Tradizioni del caffé, famiglie fasulle e sacrosanta proprietà. Di Franco Morelli. Orion, Anno VI, n.
3, marzo 1997.
Su Orion, novembre 1996, Massimo Maraviglia, che si definisce un paio di volte cattolico, se la prende con un articolo che ho scritto su Orion di giugno in cui svelavo qualche aspetto di un curioso gruppuscolo romano. Non posso rispondere a Maraviglia, perché già dal titolo ("Vietato deviare: la lotta alla 'devianza' religiosa come anticamera di un nuovo totalitarismo") egli mi accusa di cose che non ho mai scritto e nemmeno pensato. Fondamentalmente, secondo lui, vorrei il carcere per i devianti "religiosi". Ho dubbi sul carcere persino per gli assassini. La mia esperienza in una setta mi porta ad essere dalla parte dei devianti più sfigati e migliori, quelli che si trovano a prendere i calci in fondo alle scale gerarchiche. Maraviglia rilegga il mio articolo e mi faccia una critica un po' più pertinente.
Ma stiamo discutendo di un dettaglio, mentre un abisso ci separa. Questo abisso non è costituito dal cattolicesimo di Maraviglia, che non mi interessa. E' costituito dalla sua adesione alla linea di Alleanza Cattolica, che si riflette in tutto quello che dice. Io ho un vantaggio su di lui - non sono
il portavoce di nessuno, mentre egli lo è. E' costretto a fare di
me un "giacobino totalitario" (come dice lui) perché Alleanza Cattolica
vede giacobini totalitari dappertutto. E li vede perché li vedeva
il maestro dell'organizzazione, il brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira,
fondatore di "Tradizione, Famiglia, Proprietà" (TFP), una struttura
dedita a trovare motivi teologici per non spartire i latifondi tra i signori
di Sao Paulo e i loro braccianti.
Così parla la rivista ufficiale di Alleanza Cattolica. Il pensiero di Don Plinio viene riassunto
così dal cardinale Bernardino Echevarria Ruiz sempre su Cristianità
(gennaio 1996, p. 17):
Non è facile sciogliere il nodo del rapporto tra la TFP, Alleanza Cattolica, il Centro Lepanto e una costellazione di altri gruppi (anche perché nessun militante di queste organizzazioni lo spiegherà in maniera onesta). E' comunque certo che a livello ideologico costituiscono un'unica entità: sono tutti plinisti. Una stellina della costellazione è il "Comitato Principe Eugenio" che tra parentesi si definisce così: "Comitato per la salvaguardia della Cattolicità italiana e contro l'islamizzazione e l'espianto dei popoli". Questo gruppo ha distribuito un paio di anni fa un volantino a Verona affermando che gli eccidi algerini potrebbero "domani ripetersi in Italia e a Verona, novella Bosnia, se si lasceranno fare i teorici della società multireligiosa", e chiedendo di "rivedere in senso restrittivo la legge Martelli".
Caffé, sangue blu e un Gesù in automobile "Le 'élite' brasiliane nel ciclo socio-economico del caffé" (vedere Cristianità n. 230-231, giu-lu 1994, p. 15), è un frammento di una più vasta opera di Plinio denominata "Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà romana": "analoghe" si riferisce al fatto che se i signorotti brasiliani non avevano molto sangue blu, avevano almeno un sacco di ettari di terreno per soddisfare i consumatori di Londra prima e di New York poi. Il caffé... "La valle del fiume Paraiba si trasformò nella zona più ricca del paese, ma venne rapidamente distrutta da questa pianta caduca che, coltivata con un sistema barbarico, si lasciava alle spalle boschi distrutti, riserve naturali esaurite e il decadimento generale" (Galeano, p. 131). Non voglio qui entrare negli aspetti più bizzarri di Plinio - la sua pretesa di avere doti profetiche, o l'inno che fece comporre in onore di sua madre, paragonata alla Madonna. Tutto questo, e molto di più, lo potrete trovare sul documentatissimo opuscolo dei lefevriani, "Tradizione Famiglia e Proprietà: associazione cattolica o setta millenarista?" che potete richiedere al Priorato Madonna di Loreto (Via Mavoncello 25 - 47037 Spadarolo di Rimini, tel. e fax 0541/727767-728335). Ma certo un quadro del personaggio risalta
da un episodio narrato senza un filo di umorismo su Cristianità:
Una sorta di piccolo Gesù con la foto della mamma su una croce automobilistica.
