Massimo Introvigne: studioso o estremista politico?

 
di Miguel Martinez


"'Apostata' è solo una definizione poco felice, o si tratta dell'equivalente intellettuale di un insulto? Altrove, Introvigne cita con favore Bryan Wilson: 

"L'apostata ha generalmente bisogno di giustificare se stesso. Cerca di ricostruire il suo passato, di scusare le sue affiliazioni precedenti e di biasimare coloro che erano stati i suoi colleghi più prossimi. Non è dunque raro che impari a fabbricarsi una 'storia di atrocità' per spiegare come […] è stato condotto ad aderire, quindi gli è stato impedito di abbandonare un'organizzazione che oggi disapprova e condanna. Gli apostati, le cui narrative sono sensazionalizzate dalla stampa, cercano talora di trarre profitto dalle loro esperienze vendendo i loro racconti ai giornali o pubblicando libri (spesso scritti da 'negri')" 

(Bryan R. Wilson, The Social Dimensions of Sectarianism, Clarendon Press, Oxford 1990, p. 19, citato in Massimo Introvigne, "Il fantasma della libertà: le controversie sulle 'sètte' e i nuovi movimenti religiosi in Europa", in Cristianità, n. 264, aprile 1997, p. 22.)


Non avendo letto tutto il testo di Wilson, non so se questo è tutto ciò che lui ha da dire a proposito degli apostati; comunque è tutto ciò che Introvigne vuole citare. 

L'astuta sfilza di espressioni come "non è raro" maschera a stento la gravità della definizione. Una definizione che, nella mia esperienza, è anche completamente falsa. 

Nei testi e nei resoconti scritti da ex-adepti non ho mai trovato rancore contro i loro "colleghi più prossimi". Anzi, uno dei principali motivi che spingono ex-membri a prendere la decisione di rendere pubblici i segreti di un culto è quello di aiutare i loro amici rimasti dentro.  

Da Steve Hassan a Gunther Träger e da Thierry Huguénin a Tom Voltz, non mi viene in mente alcun presunto apostata i cui scritti somigliano alla caricatura di Wilson/Introvigne. Le uniche testimonianze di ex-membri di "sette" o "nuovi movimenti religiosi" che rientrano in queste definizioni sono quelle fatte da neo-convertiti all'evangelismo americano di estrema destra - che, come vedremo tra poco, sono in realtà tra i migliori amici di Introvigne. Altrove, gli scritti di Introvigne fanno spesso ricorso a questo genere folle di testimonianza; estendono così l'ombra gettata da certi antisatanisti statunitensi idioti (che pretendono ad esempio di aver partecipato a centinaia di sacrifici umani) su testimonianze perfettamente ragionevoli di ex-membri normali.  

Per quanto riguarda il sensazionalismo dei media, che certamente esiste, uno dei motivi per cui alcuni ex-membri scrivono libri è che si sono stancati dei luoghi comuni dei media. Si tratta comunque di un problema dei giornalisti e non degli "apostati". 

Cercare di capire perché si è rimasti intensamente coinvolti in un gruppo non costituisce autogiustificazione. Le persone hanno, o dovrebbero avere, il diritto di riflettere sulle proprie esperienze e scriverne. 

Anche una lettura superficiale della maggior parte delle testimonianze di ex-membri indica un tratto decisivo: la crescita di coscienza. Alcuni ovviamente passano da un'organizzazione fanatica a un'altra (come certi 'occultisti' che sono passati a gruppi cristiani estremi); in genere, però, gli ex-membri tendono ad andare oltre il fanatismo, verso una maggiore e più profonda comprensione dei rapporti umani, delle manipolazioni e della realtà. 

Almeno nel mio caso, posso confermare che nessuno mi ha mai "impedito di lasciare l'organizzazione", né ho mai guadagnato nulla "vendendo i miei racconti". A proposito, questo testo l'ho scritto io: non ho i soldi per comprarmi un "negro". È vero che due giornalisti mi hanno pagato il caffè e uno addirittura una pizza. 

Tutta la questione dei "ricordi dei sopravvissuti" è ovviamente altamente emotiva e politica, perché la negazione della loro validità, l'idea che sarebbero il frutto di una "socializzazione" in "sottostrutture", sottostà al revisionismo storico e molti degli studi citati da Introvigne sono stati adoperati anche per negare l'esistenza di camere a gas ad Auschwitz o altrove. Personalmente però ritengo che l'uso politico, in un senso o nell'altro, della questione della validità della memoria costituisca sempre un'interferenza: i ricordi andrebbero valutati individualmente. Inoltre, Wilson/Introvigne dimentica il fatto che molte 'storie di atrocità', come gentilmente le definiscono, non si basano tanto sulle testimonianze personali quanto sui documenti interni di varie organizzazioni. 

