Il curatore di questo sito





Questa pagina è nata grazie a un sottufficiale dell'esercito italiano che mi ha scritto accusandomi di aver offeso i suoi valori, ma facendomi anche partecipe delle sue visioni mistiche. Un personaggio indubbiamente interessante e a mio avviso positivo. Lo cito qui, però, solo perchè mi ha anche accusato di non aver spiegato che cosa si nascondesse dietro il sito Kelebek. Prima che lui mi scrivesse, mi sembrava che ognuno avesse il diritto di prendere le informazioni che si trovano su questo sito per quello che sono, a prescindere dalle mie idee. Ma mi rendo conto, adesso, che è necessario dare qualche chiarimento in più. Quindi scarico su di lui la colpa, se in questo articolo parlo molto di me stesso, o meglio delle idee che ispirano questo sito. D'altronde, su Internet, i siti sono personali, o no?

Trovo spesso nella mia casella di posta elettronica messaggi che mi chiedono, ma chi siete? In genere, chi pone queste domande sta chiedendo in realtà se il sito sia il portavoce del Partito Comunista, del Complotto Islamico Internazionale, della Massoneria Occulta, dell'Ateismo senza Dio, del Politeismo o del Tradizionalismo Cattolico (rigorosamente con le maiuscole).

Non è facile spiegare che la vera risposta alla domanda, chi siete? è semplicemente - Miguel Martinez, nato a Città del Messico, di padre messicano e di madre statunitense.

Questo sito ospita anche numerosi articoli di altre persone, con cui condivido ovviamente qualcosa, mai tutto. Ognuno ha la propria storia, soprattutto in tempi così frammentati e complessi come quelli che stiamo vivendo. Ma per quanto riguarda quello che scrivo io, le idee sono solo le mie, e probabilmente devono molto a fonti assai diverse e a volte contraddittorie.

Da bambino, ho avuto la fortuna di viaggiare molto e di sostenere vivaci discussioni su innumerevoli argomenti, dalla religione alla politica.

Sono cresciuto in Italia, dove ho frequentato il Liceo Classico, tra verbi greci e la scoperta dell'estremismo giovanile.

A vent'anni, sono entrato in un'organizzazione denominata Nuova Acropoli, attiva in una cinquantina di paesi, che voleva dare espressione concreta al sogno della medium russa, Elena Blavatsky, creatrice di una visione del mondo straordinariamente complessa. Cialtroneria, ovviamente, ma del genere più esaltante. Dedicandomi totalmente a Nuova Acropoli, ho prima diretto la sua rivista italiana; poi ho fondato le filiali di Siracusa, Piacenza e Milano. Durante questi anni, sono arrivato al vertice di una gerarchia molto complessa (e, perché no, anche sostanzialmente ridicola). Sebbene l'espressione sia molto carica, mi sembra giusto chiamare Nuova Acropoli una "setta" a causa dell'effetto mortificante che ha sull'intelletto dei suoi membri e la maniera in cui li coinvolge totalmente.

Sono stato il primo "italiano" a essere scelto per fondare una sede in un altro paese. Essendo l'unico membro, non so se fosse un particolare onore trovarmi a essere il "Comandante Nazionale dell'Organizzazione Internazionale Nuova Acropoli Egitto", comunque la Valle del Nilo, nella retorica della setta, era la "sacra terra di Khem". Durante la mia permanenza in Egitto ho avuto una buona occasione per riflettere sull'arroganza, sul razzismo implicito ed esplicito, sulla prosopopea e sulla sopraffazione che erano caratteristiche fondanti dell'organizzazione a cui stavo regalando tutta la mia vita. Nel contempo, ho avuto una prospettiva sconvolgente sull'atteggiamento patologico che l'Occidente ha verso il mondo arabo. Alcuni imparano cosa siano il razzismo, il colonialismo e l'imperialismo ascoltando noiosi seminari tenuti da intellettuali di sinistra. Io l'ho imparato nella vita quotidiana.

