lui chiama “i neognostici pacifisti”. Non dubitiamo che qualche giovane cattolico idealista, di quelli che si infiammano al pensiero dei Cristeros o dei "Briganti" del Meridione, possa cascare nella sua retorica della “guerra in difesa della fede”. Ci auguriamo, però, che si renda conto che i guerrieri segnati da Dio, per il prete-satanista, non sono certamente i seguaci di Fra' Diavolo, ma i petrolieri del Texas a cui non si chiede nemmeno di fingersi cattolici. Si noti l’identificazione tra “l’Occidente” e un dio con evidenti limiti geografici, oltre agli immancabili riferimenti al nazismo che costituiscono – come abbiamo visto – una sorta di marchio di fabbrica della produzione cristianista:


    "La guerra in Irak dividerà l’Europa in occidentali ed antioccidentali. Verrà così finalmente allo scoperto il filone neognostico che oggi vive nella Chiesa cattolica e che vede i cristiani come demateriati, pseudoangeli che vivono il bene in una realtà di male, gnostici, appunto. Il male, per i neognostici pacifisti, è la tradizione di duemila anni di Cristianità, che riconosce la legittimità dello Stato perché “porta la spada”, la giusta guerra, la guerra in difesa della fede. Il pacifismo vede un Cristianesimo che rinnega l’ordine naturale e, ad un tempo, la realtà del peccato originale che nella tradizione cattolica fonda appunto la legittimità dell’esercizio della spada.

    Nella Chiesa cattolica penetra il “buonismo” come una categoria anche teologica. I neognostici debbono, come gli antichi gnostici, negare la validità dell’Antico Testamento che dall’Esodo ai Maccabei, è una storia delle guerre di Israele. Vien qui da notare che la lotta contro l’Antico Testamento è una tesi del nazismo per il Cristo ariano. Il leader del protestantesimo liberale, Von Harnack, aveva già scritto che, dopo la prima guerra mondiale, si poteva abolire l’Antico Testamento.

    La guerra americana è una guerra legittima come lo fu l’intervento contro il nazismo, sia essa coperta dalla legalità dell’Onu, o solo mediante il riconoscimento del diritto all’autodifesa che è scritta nello statuto dell’Onu. Il neognosticismo diviene filoislamismo. […]. Separare la causa cattolica dalla causa occidentale oggi nuoce più al Cattolicesimo ridotto in frammenti dalla crisi postconciliare che all’Occidente."






  • Anna Bono

    Docente di Storia e istituzioni dell'Africa all'Università di Torino.





    Anna Bono

    Anna Bono è una delle principali ispiratrici di Italian Honest Reporting, la mailing list sionista che attacca indiscriminatemente e collettivamente "gli arabi". Per i promotori di IHR, Sharon non sbaglia mai, e si leggono a volte critiche piuttosto energiche ai "comunisti" che si anniderebbero tra i dirigenti della comunità ebraica; ma Anna Bono è soprattutto una cristianista militante, impegnata nel dimostrare che il colonialismo fa bene e l'Islam fa male.

    Scrive ad esempio:

    "Nessun bambino afgano o pakistano – ma neanche nigeriano, liberiano, congolese, kenyano - potrebbe inveire contro di noi se dipendesse soltanto dalla sua personale esperienza perché per lui, da quando è nato, Occidente, se significa qualcosa, vuol dire cibo, medicine, quaderni, persone rassicuranti e ben intenzionate…"

    E' un esempio molto significativo della maniera fuorviante di ragionare dei cristianisti: infatti, l'occidentale che passa il suo tempo a chiacchierare con i bambini di un villaggio liberiano, se non è un pedofilo, è quasi certamente una persona "rassicurante e ben intenzionata". Solo che la nostra docente di africanistica dimentica che queste brave persone non sono esattamente rappresentative della media degli occidentali; e che oltre a loro, esistono altri occidentali che magari non hanno mai visto l'Africa, ma che sono in grado di cancellare la Liberia dalla faccia dell'economia mondiale con il clic di un computer o una stretta di mano a un convegno.

    Persona assai duttile, gran parte della produzione letteraria di Anna Bono consiste in diatribe proprio contro quelle persone "rassicuranti e ben intenzionate", cioè ai missionari cattolici, accusati di essere comunisti, terzomondisti, filoislamici e altro. I suoi scritti si possono leggere su Avvenire, Africana, Analisi difesa, Federalismo & Libertà, La Società, Tempi e Ragionpolitica.it, il sito della "struttura formazione Forza Italia". La nostra descrive così, in blocco, Emi, Fesmi e Misna, i portavoce di tutti i 16.000 missionari italiani nel mondo:

    "Senz'ombra di pietà per l'Occidente - Più che all'amore per i poveri sembrano dediti all'odio per i ricchi. Sono alcuni missionari familiari con la carta stampata"
    (2003 - Editoriale Tempi duri s.r.l., Numero: 37)

    Un passatempo che potrebbe sembrare innocuo, se la professoressa Bono non fosse anche membro del Comitato Scientifico, per la "area geostrategica", di qualcosa che si chiama Centro Studi per la Difesa e la Sicurezza (CeSDiS), "nato dall'espressione di un'identica volontà manifestata da alcuni appartenenti al mondo civile e militare."