Diciamo tra parentesi che il marchiatore di apostati Bryan Wilson è certamente il secondo autore più pubblicato da Scientology dopo Ron Hubbard stesso: gli articoli, i discorsi e i proclami di Wilson si possono leggere su praticamente ogni rivista o pagina Internet di Scientology. Bryan Wilson sostiene di aver studiato Scientology per 26 anni e di avere alla fine scoperto soltanto che somiglia al buddismo (vedere ad esempio "Pioggia di riconoscimenti per Scientology" in Diritti dell'uomo, una pubblicazione di Scientology; lo stesso articolo contiene una citazione di Wilson a proposito degli 'apostati' quasi identica a quella fatta da Introvigne). Scientology dedica anche una pagina intera della sua pubblicazione Diritti dell'uomo a un elenco delle benemerenze accademiche di Bryan Wilson, che tra l'altro comprendono la presidenza onoraria della International Society of Sociology of Religions, di cui è membro - casualmente - anche Introvigne. Diritti dell'uomo cita spesso anche Introvigne.  

Ma al di là di questi gratuiti insulti personali, viene ovviamente voglia di capire come mai un 'sociologo' abbia deciso di definire una persona di cui sa poco o nulla un 'apostata' e di presentarlo, anche se solo per associazione, nella peggiore luce possibile. Introvigne altrove dice che  

"Nessuno studioso accademico degno di questo nome - checché se ne dica - ignora le testimonianze degli 'ex'; ma nessuno studio scientifico serio si fonda soltanto su queste testimonianze" 
 
(Massimo Introvigne, "'Sètte cattoliche': l'equivoco continua", in Cristianità, n. 260, dicembre 1996, p. 4.)
 


Egli sapeva che esistevo e avrebbe potuto contattarmi, se lo avesse voluto. Il fatto che non lo abbia mai fatto dimostra che vuole ascoltare una campana sola. Anche al costo di incorrere negli errori che di fatto si possono riscontrare nella sua analisi di me e del processo di Parigi. 

Ogni volta che Introvigne intende lanciare insulti ingiustificati, egli adopera sempre la tecnica di citare altri autori "prestigiosi". Il mio esempio preferito è il seguente: 

"E già nel 1986 la prestigiosa rivista americana 'Thought' dei gesuiti della Fordham University si era spinta ancora più in là e - in un numero speciale sul movimento anti-sètte - si era chiesto se, ancorato ai suoi dogmi della separabilità fra comportamento e dottrina e del lavaggio del cervello, il movimento anti-sètte non dovesse essere considerato - secondo i suoi stessi criteri - un ennesimo 'nuovo culto' moderno, e se molti 'anti-cultisti' non fossero individui 'psicologicamente disturbati', ossessionati da una 'cultofobia' che è solo una delle forme della moderna paura della religione." 
 
(Massimo Introvigne, I nuovi culti: dagli Hare Krishna alla Scientologia, Oscar Mondadori, Milano, 1990)
 


Questo è Introvigne al meglio. Se non è un buon ricercatore, è certamente un buon architetto che sa come impostare in maniera convincente i propri edifici. La frase che abbiamo appena citato si trova alla fine di un capitolo, in cui delega a una "prestigiosa" terza parte il compito di fornire la conclusione. Come la citazione di Bryan Wilson (con i suoi "generalmente" e "non è dunque raro"), si possono lanciare gli insulti più incredibili conservando l'apparenza di serenità, con la semplice aggiunta di espressioni come "si era chiesto… se non dovesse". Il lettore apprezzerà la moderazione della parte che lancia gli insulti, ma ricorderà unicamente l'ipotesi che gli è stata effettivamente presentata: cioè che i membri dei "movimenti anti-sètte" siano individui psicologicamente disturbati. 

La mia curiosità ha portato a qualche scoperta che credo valga la pena di condividere con i lettori. Nel frattempo vorrei però far notare al lettore come, nella frase citata prima sulla necessità di ascoltare anche le testimonianze degli "ex", Introvigne si identifica chiaramente con gli "studiosi accademici" e con gli "studi scientifici seri"; l'espressione "checché se ne dica" lo dimostra. Infatti nessuno ha mai detto che gli "studiosi seri" non ascoltino tutti, ma molti hanno detto che Introvigne non lo fa. Questo genere di espressione, che compare in tutti gli scritti di Introvigne, crea una divisione fittizia tra i "nemici delle sètte", che sono fanatici, e gli "studiosi" che, in quanto scienziati, possiedono la verità. In questo modo, i critici dei culti diventano nemici della verità (e di conseguenza i responsabili di pubbliche relazioni degli stessi culti diventano amici della verità). In realtà esiste un conflitto tra i critici dei culti e i culti stessi, con alcuni accademici che si trovano più da una parte, altri più dall'altra. 

