Etica ed economia
Una critica radicale a Michael Novak e ai teocon

prima parte
 

di Oscar Nuccio



Alla nota introduttiva




1. Omaggio a don Ennio Innocenti

"Etica ed economia" è il titolo del mio intervento, ma dico subito che andrò "fuori tema". Ho accettato di buon grado di intervenire in onore di don Ennio Innocenti, studioso che stimo molto, prendendomi la facoltà di parlare di quello che so e quindi di non cimentarmi con argomenti che conosco superficialmente perché non me ne sono occupato ritenendoli frutto di mode e di ideologie. In sostanza, sono convinto che l'accoppiata dei due termini "etica ed economia", della quale quotidianamente si fa uso ed abuso, può servire, al filosofo, al sociologo, al giornalista, al predicatore, al politico, ma non già all'economista che sia veramente tale. Voglio ricordare che Alfred Marshall, il grande studioso inglese, eliminò il tradizionale aggettivo "politica" che da tempo accompagnava il termine "economia" e preferì servirsi della parola "economics". La "economics" è complesso di tecniche (storiche, statistiche, teoriche), di espedienti analitici; la signora Robinson ha definito la teoria economica "una cassetta di strumenti". Accanto alla "economica" vi sono altri campi, quello della filosofia, ma dobbiamo essere prudenti nel sostenere che questa abbia influenzato in modo decisivo quella. Ha scritto Joseph Alois Schumpeter che persino "quegli economisti che professarono concezioni filosofiche ben definite - come Locke, Hume, Quesnay, e soprattutto Marx - in realtà non ne subirono l'influenza quando svolsero il loro lavoro di analisi".

Faccio un esempio: la legge della utilità decrescente o quella del livellamento delle utilità marginali non sono influenzate da alcun principio filosofico o etico; e così la legge impropriamente chiamata di Gresham - che io ho chiamato di Copernico - la quale enuncia che la moneta cattiva caccia la buona - non ha nulla da spartire con ideologie e filosofie.

In breve, perché il tempo stringe, occorre stare attenti a definire l'oggetto di cui si parla e non confonderlo con altri oggetti: non confondere, cioè l'economia (come analisi economica) con la politica economica o la sociologia economica; non confondere, cioè, la "scienza" con l'"arte" [per dirla con i termini usati da John Stuart Mill e da altri economisti dell'800].

L'"arte" o, fuor di metafora, la politica economica, la sociologia, l'etica, la "economia" aggettivata (politica, sociale, civile, sostenibile, ecc.) è sempre, o quasi, frutto della ideologia. Prendiamo il caso della neonata "economia civile", da me denunciato nel libro Falsi e luoghi comuni della storia. Le Onlus sono di recente costituzione, ma occorreva dare a queste una origine antica e cattolica. La si è fatta spuntare (dal professore Stefano Zamagni, personaggio del gotha cattolico) artificiosamente, con maldestro gioco di prestigio, da una celebre omelia di s. Bernardino da Siena.

Ma si è fatto e si fa di peggio. Il frate francescano senese ed i suoi confratelli vengono iscritti all'anagrafe della storia (ideologizzata) come "padri dello spirito capitalistico". E coloro che operano tale falsa attribuzione di paternità ricevono credito ed onori nell'accademia dei "mandarini" (termine usato da Indro Montanelli per indicare i "baroni" universitari). Con vistose manipolazioni delle dottrine e dei documenti essi hanno l'arroganza di sostituire i calvinisti di Max Weber, nell'opera di gestazione del capitalismo, con i pii figli di s. Francesco. Incredibilmente grottesco, ma vero. Come grottesco è il diffuso e radicato binomio "capitalismo e cristianesimo" che ha in Michael Novak il suo artefice e le cui manipolazioni storiche e sociologiche trovano, purtroppo, accoglienza in Italia anche, per non dire soprattutto, nel mondo cattolico, fatta qualche onorevole eccezione. Eccezione onorevole è don Ennio Innocenti che con serie argomentazioni dottrinali ha respinto gli artifici del sociologo americano. Il nostro amico sacerdote ha scritto altre pagine egregie su questioni politico-economiche. Fra l'altro, si è occupato di temi monetari e di capitalismo connesso al liberalismo.


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