VOGLIONO FARE L'ISLAM

RELIGIONE DI STATO!

 


Di Miguel Martínez



Questo articolo risale ai tempi in cui Magdi Allam lavorava alla Repubblica e non era ancora diventato vicedirettore del Corriere della Sera.

Il metodo giornalistico di Magdi Allam - e il motivo per cui viene affettuosamente chiamato il "Pinocchio d'Egitto" - si può riassumere tutto in un suo articolo per il Corriere del 28 settembre, 2003. Egli cita i seguenti casi:

  • Da un'intercettazione telefonica (a cui Magdi Allam sembra avere accesso illimitato), risulta che un immigrato avrebbe detto a un altro immigrato che un certo musulmano, regolarmente residente in Italia, è una brava persona ed è generoso con i poveri.

  • La polizia ha fermato un gruppo di musulmani che giravano in una macchina con un pesante carico di monetine di metallo - 4.500 euro. Erano i soldi della zakàt, che stavano raccogliendo come prescritto dall'islam, che poi vanno ai bisognosi.

  • In un comunicato, un'associazione islamica si è permessa di criticare un'occupazione militare, condannata anche da numerose risoluzioni dell'ONU.

  • In Friuli un gruppo di musulmani ha raccolto soldi per i terremotati algerini.

Il titolo dell'articolo?

"Versamenti segreti ai terroristi. Ecco le carte che accusano gli imam. Intercettazioni e verbali, quattro documenti sul traffico di denaro."

Altri articoli riguardanti le imprese di Magdi Allam:

L'ultimo romanzo di Magdi Allam - di Miguel Martinez

Magdi Allam: un perfetto esempio d’integrazione - di Mr Hyde

"Il Pinocchio d'Egitto" - di Valerio Evangelisti

I musulmani il Ministro ed il giornalista: storia di un equivoco - Hamza Roberto Piccardo racconta dei suoi rapporti con Magdi Allam e dimostra come studi sociologici smentiscano alcune affermazioni di Magdi Allam

Denunciato Magdi Allam - di Miguel Martinez

Magdi Allam e il suggeritore inesistente - di Giuseppe D'Avanzo

Così il Corsera lincia i musulmani - di Gian Carlo Mosca

Come Magdi Allam si inventò "l'arabo pentito" - dal blog di Pfall

13 dicembre psicodramma nazionale - di Miguel Martinez
Per vedere quali possono essere le consequenze della psicosi provocata anche dagli articoli di Magdi Allam, si consiglia un'occhiata alla recensione del libro di Carlo Corbucci sul "Terrorismo islamico in Italia".

La lite delle comari - dal blog di Dacia Valent
Due immigrate marocchine litigano; una va in ospedale e riesce a ottenere un referto di cinque giorni, che non si nega a nessuno, ma ritira la querela quando i numerosi testimoni dimostrano che nessuno l'aveva picchiata. Conclusione di Magdi Allam: ""Ormai anche nel nostro paese, così come succede in Bangladesh o in Giordania, delle donne musulmane vengono sfigurate per il semplice fatto di non indossare il velo o di essere comunque condannate per offesa o tradimento dei valori dell’islam."

Dalle stelle alle stalle - dal Manifesto
Magdi Allam presenta al mondo Feras Jabareen, imam di Colle Val d'Elsa, come esempio di "musulmano moderato" ("un Islam tollerante, pacifico, aperto e compatibile con le leggi e i valori dell'Italia"). Quando Feras Jabareen critica la proposta di Magdi Allam di vietare la costruzione di nuove moschee, Magdi Allam si lancia in rabbiose accuse contro di lui.



Su questo sito, i punti esclamativi sono davvero pochi. Ma questa volta è successo l'inimmaginabile.

Un autorevole quotidiano ha proposto, forse in sintonia con il Ministero degli Interni, di trasformare la seconda religione d'Italia in una succursale dello Stato. Una proposta che ricorda la triste vicenda della "Chiesa patriottica" in Cina, oppure il ruolo della chiesa ortodossa ai tempi della Russia zarista.