Massimo Introvigne ha fondato il CESNUR nel 1988. Questa organizzazione attualmente ha anche filiali internazionali, ma la sede mondiale si trova ancora a Torino. Anche le iniziali CESNUR hanno senso soltanto in italiano (anche se in Francia la S di "studi" si è silenziosamente modificata nella prima lettera di "sur" per farne un "Centro Studi sulle Nuove Religioni"). I miei amici mi hanno informato che almeno alcune delle personalità internazionali coinvolte nel CESNUR sono studiosi onesti, che però sanno poco o nulla delle finalità vere dell'organizzazione. 

Nei propri scritti, Introvigne si identifica sempre con un gruppo di persone che egli chiama "studiosi di sociologia", "specialisti", "specialisti universitari", "specialisti accademici", per citare soltanto alcune sue autodefinizioni in un solo articolo ("Il fantasma della libertà" in Cristianità, n. 264, aprile 1997). I pronomi "io" e "noi" si mescolano con questi termini, in una maniera però difficile da definire.  

Esattamente cosa sia Introvigne è un argomento controverso. Zeit-Fragen (n. 32, nov.-dic. 1996, periodico tedesco vicino alla sètta VPM, "Anti-'Sekten'- Aktivismus gefährdet Demokratie und Menschenrechte - Wissenschaftler gegen Hexenjagd mit der 'Sektenkeule'"), definisce Introvigne "storico e sociologo". Il sito Internet dello studio legale Jacobacci e Perani di Torino, presso cui lavora Introvigne, non cita alcuna laurea in sociologia e afferma - in lingua inglese - che Introvigne è "autorizzato a esercitare la professione a livello locale", cioè è un procuratore legale.  

Un trafiletto in Antifa Info-Bullettin ("DOSSIER: [Italy] Alfredo Mantovano, New Spokesperson for the 'Post-Fascist' National Alliance", Supplement 154, 3 Marzo, 1998), che faceva un breve riferimento alla difesa che Introvigne aveva fatto di Nuova Acropoli ha avuto una veloce risposta dal nostro: 

"Il vostro riferimento al sottoscritto in un gruppo Usenet è diffamatorio e impreciso. "Avvocato di basso livello" è soprattutto un'affermazione stupida. Sono un socio del più grande studio legale in Italia e sono piuttosto noto nel mio campo di specializzazione (la proprietà intellettuale), come avreste potuto sapere facendo anche una sommaria ricerca bibliografica negli Stati Uniti. Per fortuna mia e della mia famiglia (e del vorace fisco italiano), una rivista italiana l'anno scorso mi ha citato tra i 100 avvocati più attivi d'Italia." 
(in Antifa Info-Bulletin, 15 Marzo, 1998)


È improbabile che un semplice procuratore si trovi tra i "cento avvocati più attivi d'Italia". Comunque, Introvigne è sicuramente autore di vari studi sul merchandising e sulla pubblicità, due materie che sembrano avere poco a che vedere con le nuove religioni (ma potrebbero avere qualche aggancio con i culti). 

Nella stessa replica, Introvigne afferma di essere "membro della Facoltà del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma". In una lettera del 27.9.96 (Prot. n. 2291/96) al Dialog Zentrum di Berlino, Sua Ecc. Mons. Michael L. Fitzgerald, segretario del Pontificium Consilium Pro Dialogo inter Religiones, afferma che Introvigne "non è consulente presso alcun dicastero" del Vatiano e che egli insegna per una settimana l'anno presso l'Ateneo Regina Apostolorum, ente privato appartenente ai 'Legionari di Cristo' (un gruppo messicano). Questo ente non ha, specifica Mons. Fitzgerald, il titolo di "Università pontificia". 

Ovviamente, le credenziali sono assai meno importanti degli argomenti; tranne nel caso in cui le credenziali, o le presunte credenziali, vengano usate come parte dell'argomento stesso, come avviene in tutto ciò che scrive Introvigne: 

"Ultimamente quello che ci divide dai movimenti anti-sètte non è l'essere 'a favore' o 'contro' i nuovi movimenti religiosi. Qualunque polarizzazione dialettica in questo senso è, semplicemente, sbagliata. In verità è in atto un duro scontro fra numerosi specialisti di scienze religiose, particolarmente sociologi, e alcuni movimenti anti-sètte, scontro - occorre sottolinearlo - che i sociologi non hanno cercato" 
 
(Massimo Introvigne in Liberà religiosa, 'sètte' e 'diritto di persecuzione', Cristianità, Piacenza 1996, p. 111; enfasi aggiunta)
 


In tal caso le credenziali dovrebbero essere sottoposte a scrutinio come ogni altro elemento. 