E così ho deciso di liberarmene, trovandomi a trentatrè anni senza casa né lavoro né soldi. Nello scegliere la libertà, non ho avuto alcun aiuto esterno, né sul piano psicologico né su quello materiale. Ma proprio per questo posso dire che le mie scelte sono state, per la prima volta, mie. E che la libertà conquistata è un bene straordinario.

Fortunatamente sono riuscito a trovare un lavoro e soprattutto a iscrivermi all'università, dove mi sono laureato in lingue orientali, scegliendo ovviamente l'arabo. Attualmente lavoro come traduttore e consulente per il commercio estero.

Un paio di anni dopo la mia uscita da Nuova Acropoli, esclusivamente a mie spese e su mia iniziativa, ho contattato la stampa per mettere in guardia altri che avrebbero potuto trovarsi nella mia stessa situazione. L'esperienza non è stata per nulla positiva: i media tendono a drammatizzare in maniera estrema, mentre ignorano le questioni davvero importanti. Per questo motivo oggi rinvio chiunque sia interessato alla questione esclusivamente alla mia pagina su Nuova Acropoli. Non aspettatevi le confessioni del Settarolo Pentito.


Paranoie e altro

Ho dedicato gli anni successivi al tentativo di trasformare le mie esperienze in qualcosa di positivo per me e per gli altri. Le mie idee sono in continua trasformazione e non sarebbe nemmeno importante parlarne qui. Comunque, altri mi attribuiranno delle idee se non le spiego prima io: non manca la fantasia a chi mi ha già accusato di essere un agente al soldo del parlamento belga e una pedina in un complotto di "fanatici illuministi", comunisti, fascisti e musulmani.

La paranoia sorge per un motivo molto semplice, e non è certo merito mio. È semplicemente la conseguenza naturale del fatto che il sito non rientra in un preciso contenitore; e quindi si cerca di catalogarlo ugualmente da qualche parte.

I paranoici che si dedicano a studiare il mio sito si possono dividere in diverse categorie, anche se il loro comportamento è piuttosto uniforme. La maggioranza sono di destra, e mi ritengono banalmente un comunista e un amico dei clandestini extracomunitari, degli zingari e dei maruchein. Per questi motivi, un leghista ha anche cercato di distruggere il mio computer con un virus appositamente congegnato.

Ma esistono anche persone che mi ritengono un nemico del cristianesimo e un amico dei satanisti. Un certo Carlo sostiene che io sarei un "professore comunista egiziano che insegna a Bologna che si spaccia per ateo messicano." Sembra pensarla molto diversamente un autoproclamato "Meccanico, Apprendista Stregone e Guardiano dell'Anticristo", che mi definisce un sequestratore di persona al servizio personale del "criminale Biffi", un incomprensibile riferimento al cardinale Giacomo Biffi di Bologna. Anzi, questo ex-militante di Prima Linea mi mette in una lista di "gentaglia ASSASSINA" e di "TERRORISTI CHE STANNO TENTANDO DI ASSALTARE LA NOSTRA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA" (maiuscole nell'originale).

La signora Adriana Bolchini, di professione maga, identifica addirittura il sottoscritto - pallido messicano maschio - con l'onorevole Dacia Valent, donna, nera e friulana:

"Dacia Valent in realtà è Miguel Martinez che si occupa di magia da oltre 20 anni, e che per giunta è stato sempre connivente con il terrorismo, diventato delle brigate rosse e di prima linea, ora riciclatosi in anti-imperialista e dato che io queste cose le conosco, per un incontro sfortunato che ho avuto con una bomba messami dal suo gruppo (quello di Martinez) lui, che è consociato con Dacia Valent, per togliermi credibilità si è inventato una diffamazione a d.o.c."