Ecco i fatti. Il 23 maggio, sotto il titolo "Parla il ministro dell'Interno dopo gli ultimi attentati", La Repubblica ha pubblicato un'intervista di Magdi Allam con il Ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu.

Preciso subito una cosa. Magdi Allam è un arabo, anzi un egiziano. Anche se vive in Italia da quando aveva meno di vent'anni; e quindi non è molto più "egiziano" di quanto io sia "messicano".

magdi allam hamza piccardo

Magdi Allam nello studio di Hamza Piccardo, segretario dell'UCOII. Al'epoca, Magdi Allam telefonava quotidianamente a Piccardo, che gli fece conoscere l'ambiente islamico italiano. Oggi Magdi Allam scrive quotidianamente articoli contro Piccardo.

Tanti pensano che "tutti gli arabi sono musulmani", e magari che "tutti i musulmani sono arabi". Quindi quando si vede qualcuno con un nome esotico come quello di Magdi, si pensa subito che debba essere un grande esperto di cose islamiche.

Quando però avevo scritto, come fanno tanti, che Magdi Allam era un musulmano, sono stato subito corretto da diverse persone che avevano avuto modo di conoscerlo: secondo loro, Magdi Allam apparterrebbe alla splendida, antica e coraggiosa comunità dei cristiani egiziani. Che Magdi Allam sia copto, lo scrive proprio un amico di Magdi Allam, il giornalista radicale Dimitri Buffa, ("Dietro lo scoop sull'imam integralista la lotta di potere alla moschea di Roma?", La Padania, 10 giugno 2003).

Dimitri Buffa si rifa al proprio ispiratore, il bizzarro "musulmano moderato" Massimo Abdul Hadi Palazzi, che lo stesso giorno aveva scritto in un comunicato:

Da: Istituto Culturale della Comunita' Islamica Italiana
[mailto:islam.inst@flashnet.it]
Inviato: martedì 10 giugno 2003 1.14
A: italianhonestreporting@yahoogroups.com
Oggetto: Re: [ihr] tecnica ormai nota

[...] Magdi Allam invece non è "un islamico moderato che conta", ma un cristiano copto di origine egiziana.

A differenza di Buffa e Palazzi, gli altri che sostengono che Magdi Allam sia cristiano in genere commentano - se Magdi Allam lo dicesse in giro, perderebbe il ruolo acquisito con tanta fatica di "musulmano che svela da dentro i misteri dell'Islam". Insomma, sarebbe un po' come se un valdese facesse il vaticanista negli Stati Uniti, sfruttando come unica carta il proprio cognome da italiano.

Altri sostengono invece, con altrettanta decisione, che Magdi Allam sia musulmano; mentre per qualcuno, la verità si troverebbe in mezzo: un vecchio amico di Magdi Allam ci ha detto che il nostro sarebbe sì di famiglia copta, ma il nonno, in un momento di opportunismo, si sarebbe convertito all'islam. Il padre di Magdi, invece - forse con un occhio alla futura carriera internazionale del figlio - si sarebbe rifatto cristiano.

Comunque sia, Magdi fu mandato in un collegio di preti e conseguì la licenza liceale in una scuola salesiana. Un ottimo posto per imparare l'italiano, forse non il posto migliore per avere il polso della vita egiziana.

Saggiamente, Magdi Allam evita di arrabbiarsi quando lo definiscono "musulmano moderato".

Comunque stiano le cose, torniamo al nostro argomento.

Il ministro ha detto che occorre impedire l'utilizzo delle moschee italiane come basi per azioni violente. Nulla da ridire, non ci voleva il ministro degli interni per dirci che non si deve spacciare droga o tenere bombe né nelle moschee, né nelle chiese battiste.

Casomai preoccupa la riduzione della questione islamica in Italia a una questione di ordine pubblico. Chi legge i giornali probabilmente resta colpito dagli articoli che parlano di retate di terroristi islamici. Sfuggono però ai lettori i trafiletti molto più piccoli con cui i giornali ci informano, qualche mese dopo, che tutti i sospettati sono stati rilasciati con tante scuse. Le vittime della violenza islamica in Italia sono numerose all'incirca come le vittime di rapimenti alieni. Ovviamente ciò non toglie che un buon ministro degli interni debba essere pronto a ogni evenienza, invasioni extragalattiche comprese.