Autos de fe e la sterminatrice delle eresie Il sistema di Plinio emerge in maniera chiara dal suo testo "la devozione mariana e l'apostolato contro-rivoluzionario" (Cristianità 247-248, ripreso dalle varie edizioni della prefazione delle edizioni argentine di "Revolucion y Contra-Revolucion", 1970 e 1992). Egli prende spunto da un certo Louis Grignion de Montfort, che nel '700 faceva "magnifici autos de fe contro l'immoralità", cioè bruciava libri, non potendo più dare alle fiamme donnette isteriche. Dio ha voluto un mondo di disuguaglianze, ma Satana tenta "l'uomo impuro" a ribellarsi. Mentre sulla terra i braccianti (o gli
schiavi - il Brasile abolì la schiavitù esattamente trent'anni
dopo l'impero ottomano) e le élites del caffé se la battono,
in cielo Satana tifa per i poveri e la Madonna per i ricchi:
Ma a volte i tifosi riescono a far vincere
la squadra del cuore:
Avete presente le parole di Maraviglia
sulla tolleranza? Leggiamo Plinio:
Una teologia chiara: il contadino deve
pagare il tributo al Sior Paron, e se fiata vuol dire che sta con il demonio.
Ora, stare con il demonio vuol dire che passata questa effimera vita uno
se ne andrà per un tempo letteralmente infinito ad arrostire all'Inferno.
O morto di fame in questa vita o napalmizzato nell'altra, insomma.
Molti, molti secoli fa il Concilio di Efeso definì il millenarismo "una deviazione e una favola". Per Plinio invece la fine del mondo o qualcosa di simile è dietro l'angolo. Ci sarà la "Bagarre" (che coincide all'incirca con le fantasie apocalittiche che mandano in delirio i teledevoti dei telepredicatori statunitensi) seguita dal "Grand Retour": Ci sarà una
Torneranno i bei vecchi tempi delle élites
del caffé, e ci sarà un nuovo mondo in cui non ci sarà
più bisogno dei preti:
Questa "unione" si ottiene non facendo
il buon cattolico, ma "consacrandosi alla Madonna come schiavo", cioè
in parole povere alla TFP:
Un'idea di come fossero i bei vecchi tempi
che Plinio sogna ce lo dà Charles Darwin, che nel suo "The Voyage
of the Beagle" racconta:
Un'organizzazione veramente affidabile Per quanto apocalittiche, la TFP e le sue "consorelle", come si autodefinisce Alleanza Cattolica, sono filo-papali, con eccellenti rapporti diplomatici con altre microtirannidi dall'Opus Dei ai Neocatecumenicali. Non solo. Raccontano i cattolico-tradizionalisti
Agnoli e Taufer nel loro libretto "T.F.P. il volto e la maschera" (Edizioni
Adveniat, pp. 81-82):
Paul Weyrich, nel corso del suo intervento, non mancò di esprimere calorose lodi alla TFP, accordando ad essa una lusinghiera fiducia:
Le TFP hanno un debole per il colonialismo.