    [N.d.r.] L'adesione di Anna Bono al manifesto dei cristianisti viene segnalata su Il Quotidiano della Calabria pagina 6, 20 luglio 2001.

  • Giovanni Cantoni

    “Reggente” di Alleanza Cattolica. Gran parte del nostro sito è dedicata a un’analisi delle attività di questa interessante organizzazione, che si autodefinisce la "consorella" italiana di “Tradizione, Famiglia e Proprietà, la confraternita dei latifondisti del caffè brasiliani,

  • condannata nel 1985 dalla conferenza dei vescovi del Brasile.

  • Pietro Cantoni

    Fratello di Giovanni e storico sostenitore di Alleanza Cattolica.

  • Giovanni Formicola

    Militante di Alleanza Cattolica

  • Marco Respinti

    Militante di Alleanza Cattolica. Sul Secolo d'Italia cura la pagina culturale e la rubrica "Il vero conservatore", è redattore del settimanale Tempi e del Domenicale, condirettore di Percorsi di politica, e Senior Fellow presso la Russell Kirk Foundation (Michigan). Egli si lascia definire uno dei "più formidabili intellettuali italiani" e "il più produttivo sostenitore dell'importanza della tradizione conservatrice angloamericana per l'Italia contemporanea".

  • Marco Tangheroni

    Professore dell'Universita di Pisa e responsabile regionale di Alleanza Cattolica, in cui milita dal 1970, morto recentemente.

  • Giulio Dante Guerra

    Militante di Alleanza Cattolica. Ricercatore del Centro Studi sui Materiali Macromolecolari Polifasici e Biocompatibili del CNR, Pisa.

  • Andrea Morigi Scrive articoli paventando la minaccia del “terrorismo islamico” su Libero..

    Su questo sito, ho messo un articolo sul creativo lavoro di Andrea Morigi come giornalista del settimanale neoconservatore, National Review.

  • Paolo De Bei

    Militante di Alleanza Cattolica. E' anche autore di un curioso "Piccolo brevario del Controrivoluzionario".

  • Alessandra Nucci

    Direttore responsabile di Una voce grida!…”, periodico carismatico vicino ad Alleanza Cattolica e al CESNUR.

  • Tullio Regge

    Accanto alla sua firma, compaiono le parole "non sono credente ma concordo con le preoccupazioni esposte nel documento". Il fisico Tullio Regge non è uno stupido. Già eurodeputato (eletto nelle liste del vecchio Partito Comunista), giustamente si dichiara “non credente”. E giustamente dice di “concordare con le preoccupazioni esposte nel documento”. Evidentemente ha colto che il vero senso del documento non è “annunciare Dio fatto uomo”. Come Battaglia e Spezia – altri due firmatari del MdC – ha voluto firmare questo appello soprattutto in funzione antiecologista. Dimenticavamo - Tullio Regge è anche membro del Comitato Scientifico del CIDIS (v. Antonio Gaspari).

  • Franco Battaglia

    Docente all'università Roma Tre e storico antiecologista laico. Collaboratore del Giornale. Membro del Comitato Scientifico del CIDIS (v. Antonio Gaspari).

  • Ugo Spezia

    Ingegnere nucleare e antiecologista laico. È segretario generale del CIDIS (v. Antonio Gaspari).

  • Cesare Cavalleri

    È direttore di Studi cattolici, il mensile dell’Opus Dei, dal 1965. Dallo stesso anno dirige la casa editrice dell’Opus Dei, l’Ares.

  • Giampaolo Barra

    Ha lavorato per tredici anni presso il centro “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. Ha collaborato con Studi Cattolici (la rivista dell’Opus Dei) e con Mondo e Missione. Dirige il Centro Cattolico Il Timone e la rivista Il Timone, il principale riferimento intellettuale del mondo cristianista.

  • Antonio Gaspari

    Insieme a Gianni Fochi, altro firmatario del MdC, ha partecipato come docente in un corso di “Master di Scienze Ambientali”, organizzato presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dei Legionari di Cristo (settembre 2002). Un corso che sembra assai più politico che scientifico; ecco infatti Gaspari che ne spiega le fondamenta:

    “Anche se i giornali italiani non lo hanno scritto chiaramente a  Johannesburg è caduto il muro di Berlino degli ecologisti catastrofisti.

    Non solo Bush gli ha tagliato tutti i fondi, ma finalmente invece di parlare di megaprogetti planetari che servivano solo ad "ingrassare" la burocratica lobby ecologista, stavolta sono stati varati progetti concreti.

    Il problema è ora quello di far emergere un parametro culturale cristiano-ambientalista, alternativo a quello che ha influenzato i mondo negli ultimi trenta anni.