Introvigne ha mandato due risposte a una forma più breve di questo saggio. Ecco tutto ciò che ha da dire a proposito della questione se è o no un sociologo: 

  1. "Martinez è libero di pensare ciò che vuole a proposito delle mie credenziali (associazioni accademiche, università e tribunali la pensano diversamente)"

  2. "Ribadisco che non mi interessa discutere con un 'interprete' le mie credenziali accademiche o il mio lavoro […]. Finché restate entro i limiti delle attuali leggi sulla diffamazione e sulla calunnia siete liberi di definirmi come volete"
 

Anche se, a differenza di Introvigne non sono un avvocato, ritengo che la diffamazione e la calunnia significhino fondamentalmente false dichiarazioni a proposito delle persone; egli sembra quindi confermare che ciò che dico a proposito delle sue credenziali non è una dichiarazione falsa. 

Probabilmente avrei dovuto conservare il mio precedente titolo di Comandante Nazionale per l'Egitto dell'Organizzazione Internazionale Nuova Acropoli, un titolo assai più altisonante di interprete (o di "nemico professionale", come vengo qualificato sulla sua pagina web). 

Trovo comunque divertente il fatto che l'unica discussione che io abbia mai avuto personalmente con Introvigne verteva sulla sua definizione di Nuova Acropoli come "movimento neopitagorico". Io sostenevo che fosse teosofico. Egli sostenne in pubblico il proprio punto di vista in maniera appassionata. Vedo adesso che lui chiama Nuova Acropoli un gruppo "neoteosofico". Il povero Pitagora è stato dimenticato lungo la strada.  

Per quanto riguarda le sue credenziali, ciò che "penso" è irrilevante; ciò che dice la pagina web del suo studio legale non lo è. Mi auguro che non voglia citare in causa il proprio studio. 

CESNUR, l'organizzazione fondata da Introvigne, sostiene di operare per la "professionalità in un settore dove non sempre la presenza di dilettanti ha giovato alla precisione e alla pacatezza della discussione. Siamo convinti che solo attraverso la professionalità le ragioni della verità possano venire alla luce ed essere presentate e comprese". In termini astratti, ha ragione: molto materiale critico sui culti non è né preciso né pacato. 

Ma, come abbiamo visto parlando di NA, lunghe bibliografie, un gergo professionale e un linguaggio pacato non sono sempre sufficienti per far emergere "le ragioni della verità". 

Tra parentesi, diciamo che Scientology non concorda con la definizione che Introvigne dà del CESNUR. In una pubblicazione recentemente distribuita in tutto il mondo, intitolata Il ripristino e la salvaguardia della libertà di religione (pubblicata a quanto pare all'inizio del '98), finanziata, come si afferma sul frontespizio, dalla "International Association of Scientologists", il CESNUR non viene elencato come sede di discussioni pacate, ma come "ente per i diritti umani" da contattare in caso di "persecuzione religiosa", assieme a varie strutture istituite da Scientology stessa, come la "Commissione apposita di inchiesta sulla discriminazione contro le minoranze religiose ed etniche in Germania": la persona da contattare qui è Lord McNair, sostenitore da anni di Scientology; un'altra organizzazione a cui i contabili di Scientology perseguitati dal fisco possono rivolgersi è il Rutherford Institute, a cui ritorneremo più avanti (Amnesty International è una notevole assenza in questo elenco di "enti per i diritti umani"). 

Un certo mistero circonda il CESNUR. L'organizzazione non pubblica alcuna rivista e nemmeno un bollettino; l'adesione è rigorosamente dietro invito; l'organizzazione evita dichiaratamente di prestare aiuto a ex-membri. Ciò significa che non può finanziarsi alla maniera di altre organizzazioni di monitoraggio sul problema dei culti: con i contributi di parenti di membri di culti e altre persone preoccupate, che partecipano democraticamente alla gestione dell'organizzazione. Eppure Introvigne viaggia costantemente, sempre nei migliori alberghi, e ha non meno di due segretarie a tempo pieno (Cinzia e Monica - le povere segretarie non hanno cognomi). Ovviamente, può darsi che sia Introvigne a pagare generosamente tutte le spese dai propri guadagni come avvocato. Ma si può ragionevolmente dubitare che un avvocato che si dedica a tempo pieno a brevetti e al merchandising abbia anche il tempo di essere un esperto di qualunque altra cosa. 

