L'assassino è il maggiordomo:
la riforma Berlinguer
seconda parte
 



Per agevolare la lettura, questo articolo di Costanzo Preve è stato diviso in nove parti.

All'introduzione

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2. I maggiordomi distruttori del Liceo Europeo: ceto politico professionale post-comunista, pedagogisti futuristi, burocrati post-moderni.

Le feroci oligarchie finanziarie transnazionali che dominano il pianeta, che rappresentano antropologicamente, socialmente e culturalmente una mutazione genetica originatasi da una precedente ma ormai estinta Borghesia, agiscono oggi ancora utilizzando un personale politico professionale reclutato sulla base degli stati nazionali, anche se i loro apologeti già sentono il bisogno di anticipare che occorre superare questa muffa nazionale, e ricorrere a mostri sociali già integralmente deterritorializzati, globalizzati e completamente sradicati, come il pagliaccio ex-sessantottino Daniel Cohn-Bendit, presentato come il politico del futuro per eccellenza, in quanto perfettamente senza-classi, senzapatria, senzadio e senza radicamento nazionale, puro ectoplasma politico-culturale della globalizzazione finanziaria. Ma a tanto non siamo ancora arrivati, e per ora i padroni del mondo devono ricorrere ancora ad un personale politico reclutato su base nazionale.

In Italia, dopo il colpo di stato giudiziario detto Mani Pulite, questo personale politico di maggiordomi fedeli, di mercenari estremamente professionalizzati esiste già, è stato accuratamente selezionato in decenni di apprendistato di potere locale e sindacale. Si tratta dei maggiordomi ex-comunisti e post-comunisti. Ma il termine ex-comunista è ingannevole, perché implicherebbe una sorta di mutamento qualitativo e di conversione antropologica ed esistenziale che in realtà non è mai avvenuto, anche e soprattutto perché nessuno aveva interesse a chiederglielo.

In realtà, così come le attuali oligarchie finanziarie non sono per nulla ex-borghesi, ma sono soltanto post-borghesi, in quanto rappresentano un anello evolutivo all'interno dello stesso genere e della stessa specie, nello stesso modo le attuali classi politiche di sinistra non sono affatto ex-comuniste, ma solo post-comuniste, perché rappresentano soltanto un anello evolutivo cresciuto sullo stesso terreno biologico e genetico di tipo staliniano e togliattiano. Da questo punto di vista apparenti misteri antropologici come Occhetto, D'Alema, Veltroni, Mussi, Fassino, Luigi Berlinguer, eccetera, non sono per nulla misteriosi.

Il filosofo cattolico Augusto Del Noce li ha per esempio già descritti profeticamente fin dagli anni Sessanta. Essi sono misteriosi solo alla luce del pensiero meccanicistico, deterministico, economicistico, oppure del pensiero magico-religioso (tradimenti, abiure, eccetera). Alla luce di un pensiero dialettico alla Hegel essi sono quanto di più trasparente, comprensibile e soprattutto banale si possa immaginare.

Il ceto politico professionale post-comunista si è formato dentro una vera e propria Metafisica Politicistica ed Economicistica erroneamente scambiata per marxismo, cioè per pensiero originale di Marx, laddove si trattava dei giacimenti di guano lasciati dall'economicismo mistico e dal politicismo esasperato della Seconda e poi della Terza Internazionale. La riproduzione sociale era ridotta ad economia, e lo spazio pubblico a politica di partito.

La scuola era analizzata in termini istericamente economicistici come luogo di produzione di forza-lavoro in formazione, mentre i modelli culturali erano tutti visti con sospetto come fattori di una selezione meritocratica che poteva sfuggire in qualche modo al vorace cannibalismo della pura cooptazione politica di partito.

Se questa genesi ideologica è tenuta in conto e considerata nei suoi esatti termini storici, non ci si potrà poi stupire se questo Economicismo Primario, intessuto di populismo, rancore, risentimento ed innocua affabulazione comunista ha potuto rapidamente evolvere in Economicismo Secondario, cioè in adattamento pianificato nella forma dell'impresa capitalistica, un adattamento che ovviamente presuppone il seppellimento del vecchio liceo europeo.

Il passaggio dall'Economicismo Primario all'Economicismo Secondario è un passaggio interno all'Economicismo come formazione ideologica, e non richiede pertanto alcuna conversione esistenziale o antropologica. È possibile accertarsi di questo in modo rigorosamente lombrosiano, considerando non solo l'ineffabile Luigi Berlinguer, rampollo ereditario della nobiltà comunista di ramo sardo-sassarese, ma il codazzo dei suoi collaboratori, un codazzo ricco di ex-estremisti, ex-sindacalisti, più vari parassiti e distaccati dall'insegnamento.

Siamo dunque in grado di diagnosticare le due principali caratteristiche del ceto post-comunista dei maggiordomi assassini del liceo europeo di genesi borghese, romantico-illuministica. Si tratta di maggiordomi nichilisti e ricattabili. Si tratta di maggiordomi nichilisti, perché il loro fondamento ideologico precedente era un Economicismo raddoppiato con un innocuo Finalismo Utopistico (il comunismo), ed una volta caduto l'illusorio finalismo utopistico resta solo il brutale Economicismo, ed allora il presunto Oltreuomo comunista diventa un puro Ultimo Uomo ultracapitalistico. Si tratta di maggiordomi ricattabili, perché pende sempre su di loro la spada di Damocle del loro torbido passato comunista, che i loro nuovi padroni possono sempre rivangare e rinfacciare, per cui devono sempre mostrare di essere zelanti e primi della classe.

