Crolla la montatura dei presunti "finanziatori di al-Qaida"
 




Miguel Martínez   

23 novembre 2004   







Si consiglia anche la lettura dell'inchiesta di Repubblica sull'invenzione del terrorismo islamico in Italia; la recensione del libro di Carlo Corbucci sul "Terrorismo islamico"; un articolo di Angela Lano che fa il punto della situazione; e la serie di articoli sulle tecniche di criminalizzazione delle comunità immigrate, in particolare ad opera di Magdi Allam; e la storia del signor Daoud Ouaziz.



I somali di Firenze devono avere qualcosa di particolare. Oriana Fallaci, ricordiamo, voleva bruciarli vivi.

Più o meno nello stesso periodo, George Bush in persona - stando almeno ai nostri giornali che tendono a personalizzare tutto - ha annunciato di avere scoperto chi finanziava Osama Bin Laden. Nell'autunno del 2001, l'amministrazione USA diffuse infatti una lista dei presunti "banchieri di al-Qaida". Di questi, sette vivevano in Italia.

Con il solito rispetto per le persone, i media spararono in prima pagina i nomi e le città dei "finanziatori del terrorismo". La Repubblica accompagnò l'elenco con il titolo "Terrorismo, la lista Usa dei finanziatori di Bin Laden", e con queste testuali parole:

WASHINGTON - Questo è l'elenco delle persone e delle strutture che, secondo quanto annunciato dal presidente degli Stati Uniti George Bush, sono coinvolti nel finanziamento delle attività di terrorismo che fanno capo a Osama Bin Laden"




Osama in volo: pubblicità o rivendicazione?


Immediatamente, scattò un'operazione in tutta Italia, che ricevette grande attenzione dai media. Alcuni somali, che lavoravano attorno a un call center, furono accusati di "associazione a delinquere" finalizzato al "terrorismo internazionale", una delle accuse insieme più vaghe e più terribili che possano piovere in testa a qualcuno, come documenta un articolo di Giuseppe Pelazza su questo stesso sito. La Padania titolò sbrigativamente, "al setaccio la banca di Al Qaida"; mentre l'agenzia Grandinotizie, con più fantasia, parlava del "tesoro di Al Qaeda - Dove prende i soldi Osama".

Per loro immensa fortuna, i somali non scomparvero a Guantanamo, né nei lager che l'Italia voleva aprire nel deserto libico per gli immigrati indesiderati, né finirono ad Abu Ghraib. Il magistrato si prese la briga di chiedere che prove avessero gli Stati Uniti contro gli sfortunati immigrati, ottenendo la risposta, "nessuna".

E così, dopo ben tre anni, abbiamo nuove notizie. Solo che questa volta non si trovano sulla prima pagina dei quotidiani; non si trovano nemmeno su internet. Un amico volenteroso ha dovuto passare allo scanner articoli presi dalle pagine di cronaca locale di alcuni quotidiani.

Tutti i somali sono stati condannati o rinviati a giudizio, ma solo per il banale reato di "esercizio abusivo di attività bancaria" - aiutavano gli emigrati a mandare soldi ai loro parenti in Somalia, dove non ci sono banche. E sono stati prosciolti già in istruttoria per le accuse che li avevano trasformati in mostri.

Ma l'idea che il sorridente e schivo vicino di casa somalo sia addirittura il finanziatore di Osama bin Laden rimane lì, in qualche angolo nascosto delle nostre memorie avvelenate. E non saranno certo gli stessi telegiornali o quotidiani che ci hanno dato questa falsa idea a togliercela. Il vero giornalista cialtrone non chiede mai scusa.


Dalla Repubblica del 28 ottobre 2004 Firenze Cronaca pag.V

AL BARAKAAT
Terrorismo, prosciolti 11 cittadini somali
Proscioglimento dal reato di finanziamento di associazione con finalità di terrorismo internazionale e rinvio a giudizio, invece, per i soli reati di esercizio abusivo di attività bancaria. Questa la decisione del GUP di Firenze Paola Palasciano a conclusione dell'udienza preliminare contro 11 cittadini somali accusati di aver finanziato - tramite alcuni sportelli della rete finanziaria Al Barakaat - Al Quaeda. Otto gli imputati rinviati a giudizio, gli altri tre hanno patteggiato una pena di quattro mesi e 10 giorni di reclusione. Il GUP ha sostanzialmente accolto le richieste avanzate nel gennaio scorso dal PM Francesco Fleury.



Da La Nazione del 28 ottobre 2004 Primo Piano Firenze pag. IV

TRIBUNALE Otto rinvii a giudizio e tre patteggiamenti per la rete finanziaria somala. Inchiesta nata dopo l'11 settembre.
Il PM Fleury ha chiesto e ottenuto il proscioglimento per le imputazioni più gravi. Decadute le accuse di legami col terrorismo internazionale.

"Al Barakaat, banca illecita" Otto rinvii a giudizio per svolgimento di attività bancaria senza autorizzazione, tre patteggiamenti per lo stesso reato con condanne a quattro mesi e 10 giorni di reclusione e, per tutti, proscioglimento "perché il fatto non sussiste" dall'imputazione di associazione a delinquere. E' quanto ha deciso il giudice per l'udienza preliminare Paola Palasciano, ieri mattina, in relazione al procedimento penale sulla rete finanziaria somala di Al Barakaat. Nei confronti degli indagati - titolari di alcuni Phone Center che in varie città italiane rappresentavano anche gli sportelli di Al Barakaat per la raccolta dei risparmi degli immigrati somali - la procura fiorentina aveva ipotizzato inizialmente il reato di finanziamento indiretto di associazione con finalità di terrorismo internazionale, sulla base delle indicazioni venute, dopo le stragi dell'11 settembre 2001, dagli organi di intelligence USA. Secondo tali indicazioni, la rete la rete di Al Barakaat avrebbe potuto utilizzare parte dei fondi raccolti fra gli emigrati somali per finanziare Al Qaeda. A seguito di queste segnalazioni, nel novembre 2001 un'operazione condotta dalla Digos fiorentina, dall'Ucigos e dal Gico della Guardia di Finanza, con il coordinamento del Procuratore aggiunto Francesco Fleury, portò a 14 perquisizioni in tutt'Italia negli appartamenti e nei piccoli uffici telefonici e finanziari gestiti da Somali. La procura fiorentina, però, non trovò nlle carte sequestrate prove riconducibili ad un legame evidente fra Al Barakaat e Al Qaeda. Il procuratore Fleury chiese una rogatoria internazionale per avere notizie più chiare dagli USA: le agenzie americane di fatto, fecero retromarcia e spiegarono che non c'erano prove di questo legame. Così, dopo che già era decaduta la pesante imputazione legata al terrorismo internazionale, ieri il PM Fleury ha chiesto e ottenuto dal Gup per tutti il proscioglimento dall'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'attività bancaria illecita. In piedi, alla fine, sono rimasto solo i reati finanziari per 11 persone tre delle quali hanno patteggiato e otto rinviate a giudizio.
Gigi Paoli




Somalia, disegni con l'henné




Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
e che si pubblichi anche questa precisazione
Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori




e-mail


Visitate anche il blog di Kelebek

Home | Il curatore del sito | Oriente, occidente, scontro di civiltà | Le "sette" e i think tank della destra in Italia | La cacciata dei Rom o "zingari" dal Kosovo | Il Prodotto Oriana Fallaci | Antologia sui neoconservatori | Testi di Costanzo Preve | Motore di ricerca