Dopo aver scritto queste righe, Introvigne mandò un messaggio elettronico con le seguenti informazioni: 

"Sfugge a molti oppositori che il CESNUR International non è un'associazione privata; nel 1996, è stato riconosciuto come persona giuridica con decreto della Regione Piemonte. Tra l'altro, ciò ci dà diritto a finanziamenti pubblici. Abbiamo sempre riconosciuto con gratitudine questo sostegno."
  

Per fortuna, abito in un'altra regione d'Italia, quindi le mie tasse non vanno a finanziare i viaggi di Introvigne. Ritiro pertanto quanto ho detto a proposito della generosità di Introvigne; ma il CESNUR è stato fondato nel 1988, i fondi regionali sono cominciati nel 1996; quindi rimangono non pochi dubbi sugli otto anni precedenti. 

Secondo Zeit-fragen, citato sopra, il CESNUR sostiene di essere "totalmente indipendente da ogni movimento, gruppo o associazione religiosa". 

Una frase sorprendente, visto che lo statuto del CESNUR stabilisce che sia il direttore che il presidente devono essere cattolici. 

In una nota e-mail, Introvigne ha obiettato vigorosamente a questa mia affermazione, dicendo che: 

"non vi è nulla nello statuto né del CESNUR International, né del CESNUR Italia, né del CESNUR Francia che sostenga che il presidente e il direttore debbano essere cattolici. Il riferimento nell'edizione italiana del libro di Eileen Barker riguardava, e lo ribadiamo, il fatto che gli statuti del CESNUR Italia includevano i NOMI personali del presidente e del direttore, entrambi cattolici. Al contrario, lo statuto dice chiaramente che non si deve fare alcuna discriminazione per motivi religiosi nella nomina dei responsabili del CESNUR"

Comunque, ecco le parole esatte nelle note di Introvigne nel libro di Eileen Barker: 

"Se presidente e direttore del CESNUR sono - statutariamente - cattolici, il comitato scientifico comprende personalità anglicane, protestanti, ortodosse e non è chiuso ad apporti di professionalità che possano provenire da altri ambiti ed esperienze." 
 
(Massimo Introvigne, in Eileen Barker, I nuovi movimenti religiosi, Oscar Mondadori, Milano, 1992)
 


Non vengono citati NOMI (ripeto le maiuscole di Introvigne). Le uniche spiegazioni alternative che mi vengono in mente sono che lo statuto stabilisce che il presidente debba sempre chiamarsi Massimo Introvigne, oppure che il presidente e il direttore debbano sempre avere NOMI cattolici (non Mohammed né Yitzhak). 

Questa cattolicità vale per il CESNUR italiano. Tuttavia - almeno secondo la rivista antimassonica Faits & Documents (n. 27, 15.5.97, p. 5, cit. in "Alleanza… massonica?", Sodalitium, dic. 1997, p. 65) - l'intero capitolo francese apparterrebbe alla minoranza di destra della massoneria: 

"La direzione del Cesnur France, associazione di studi sui 'nuovi movimenti religiosi' (chiamati anche 'sètte') filiale del Cesnur Italia diretto dal sociologo cattolico Massimo Introvigne, sembra controllata dalla Gran Loggia nazionale francese, con la presenza nel consiglio di amministrazione del professor Antoine Faivre, redattore in capo dei Cahiers Villard de Honnecourt, dell'avv. Olivier-Louis Séguy e del professore Roland Edighoffer"
   

Non abbiamo idea se tale affermazione corrisponda al vero (comunque nelle sue repliche, Introvigne non la smentisce). Scrivendo ne L'Evenement du jeudi, Serge Faubert ("Les cathos au secours des sectes", L'Evenement du jeudi, 13-19.6.96) afferma che sia Séguy che il suo collega Jean-Marc Florand (quest'ultimo, sorprendentemente, un omosessuale militante) sono entrambi estremisti di desta e hanno fatto conferenze per il Front National per oltre dieci anni; Florand poi difende regolarmente i Testimoni di Geova nei processi. 

Le affiliazioni massoniche o al nazionalismo francese non mi interessano; comunque sono curiose in vista di altri complessi rapporti del CESNUR che vedremo in seguito. 

Nota: sul rapporto tra Introvigne e i Testimoni di Geova, si veda anche "La Società Torre di Guardia smercia i libri di Introvigne".


   



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