Non poteva mancare poi qualche aspirante Berija che mi denuncia su newsgroup di estrema sinistra come un infiltrato fascista: per qualcuno, l'etnia di sinistra è una razza pura che non si deve contaminare. Un modo di vedere le cose che somiglia sorprendentemente a quella scritta letta recentemente su una panchina - "Dux Lux - Fascista si nasce".

Su altri newsgroup, un mio vecchio amico, che credevo persona equilibrata, diventato sionista furente, mi attacca incessantemente come antisemita, sotto vari pseudonimi. Sotto quello molto coraggioso di "Lurker", ad esempio, informa obliquamente un tranquillo newsgroup che si occupa di faccende scolastiche che io avrei cercato di mettere "in contatto alcuni ebrei con non precisati 'amici'", qualunque cosa ciò possa significare. Un altro individuo invece mi definisce "ex-forzanovista", attribuendomi una passata appartenenza, Dio solo sa perché, in uno dei gruppi più antipatici dell'estrema destra; mentre è sempre la signora Bolchini a dire che ho militato sia in Prima Linea che nelle Brigate Rosse.

Nessuno però ha dimostrato più creatività di un ex-mormone diventato massone e musulmano che sostiene che io sarei contemporaneamente un convertito all'islam e un agente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e dell'Opus Dei, infiltrato in un centro cattolico che si occupa di sette, che a sua volta mi avrebbe infiltrato nelle comunità islamiche per conto dei Fratelli Musulmani, dei no global e dei cattolici tradizionalisti lefebvriani; secondo questo geniale artista dell'impossibile, avrei inoltre creato un'intera organizzazione di ebrei pacifisti, mentre facevo da informatore per Amnesty International. Qualcosa che scrive in tedesco sotto il nome di Eussner afferma sul proprio sito, invece, che io avrei scritto un libro sull'11 settembre, assieme a Chomsky. Magari!

C'è anche chi mi deve sognare la notte. Un certo Michelino o Mickscopa (giuro che non è mio pseudonimo) mi concede l'apoteosi finale:

Ma non è un giudizio bens' un dato di fatto che è Kelebek a far girare il mondo, insieme a pochi altri, del Nazi-Comunismo non solko in Italia, ma addirittura in Europa e anche, figurati, guori Europa.

Ho imparato da tempo a sorridere di accuse del genere. Anche se il mio narcisismo ne potrebbe soffrire, la realtà è molto meno avventurosa, e anche molto meno remunerativa sul piano economico.


Immaginario e potere  

Questo sito si occupa in gran parte dell'immaginario.

Ciò che mi interessa di più è la maniera misteriosa in cui la gente racconta storie e sogna, e il rapporto che c'è tra questo fatto e la violenza e il potere. I miti fondatori, la propaganda, la manipolazione delle attese, delle paure e delle speranze. Al contrario dei marxisti ortodossi - categoria a cui certamente non apparteneva quel fallibile ma grande genio di Karl Marx - non credo che tutto ciò sia semplicemente un sottoprodotto trascurabile della politica e dell'economia. L'immaginario umano è qualcosa di molto complesso e non pretendo affatto di sapere dove affondi le sue radici.

Al contrario però dei conservatori, credo che sia importante cercare di capire ciò che gli stessi sognatori di rado ammettono, anche a se stessi: il modo in cui utilizzano i loro sogni, e il modo in cui i loro sogni vengono utilizzati da altri.

Immaginario, religione, intima spiritualità, superstizione, fanatismo, visione - qualunque nome vogliamo dare a questi aspetti più profondi della nostra esistenza, alcuni decenni fa si pensava che il loro posto sarebbe stato preso da un'era di illuminata ragione, o di grigio razionalismo, secondo il punto di vista dell'osservatore.

Le cose sono andate molto diversamente. L'autentico spirito religioso probabilmente scarseggia come sempre; ma ogni tipo di "ragione", ogni comprensione della storia, ogni capacità di pensiero critico, è stato spazzato via da un incessante flusso di immagini televisive, di slogan, di promesse miracolistiche di ogni sorta. Una società orientata verso i consumi ha inoltre scoperto che la gente preferisce sognare piuttosto che pensare, e ciò apre enormi prospettive di mercato.