Il giorno dopo però esce un nuovo articolo sulla Repubblica. In prima pagina, Magdi Allam presenta un articolo dal titolo "La sfida ai profeti di violenza nelle moschee." Ecco il rimedio che propone:

"Prendendo esempio dalle decisioni di molti governi musulmani che hanno dovuto fronteggiare lo stesso problema, le moschee in ltalia dovrebbero avere un rapporto organico con le istituzioni pubbliche. Le finanze delle moschee e delle comunità islamiche dovrebbero essere accuratamente registrate e controllate. Il governo italiano potrebbe promuovere l'istituzione di un Istituto universitario per la formazione degli imam, le guide religiose, che devono essere cittadini italiani, rispettosi delle leggi e dei valori fondanti della società e della Costituzione italiana. In conclusione le moschee in Italia dovrebbero essere delle "case di vetro" dell'Islam italiano."

Traduciamo: sul principale quotidiano italiano, un noto giornalista propone di:

  • Imitare la prassi delle peggiori dittature del Vicino Oriente.
  • Istituire un "rapporto organico" tra le "istituzioni pubbliche" e una religione.
  • Creare, a spese dei contribuenti italiani, una facoltà teologica dentro un'università dello stato italiano per formare, secondo criteri decisi dallo stato, le "guide religiose" delle comunità islamiche.
  • Trasformando così l'islam in religione di stato de facto.

Ci permettiamo di sollevare qualche domanda:

  • Il signor Magdi Allam parla a titolo personale, o ha concordato questa incredibile proposta con qualcuno? Il tono piuttosto ossequioso della sua intervista con Pisanu fa pensare che Allam, forse abusivamente, voglia farsi passare per portavoce ufficioso del Ministro. Che poi lo sia in realtà è un altro paio di maniche.
  • Come è possibile che un quotidiano autorevole come La Repubblica abbia potuto mettere, addirittura in prima pagina, un articolo che invita sostanzialmente a porre fine sia allo stato laico che alla libertà religiosa in Italia?
  • Poiché viviamo in uno stato di diritto, si presume che la statalizzazione dell'Islam avverrebbe per legge. Tale legge verrebbe applicata esclusivamente all'Islam, o verrebbero statalizzati anche i seminari cattolici, le sinagoghe e le chiese valdesi?
  • Comprendiamo che il signor Allam proviene dall'Egitto. L'Egitto è un paese stupendo, che ho imparato ad amare profondamente. Ma è un paese in cui mancano diversi fondamentali diritti dell'uomo e in cui non si distingue sempre in maniera netta tra stato e religione.

    Sarebbe forse però il caso di ricordargli che l'Italia è una repubblica democratica e laica, fondata su una costituzione che garantisce certi diritti a tutti i cittadini, compreso il signor Allam stesso.

Speriamo che il Ministero degli Interni si distanzi pubblicamente dalla proposta del signor Allam e che la redazione della Repubblica precisi di ritenere ancora che la laicità dello Stato sia un valore positivo.

A proposito, qui potete leggere una serie divertentissima di articoli, scritti da Valerio Evangelisti, che descrive i metodi, diciamo creativi, che Magdi Allam usa per scrivere i suoi articoli.

Qui invece un saggio di Mr Hyde su Magdi Allam, il perfetto integrato, e un'interessante analisi delle tecniche con cui Magdi Allam ha demonizzato un gruppo di immigrati a Milano.

È utile anche leggere questa recensione di un libro sulla realtà del "terrorismo islamico" in Italia per capire quanto le sciagure che Magdi Allam minaccia quotidianamente siano verità e quanto siano fuffa.

P.S. Giusto per mettere insieme due personaggi di cui ci siamo occupati su questo sito - Gianni Baget Bozzo, il teologo del Sangue e dei Soldi, è entusiasta dell'"intelligenza" e del "coraggio" di Magdi Allam e sostiene che grazie a lui, sarebbe dimostrato che "le moschee sono i luoghi in cui si predica la guerra santa."



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