Questo ceto di maggiordomi non potrebbe però distruggere una istituzione tanto radicata come il liceo europeo senza la collaborazione subalterna di due altri soggetti socio-professionali, i pedagogisti futuristi ed i nuovi burocrati post-moderni. Bisogna dunque fare brevemente riferimento ad entrambi questi pittoreschi soggetti.

I pedagogisti luddisti e futuristi sono i sicari ideali del ceto politico post-comunista. Molti commentatori hanno fatto giustamente notare che uno degli ispiratori della riforma Berlinguer, il pedagogista Roberto Maragliano, è autore di questa stupefacente affermazione: "Il videogioco è la più grande rivoluzione epistemologica di questo secolo. Ti dà una scioltezza, una densità, una percezione delle situazioni e delle operazioni che puoi fare al loro interno che permette di esaltare dimensioni dell'intelligenza e dello stare al mondo finora sacrificate dalla cultura astratta".

A differenza di come potrebbe pensare il lettore frettoloso, non si tratta di intossicazione di ecstasy da discoteca. È vero che la pedagogia è da sempre il ventre molle delle scienze umane e della filosofia, la zona borderline per improvvisatori e chiacchieroni, l'organismo più aggredibile dalle mode contingenti. È vero che le stolide manie organizzativistiche di molti pedagogisti borderline hanno già prodotto l'inutile diluvio cartaceo che ha già distrutto la scuola media unica italiana, in nome del principio magico-animistico per cui tutto ciò che è registrato su carta deve necessariamente produrre effetti culturali (laddove ovviamente così non è). Ma nella demenziale affermazione di Maragliano ci sta (senza che ovviamente il disgraziato possa minimamente sospettarlo) una profonda aderenza allo spirito del tempo della postmodernità, lo Zeitgeist ultracapitalistico e post-borghese attuale.

Quella che per il luddista Maragliano era la "cultura astratta" era in realtà la cultura critica, quella che impone l'attesa e la riflessione, che è effettivamente incompatibile con la velocità di decisione immediata richiesta da una cultura operazionale pura e non più critica. Così come il telecomando, anche il videogioco è un modello di pura velocità che salta l'ormai obsoleta lentezza critica e riflessiva. Il demenziale Maragliano deve velocizzare la lentezza della cultura astratta in nome della prontezza delle battute da talk show e degli spunti brillanti di esami che in un'ora toccano l'intero scibile umano.

A fianco dei pedagogisti futuristi e drogati di velocità ci sono però anche e soprattutto i nuovi burocrati post-moderni. Questi burocrati non sono più i vecchi democristiani bacchettoni, statalisti e maneggioni di Viale Trastevere del mezzo secolo democristiano, i quali lasciarono sempre in vita il liceo europeo non certo perché ne comprendessero lo spessore culturale, ma perché il loro modello preferenziale, la scuola di preti mafioso-familiare, non poteva essere esteso all'intera collettività, e dovevano dunque continuare a riprodurre il venerabile modello classico-borghese. I nuovi burocrati sono il prodotto di una fusione fra il vecchio ceto ministeriale, verticistico, gerarchico, maneggione e faccendiere ed il nuovo ceto burocratico nato dai sindacati scuola confederali, fatto di distaccati, politicanti a tempo pieno, formatori ed altri vari parassiti.

In questa Armata Brancaleone mancano, ovviamente, e non potevano non mancare, gli insegnanti normali. E sono appunto gli insegnanti normali, e particolarmente i buoni insegnanti, che hanno sostenuto e fatto funzionare il liceo europeo negli ultimi duecento anni, i veri assenti di questa riforma, il vero soggetto assente. I buoni insegnanti sono caratterizzati da due vocazioni distinte, a volte presenti insieme ed a volte separate, la vocazione all'insegnamento e/o la vocazione culturale e di studio e ricerca.

Entrambe queste vocazioni sono incompatibili con il mondo parassitario dei sindacalisti, dei quadri politici, dei distaccati a vita, degli addetti-stampa, e di tutta la pittoresca congrega che accompagna il ceto politico professionale post-comunista, e che vive di riunioni interminabili in cui tutti fumano in una stanza chiusa richiamandosi contemporaneamente ai valori dell'ecologia, ed in cui lo stesso femminismo diventa spartizione di quote dirigenziali per sindacaliste logorroiche.

Ma il ceto politico post-comunista ed i pedagogisti schizzati non sanno letteralmente che farsene degli insegnanti normali, che disprezzano in quanto massa impiegatizia taylorista-fordista, e soprattutto dei buoni insegnanti, di cui sospettano e temono la capacità critica e professionale. Ed è dunque inevitabile che essi diano luogo ad una situazione autoreferenziale, in cui si produce un'affabulazione cartaceo-informatica sulla scuola da cui però sono assenti gli insegnanti, cioè gli insegnanti normali ed i buoni insegnanti. Al posto di questi troneggiano il post-comunista Berlinguer, il videodipendente Maragliano, e bande di sindacalisti e di distaccati partitici.

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