I "cristianisti" e la Guerra Infinita

Ciò significa che la politica dell'immaginario è diventata di importanza sempre maggiore. A un livello relativamente sofisticato, abbiamo l'invenzione della nozione dello "scontro di civiltà", che tira fuori il crociato che c'è in ciascuno di noi. Non siamo forse pronti a morire per la "nostra civiltà", ma siamo prontissimi ad applaudire quando i "nostri" mercenari uccidono al posto nostro. Ho documentato qualcosa di questo terribile degrado culturale in una sezione che riguarda il modo in cui alcuni in Italia stanno vivendo la Guerra Infinita. Oggi siamo in grado di capire quanto sia facile la malvagità.

La questione ha un importante aspetto religioso, che credo pochi abbiano approfondito seriamente: l'invenzione di qualcosa che potremmo definire una vera e propria nuova religione. Quella che un commentatore cattolico critico ha chiamato il "cristianismo": i "cristianisti" o "teocon" credono che il cristianesimo, o il "giudeocristianesimo", sia il fondamento dell'Occidente, e che esista un rapporto intimo tra Gesù, il capitalismo e la bomba atomica, tutti in perenne guerra contro le orde oscuro dell'Oriente islamico. I cristianisti credono in un Gesù occidentale, ma non sono affatto necessariamente religiosi e sono sorprendentemente ecumenici. I cristianisti cattolici si sentono benissimo nella compagnia dei telepredicatori evangelici americani o di Ariel Sharon. E ci sono anche non pochi atei che odiano a tal punto gli immigrati di origine islamica da arrivare alla stessa conclusione: Dio forse non esiste, ma le Crociate sono state un'ottima idea. Per adoperare un'immagine tradizionale, questo culto etnocentrico del potere costituisce una perversione della vera religione degna dell'Anticristo.


Le "sette"

Una gran parte del mio sito è dedicata ai cosiddetti "apologeti delle sette", cioè a persone che per vari motivi offrono sostegno di ogni genere a organizzazioni totalitarie che possono essere etichettate come "sette". In realtà dico molto poco a proposito delle "sette" in quanto tali. Comunque, il fatto stesso che metto in discussione gli apologeti delle sette ha fatto ritenere ad alcuni che questo fosse un "sito antisette". Quindi occorre qualche precisazione in merito.

La mia esperienza personale mi ha reso in un certo senso un esperto a proposito di un tipo di situazione in cui il potere e l'immaginario si intrecciano strettamente: le cosiddette "sette". Si tratta di un termine molto elastico e chiunque lo adopera dovrebbe anche presentarne la sua personale definizione. Fondamentalmente, io non mi riferisco a piccoli gruppi di persone che credono a cose strane. Ho ottimi raporti con ufologi, cattolici tradizionalisti considerati scismatici dal Vaticano, satanisti autoproclamati, pagani omosessuali e una vasta gamma di altri improbabili individui che certamente rientrerebbero nella personale "lista delle sette" di qualcun altro. Io adopero il termine per indicare qualunque gruppo - commerciale, politico, terapeutico o religioso - i cui capi fanno di tutto per esercitare il proprio dominio sui seguaci, tramite la manipolazione degli elementi migliori della personalità: l'idealismo, il coraggio, le aspirazioni. Ma la mia non è una semplice posizione "antisette": io credo che i gruppi che definiamo sette abbiano comunque una storia propria, in genere sconosciuta agli stessi seguaci. Il rapporto tra il seduttore - la setta - e la persona sedotta è complesso e tutt'altro che unilaterale. Soprattutto, credo che sia arbitrario separare la violenza settaria da tutte le altre forme di violenza che esistono nella nostra società.