    Per questo motivo l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum insieme al Ministero dell'Ambiente  ha organizzato un Master in Scienze Ambientali.”

    Gaspari è impegnato da anni in una sorta di guerra contro gli ambientalisti. Dirige il notiziario Green Watch News (Qualche citazione tratta da Internet: "Quando l'attenzione per gli animali diventa esagerata" - «Le piogge acide non sono poi così dannose» - "Ecologismo e no global tra mitologia e neopaganesimo - "Noi cattolici abbiamo una visione teocentrica che tende alla verticalità, dove il creato ci è stato messo a disposizione del Signore per curarlo, svilupparlo e governarlo. Mentre il movimento ambientalista ha una visione orizzontale che tende verso il basso, con la tendenza a divinizzare la fauna e la flora.").

    Nell'inestricabile groviglio dei cristianisti, l'Acton Institute presenta Green Watch News come una propria iniziativa. e precisa anche che il bollettino

    "E' edito dalle edizioni 21mo Secolo scienza e tecnologia e gode del sostegno scientifico del CIDIS (CENTRO INTERNAZIONALE per la DOCUMENTAZIONE e l'INFORMAZIONE SCIENTIFICA) e dell'associazione "Galileo 2001, per la libertà e dignità della scienza".
    Scavando un po' più a fondo, troviamo che:

    • Aderiscono a questa cerchia - 21mo Secolo scienza e tecnologia, il CIDIS e Galileo 2001 - proprio i firmatari laici del Manifesto dei cristianisti, come Ugo Spezia, Franco Battaglia, Tullio Regge.

    • Ma la cosa più strana è che l'indirizzo delle edizioni 21mo Secolo scienza e tecnologia, e del CIDIS, è via Piacenza 24, ex-sede del movimento di Lyndon LaRouche, mentre 21mo Secolo scienza e tecnologia fu fino a una decina d'anni fa il nome della rivista larouchiana in Italia.

      Infatti, il movimento di Gaspari è nato proprio nell'ambito del larouchismo. Il larouchismo è un'ideologia alquanto complessa, ma per semplificare possiamo parlare di un umanesimo radicale, che esalta due tratti tipicamente umani, la scienza e la solidarietà, e critica quindi sia l'ecologismo che il neoliberismo. Ultrascientisti ma neoliberisti, Gaspari e una cerchia dei suoi amici riuscirono a impossessarsi della sede e delle testate dell'organizzazione nei primi anni Novanta, con una sorta di golpe interno, probabilmente impeccabile dal punto di vista giuridico, ma alquanto discutibile da quello etico.

    A livello puramente aneddotico, riferiamo che Gaspari ritiene che l’elezione del presidente degli Stati Uniti che ha dichiarato Guerra Duratura contro l’umanità sia stata voluta dalla Madonna. La fonte, per quello che vale, è uno scambio di messaggi sulla mailing list cattolica “difendiamolavita”, dove un intervenuto scrive a proposito di Bush:

    A volte ho la tentazione di considerare la presidenza Bush come voluta dalla Madonna in persona.

    Gli risponde Gaspari:

    Caro David, Lo spero anch'io, e' un uomo straordinario.
    E' la stessa cosa che mi ha detto un importante Vescovo, influente alla CEI ed anche in Curia.
  • Una bestemmia che farebbe certamente arrossire qualunque oste trevigiano.

  • Gianni Fochi

    Insieme a Flavio Felice e Gianni Fochi, altri firmatari del Manifesto dei cristianisti, questo professore della Scuola Normale Superiore di Pisa ha partecipato come docente al corso di “Master di Scienze Ambientali”, di impostazione apertamente anti-ecologista, organizzato presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dei Legionari di Cristo (settembre 2002) (v. Antonio Gaspari).

  • Piero Gheddo

    Autore di libri e in passato direttore di Mondo e Missione, si descrive non solo come "giornalista" ma anche come "missonario PIME". Cosa che fa sorgere però una piccola curiosità. Da un confronto tra Gheddo e Padre Alex Zanotelli, apprendiamo che:

    “Quanto a Zanotelli, ribatte, pacato e tagliente, a padre Gheddo: "Mi spiace che questa polemica sia fra due missionari, anche se padre Gheddo non è mai stato in missione. è quarant’anni che scrive libri, ma rimanendosene in Italia"».

    Aspettiamo conferme: in effetti sul suo curriculum leggiamo solo che ha operato per il Pontificio Istituto Missioni Estere… a Milano. Nulla di male, ovviamente, ma questo fatto potrebbe ridimensionare il suo ruolo di “quello che sa perché c'è stato”. 








    NOTE

    (1): Michael Novak, cit. in Thomas Rourke, A Conscience as Large as the World: Yves Simon versus the Catholic Neoconservatives, Rowman and Littlefield, 1997, p. 242.

    (2): Susan George, "Winning the War of Ideas: Lessons from the Gramscian Right" Dissent, estate 1997.

    (3): Marco Damilano, "Andreotti: il Centro sono io", L'Espresso, 1.03.01.






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