Per noi, i titoli sono irrilevanti. Tanto più in una materia difficile da definire come la ricerca sulle cosiddette "sette." Non sono però irrilevanti per il segretario del CESNUR, Massimo Introvigne, che in passato adoperava regolarmente i titoli di "professore" e di "sociologo" - che potrebbe essere un vezzo simpatico - ma soprattutto negava ai "non accademici", tra cui gli stessi ex-membri delle sette, il diritto di intervenire nel dibattito sulle sette per "mancanza di credenziali". Non appena Massimo Introvigne ebbe sentore che volevamo mettere in qualche modo in discussione la validità dei suoi titoli, mandò una lettera minatoria - tra l'altro alla persona sbagliata, Martini, autore di un sito critico su Scientology (evidentemente si era confuso tra "Martini" e "Martínez") - in cui diceva, tra l'altro: Egregio Signor Martini, L'oggetto del contendere era ovviamente inesistente: non avevamo mai usato l'espressione "millantato credito".
Comunque, il messaggio minatorio di Introvigne porta la data del 20 luglio 1998. Da allora Introvigne non ha mai più toccato l'argomento dei suoi titoli. Crediamo al dialogo e non alle denunce; comunque visto che lui ha scelto il piano delle denunce e non del dialogo, ciò evidentemente significa che avevamo ragione.
E bisogna dire che un effetto positivo lo abbiamo ottenuto: da allora, Introvigne ha cominciato davvero a fare un uso più parco e modesto dei suoi titoli (oggi, molto correttamente, si presenta quasi sempre come "Dott." Introvigne).
Noi non abbiamo accusato Massimo Introvigne di incompetenza: di parzialità sì, ma solo in pochi casi di essere poco preparato. Quindi la questione dei titoli potrebbe sembrare irrilevante. Però diventa importante dal momento in cui Introvigne non sostiene (come è nel suo diritto) di essere il portavoce di una corrente di ricercatori che possiamo definire "apologeti"; egli sostiene piuttosto di essere il portavoce di tutto il mondo accademico in materia di sette, in base ai tre giorni di docenza annuale presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma, il centro romano del controverso gruppo dei "Legionari di Cristo".
Quindi diamo un'occhiata a questo suo titolo.
Intanto, sembra che lui da diversi anni non lavori più presso questo Istituto; ma soprattutto è stato il portavoce del "Pontificio Ateneo" stesso a farci sapere che non si tratta di un'università. Infatti, il 20 settembre del 1998, ci ha scritto Carlos E. Sotelo Ibarra, L.C. [Legionario di Cristo], nella qualità di studente dell'Ateneo:
Sul vostro sito, voi suggerite che l'Athenaeum Regina Apostolorum non sarebbe riconosciuto dalla Santa Sede. Si tratta a dir poco di un errore. Mentre è vero che l'Ateneo non è una "Università" (per essere qualificato come tale, un centro dovrebbe avere tre o più facoltà), esso è riconosciuto ed elencato dalla Santa Sede tra gli "Atenei Romani" (Cfr. "Annuario Pontificio", 1998, p.1740). Ovviamente, nel presentare questa documentazione, non si intende accusare l'avv. Introvigne di "millantato credito." Miguel Martínez Marzo 2001 |