Alcuni sfruttano proprio questo fatto per giustificare le azioni commesse dalle "sette": certo, in quel gruppo si manipolano le persone, si mente, si prende il loro denaro, ma lo fanno anche tante imprese commerciali; le "sette" impongono una rigorosa disciplina, ma lo fanno anche i Marines americani. Per alcuni, questo significa che le "sette" vanno bene. Per me, questo fatto non giustifica le "sette". Piuttosto, getta un'ombra pesante sul mondo degli affari e sui Marines.

Sono quindi particolarmente sensibile alla manipolazione ideologica o religiosa, che stimola e sfrutta l'irrazionale dentro di noi. Allo stesso tempo, però, essendo stato "settario" io stesso, ho un grande rispetto per chiunque faccia scelte stravaganti, estreme, rischiose. Non disprezzo né emargino nessuno -  fanatico religioso, apocalittico, anarchico o razzista che sia. Capire non vuol dire accettare né sostenere, ma anzi cercare di aiutare a cambiare; e forse posso capire certi meccanismi meglio di molti altri semplicemente per averli vissuti direttamente. Per questo motivo ho fatto una scelta che mi è costata moltissimi insulti: quella di permettere a chiunque di ripubblicare i miei articoli, purché ne precisi la fonte. Questo fatto viene ampiamente sfruttato per dimostrare poi che io avrei le stesse idee di chi pubblica i miei testi. Ovviamente scrivo per essere letto, e quindi non intendo impedire che ciò che scrivo venga diffuso. Ovunque e liberamente.

La questione delle "sette", in senso ampio, è anche interessante per un altro motivo. La grande maggioranza dei paesi del mondo viene messa in riga semplicemente con la minaccia dei bombardamenti aerei, ma nell'isola felice del cosiddetto Occidente, di rado si obbligano le persone a fare cose che non desiderano. Piuttosto, si tenta di vendere al pubblico ciò che il pubblico vuole, o meglio di far credere al pubblico di desiderare ciò che gli si vuole vendere. Quindi migliaia e migliaia di imprenditori di ogni sorta si pongono "al servizio dei desideri del cliente", nel contempo manipolandolo. Un esempio piuttosto chiaro è costituito dal collasso del sistema sanitario pubblico, che si basava sull'idea che ognuno avesse diritto a un'assistenza medica di base, fondata su criteri scientifici. A questa idea se ne sostituisce un'altra: tutti hanno il diritto a comprare i servizi medici che desiderano, a patto che possano permetterseli. Questo significa che una larga minoranza della popolazione si lascia convincere a comprare qualunque cosa la faccia credere di "sentirsi meglio". Un vasto mercato per cialtroni di ogni sorta.


L'America

C'è un'accusa che non manca mai: questo sarebbe un sito antiamericano. Un'accusa che unisce i crociati cristianisti, i laici sostenitori di Bush e molti no global, convinti questi ultimi dalla tesi di Toni Negri e Hardt, che gli Stati Uniti siano la scopa di Dio, che spazzerebbe via il vecchiume, preparando il meraviglioso nuovo mondo sognato dagli inguaribili utopisti. Il peggio della destra e il peggio della sinistra dovevano pure ritrovarsi un giorno. Chissà se, magari per una legge di compensazione, si ritroveranno, sul fronte opposto, anche il meglio di entrambi, in nome della decenza umana.

Credo che ci sia una bella differenza tra prendersela collettivamente con i poveracci che subiscono la violenza planetaria, e prendersela con i dominatori; per questo non mi offende l'accusa di essere "antiamericano". Mi fa però sorridere - ecco un mezzo statunitense e mezzo messicano, quindi un americano al cento per cento, che viene accusato di "antiamericanismo" da persone che sanno a stento parlare l'inglese. Inutile, poi, ricordare loro che esiste anche l'America di Neruda, quella sotto il mostruoso muro, uguale a quello di Berlino, che separa la minoranza anglofona dalla maggioranza ispanofona.