Ecco come il "Comitato Principe Eugenio", in un suo opuscolo intitolato
"L'immigrazione musulmana: una minaccia crescente per l'Italia e per Verona"
(13 agosto 1994), spiega il recente massacro promosso da americani e francesi
in Africa Centrale:
Studiosi precolombiani, commedie dialettali e altri devianti Le TFP impegnano enormi sforzi contro gente secondo loro "deviante" (per citare dal titolo dell'articolo che Maraviglia mi ha consacrato). Nel 1992, le affiliate TFP veronesi dedicarono un intero anno a perseguitare uno studioso dell'America precolombiana, Franco Venturi. Egli aveva già avuto dissidi con la sinistra per il suo rifiuto di accettare il mito del buon selvaggio e per la sua apoliticità; ma le TFP hanno tappezzato la città, mese dopo mese, di volantini e manifesti in cui lo accusavano di tenere conferenze "in sale del Comune" facendo "apologia di cannibalismo", di "comunismo" e di "guerriglia". Un concerto rock all'Arena di Verona ha offerto a un'altra TFP (i "Gruppi di Famiglie Cattoliche") l'occasione di distribuire un volantino in cui dicevano, non che i decibel potevano rovinare il monumento, ma che "i rockettari spalancherebbero i cancelli dell'anfiteatro alle assemblee politiche, ai famigerati raduni parrocchian-comunisti dei cosiddetti costruttori di pace, patrocinati dai cristomarxisti" eccetera eccetera. A proposito di inquisizione, sempre i "Gruppi di Famiglie Cattoliche" sono andati dal vicario di Verona per chiedere la sospensione di una commedia dialettale, "El gavetin", una storiella del lieve filone goldoniano, tenuta in una saletta parrocchiale a Negrar (L'Arena, 13.6.95). Ma il campo in cui hanno profuso maggiore impegno è stato quello di controllare cosa fa la gente a letto. Un episodio su mille, che prendiamo da "Controrivoluzione" n. 37. Il 27.9.94 i "Comitati di difesa dell'ordine familiare naturale e cristiano" (altra consorella) presentò al vicepresidente del Parlamento Europeo "le oltre 136.000 firme raccolte dai 215 comitati costituiti in quasi 72 province italiane per protestare contro la legalizzazione della famiglia omosessuale sollecitata dal Parlamento Europeo (..). Allegate alla petizione di protesta le mille firme più autorevoli, tra le quali quelle di 15 Cardinali, 70 tra Vescovi e Arcivescovi e 80 parlamentari tra europei e italiani." La delegazione includeva "Guillaume Babinet, direttore della T.F.P. francese, il marchese Luigi Coda Nunziante, presidente di Famiglia Domani, il professore Roberto de Mattei, presidente del Centro Culturale Lepanto, l'avv. Claudio Vitelli, segretario dei Comitati, Leopold Werner, in rappresentanza di Covadonga-T.F.P. della Spagna, e da alcuni parlamentari, tra i quali l'on. Gastone Parigi e l'on. Roberto Mezzaroma." "Difesa della famiglia" va intesa in senso americano. Che i braccianti brasiliani debbano vendere le proprie figlie, che il liberismo ci obblighi per sopravvivere ad avere due stipendi in ogni casa e che i figli quindi crescano senza genitori, che le donne ci pensino cento volte prima di mettere al mondo un figlio per paura di essere licenziate, poco importa. I liberisti bacchettoni difendono la famiglia solamente contro la pornografia - che in fondo è un prodotto come un altro, una proprietà come un'altra e che crea i suoi élites come li crea il caffé.