Ma proprio perché conosco l'America, mi rendo conto quale terribile minaccia sia implicita nel progetto di dominio mondiale da parte degli Stati Uniti. Conosco la mostruosa congiunzione tra una potenza economica illimitata, un'idea forte e orgogliosa di missione e di dominio, una barbarie culturale e un esercito senza pari. Ci sono stati molti mali nella storia; ma certamente oggi, e con tutto il rispetto e tutto l'affetto per le persone americane che conosco ovviamente meglio dei servili americanofili italiani, in questo momento della storia, e senza cadere in sciocchi complottismi, il primo nemico dell'umanità - e del trinomio platonico del vero, del bello e del buono - è l'oligarchia finanziaria-industriale-militare-ideologica-mediatica che domina gli Stati Uniti d'America, e da lì il mondo intero.

Un'oligarchia che ha ridotto tutto - dall'acqua al sacro - a merce; che ha abolito lo stato di diritto in patria e in tutto il mondo; che si è assunta il diritto di distruggere non solo il Terzo Mondo, ma anche quanto di meglio l'illuminismo, la razionalità e i valori democratici abbiano creato in Occidente.

Per questo motivo, questo sito sostiene il diritto di resistenza dei popoli contro l'Impero, anche quando questa resistenza viene condotta in base a valori e idee che non hanno il timbro di approvazione dell'Occidente. Il combattente iracheno o colombiano ha gli stessi diritti morali che avevano i partigiani italiani. Queste sono le mie idee, che non chiedo di condividere a chiunque usufruisca dei materiali presenti su questo sito.


Un'eroina dei nostri tempi

Non pretendo di avere etichette o soluzioni generali ai problemi dell'umanità. Dai massimi sistemi di Madame Blavatsky, in tutta la loro disumanità, sono arrivato a interessarmi quasi solo di esseri umani reali. Vi è però una lezione importante da imparare. Ogni setta, in modo implicito o esplicito, ritiene che i suoi seguaci siano in qualche modo "speciali". Ora, io non so se "tutti gli esseri umani siano nati uguali" e forse non capisco nemmeno esattamente cosa significhi "uguale". Ma mi rendo conto che nessuno mortale ha il diritto di pretendere di ritenersi superiore agli altri.

Una parte di questo sito è dedicata a una questione che a molti sembrerà lontana da quella delle religioni e delle "sette": la vicenda dei Rom o "zingari" del Kosovo e la loro espulsione dalla terra in cui sono nati. In realtà esiste un rapporto stretto: è difficile immaginare un esempio più estremo di nuda umanità, senza sovrapposizioni ideologiche, costruzioni teoriche o maschere astratte, dei Rom che sono stati cacciati - sotto lo sguardo compiaciuto degli occupanti e tra l'indifferenza totale dei media - dal Kosovo. Ci sarebbero tante ingiustizie e orrori a cui opporsi, ma questo esilio è un orrore che mi sta particolarmente a cuore. Un frammento della terribile violenza globale che viene esercitata nel mondo in questi tempi tenebrosi e terribili.

E per questo dedico, nel bene e nel male, quello che sono riuscito a mettere su questo sito, ad alcune persone. Tra queste, in particolare, a una donna che di Internet si interessa davvero poco. Piena di vita e di gioia e di ironia, avrebbe voluto vivere con leggerezza. Ma soltanto per la sua condizione di Rom, è stata condannata alla guerra, a una fuga straordinaria dalla schiavitù, al terrore, a perdere sei figli, a vivere in clandestinità, a umiliazioni che neanche vi immaginate e a rischiare la vita in ogni momento. Per qualcuno, gli eroi del nostro tempo sono i Marines. Per me, invece, è un onore inatteso che una vera eroina dei nostri tempi mi chiami suo fratello, phral. E conta molto di più di tutti coloro che mi chiamano loro nemico.



Con Remzija, mia sorella Rom



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