Una botta dai vescovi e una botta agli psichiatri L'entusiasmo per la libertà religiosa che mostra Maraviglia può meravigliare. Fino al 1984, i tieffepisti trattavano le "sette" come trattavano tutti gli altri tipi di devianti. Poi, in quell'anno, la TFP è stata messa fuorilegge in Venezuela. La motivazione fu politica, ma il clero locale affermò anche che si trattava di una "setta". Nel 1985, l'assemblea plenaria dei vescovi brasiliani ha consigliato i cattolici a non affiliarsi alla TFP: "il suo carattere esoterico, il suo fanatismo religioso, il culto riservato alla personalità del suo fondatore e alla madre di quest'ultimo, l'uso abusivo del nome di Maria SS.ma (..) non possono assolutamente ottenere l'approvazione della Chiesa" (L'Osservatore Romano del 07.07.85, p. 12, n. 408, ed. settimanale in lingua spagnola). Visto che la TFP pescava nel mondo cattolico, doveva prendersela con qualcuno che non fossero i vescovi. E infatti lo stesso anno, "due investigatori della TFP brasiliana" scrissero un saggio intitolato "La nuova inquisizione atea e psichiatrica chiama sette coloro che vuole distruggere". Il testo conclude dicendo che nella lotta alle sette "si comincia ad assistere a una malcelata alleanza tra politici socialisti e psichiatri freudiani". (da Covadonga Informa, bollettino della TFP Spagnola, pp. 8-9, anno XVIII, n. 193, aprile 1995, articolo non firmato). Ora, della psichiatria (che ai freudiani guarda con la stessa aria di sufficienza con cui gli astronomi guardano i redattori di oroscopi) si può dire un gran male, e anche dei politici socialisti. Ma chiunque non sia in malafede sa che la psichiatria è un mestiere e non un'ideologia. E che non si è mai occupata delle "sette": eventualmente qualche singolo psichiatra lo ha fatto, come hanno fatto singoli avvocati, dietro invito di genitori disperati. La congiura degli psichiatri è un'invenzione di LaRouche (che attribuisce la psichiatria stessa ai nazisti) e di Ron Hubbard, che è morto ancora arrabbiato per una recensione critica della sua opera scritta da uno psichiatra. Tre anni dopo nasce il CESNUR - "Centro Studi Nuove Religioni" - che non è certo una consorella della TFP. Anche se il suo presidente è il procuratore legale ed ex-seminarista Massimo Introvigne, dirigente di Alleanza Cattolica. Anche se tutte le attività del CESNUR compaiono su Cristianità nella rubrica "La buona battaglia". Anche se ad esempio al convegno del CESNUR a Foggia il 6 marzo 1993, esclusi i rappresentanti ufficiali della Chiesa - l'anziano Monsignor Casale e il cardinale Arinze - tutti gli altri relatori (Massimo Introvigne, Ermanno Pavesi - tra parentesi uno psichiatra -, Giovanni Cantoni, Pietro Cantoni e Don Ernesto Zucchini) erano di Alleanza Cattolica. Questo improvviso interessamento da parte di un'organizzazione cattolica è caduta come la manna dal cielo per gruppi piccoli e grandi. Ho una gran simpatia per i neopagani e affini, almeno finché non si dedicano allo sfruttamento del prossimo, e finché i loro segreti si limitano a qualche parola di passo e non a grossi conti bancari, e mi auguro che la benedizione del CESNUR rechi loro ogni fortuna. E' un po' come la faccenda dei politici del Polo che si sono improvvisamente prodigati per i tangentisti in carcere: i disgraziati che hanno guai seri fanno benissimo ad approfittare al massimo di questo improvviso garantismo. Ma come i carcerati mentre approfittano dovrebbero ricordare cosa c'è dietro, lo facciano anche i piccoli gruppetti innocui. Perché lo scopo di tanta benevolenza è quella di mettere al riparo, oltre alla TFP, anche i pesci grossi. Come la banda di Moon (secondo il dirigente di Alleanza Cattolica Alberto Maira, il gruppo di questo amico di Reagan ha acquistato migliaia di copie dei libri di Introvigne perché sono "così obiettivi", almeno secondo i loro criteri: infatti non offendono la loro preziosa sensibilità religiosa accennando alle fabbriche di armi del Reverendo) e Scientology - Introvigne sta attualmente facendo un affannoso circuito per i vari tribunali europei in cui la setta di Hubbard è sotto accusa per truffa, abuso della professione medica, evasione fiscale, negazione di contributi previdenziali e quant'altro. La TFP parla delle élites, ma le
élites brasiliane sono sempre state fornitori di qualcun altro.
Dal CCD alla teologia della prosperità Introvigne, nella sua veste meno nota di
commentatore politico, esprime chiaramente gli scopi della costellazione
TFP su "Ideazione" (Anno I, n. 1, nov. 1994, citato in "Sodalitium", Anno
XII, sem. 1 n. 2, aprile-maggio 1996, p. 47. L'indirizzo di "Sodalitium"
è: Loc. Carbignano 36 - 10020 Verrua Savoia (TO), tel. 0161/839335,
fax 0161/839334), la rivista di Domenico Mennitti, ex-MSI e ora Forza Italia:
Un polo di cui Introvigne dice "mi sento certamente parte". Cosa significhi antistatalista ce lo insegna Maurizio Murelli nel suo editoriale di novembre sul liberalismo. Il neo-conservatorismo statunitense accetta un fatto: che è finita l'epoca dei monopoli religiosi. La Chiesa deve rendersi concorrenziale, attraverso il lancio di movimenti "carismatici". E al liberismo economico, voluto da Dio, si deve affiancare anche un libero mercato delle imprese religiose. Imprese che però sappiano costituire un "cartel" a difesa dei propri interessi: pur augurandosi reciprocamente l'inferno, insieme devono combattere ogni tentativo di tassarle o persino semplicemente di sapere cosa facciano al loro interno. In parole povere, devono essere l'unico tipo di impresa che non deve dare la pensione a chi lavora per loro. Non è un'idea nuova - su di essa si basano da due secoli gli Stati Uniti. Non è nemmeno un'idea stupida: il modello vincente nel mondo è quello americano, non certamente quello dei latifondisti brasiliani. A scanso di equivoci, voglio mettere per iscritto che non invoco alcuna legge o misura repressiva, né contro sette, né contro immigrati, né contro omosessuali, né contro donne costrette dalle circostanze ad abortire, né contro chi fuma le canne né contro contadini che occupano terre incolte. Ma rivendico il diritto di capire che la "libertà religiosa" è lo specchio della "libertà di impresa". E che si tratta di una libertà per coloro che hanno i mezzi per promuovere i propri prodotti. Non posso schierarmi con chi alle "Quattro Libertà Fondamentali" accompagna sempre la segreta Quinta Libertà, il diritto di rubare. Non sono felice quando sento che un'impresa multinazionale preme per entrare in un nuovo mercato. Nemmeno quando si tratta della "chiesa" del reverendo Moon. Perché è gente del suo calibro che mi preoccupa, non certo qualche piccolo "deviante" religioso che mi fa in fondo tenerezza. Non ho niente contro Maraviglia. Comprendo - grazie a esperienze personali - come una serie di meccanismi lo obblighino a scrivere delle cose sul mio conto che non stanno né in cielo né in terra, e mi dispiace per lui: in altri articoli dimostra di essere più intelligente dell'organizzazione che lo imbriglia. Anche io darei non so cosa per entrare nel mondo di Excalibur; e il mondo TFP è tutto un gioco di ruolo medievale, con stendardi e parate. Ma se questo soddisfa la base, la direzione ha le idee chiare. Il tempo della teologia della proprietà è finito: oggi il signore brasiliano non può andare semplicemente alle capanne dei suoi schiavi e ordinare alla negretta di turno di passare la notte con lui. Oggi deve darle almeno una monetina. L'immaginario planetario si sta ristrutturando; sono scomparse sia le vecchie costruzioni feudali, sia quelle della società di massa. E nel grande vuoto, sta subentrando in mille forme la "teologia della prosperità", come in America Latina si definisce l'immenso movimento di derivazione statunitense che cerca di ottenere da Dio la grazia della ricchezza attraverso danze sciamanoidi e l'adozione di valori americani. E la TFP vuole entrare in questo mondo, con le sue disneyane divise cappa-e-spada. Il gioco del Medioevo si affianca al gioco biblico, al gioco scientologico e ai videogiochi di ogni sorta per generare l'apologetica del liberismo. Questa costituisce la radicale differenza con i cattolici tradizionalisti, di cui non condivido affatto le idee ma di cui si deve sempre ammirare la coerenza, e che non hanno il doppio linguaggio usato dalla costellazione TFP (confrontate le frasi di Plinio che abbiamo citato qui con il garbato intellettualismo di Introvigne nei suoi libri). Ci penso spesso agli ammonimenti di Murelli, che si trova a guidare una barca con una ciurma di gentaglia litigiosa. In fondo, quando si è all'opposizione, visto che non è facile saltare alla gola dei veri nemici, uno guarda sempre con una certa concupiscenza il collo di chi ci è più vicino. Però io non mi sento sulla stessa
barca di Introvigne, del CCD, delle élites del caffé (e come
si chiamerebbero se il Brasile invece producesse cavoli?), di Paul Weyrich
e dell'Opus Dei.
|