Le saponette dell'Impero
III parte
 

di Miguel Martinez




Questo è il terzo di una serie di otto articoli su Amway, i cristianisti o "theocon", il Vaticano e l'Impero americano.

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Il successo come merce assoluta

Entrando come venditore in Amway, ci si convince che vendendo - o facendo vendere - molti prodotti, si diventerà liberi, realizzando così il proprio sogno: non a caso, uno dei molti nomi di Amway è anche il World Wide DreamBuilders system, il "sistema mondiale di costruttori di sogni".

Accanto alla vera e propria catena piramidale di venditori, Amway adopera le AMO, le "Amway Motivational Organizations", che devono mantenere i venditori in un perenne stato di esaltazione, attraverso incontri incessanti, con danze, premiazioni, musiche e grida di slogan.

A questo si affianca la vendita di materiale ideologico - libri, cassette e così via - in cui si cerca di rafforzare la fede dei venditori, anche con mirabolanti promesse e con attività come la Giornata della libera impresa, in cui gli oratori insegnano, con la martellante semplicità delle sette, due cose: quanto successo hanno avuto, e come abbiano ottenuto quel successo obbedendo ai propri superiori, in una catena gerarchica-morale che permette di salire fino a diventare "diamanti". Ogni livello è infatti indicato con il nome di una pietra preziosa, con un meccanismo infantilizzante che caratterizza tutto il sistema Amway (per non parlare di ogni sistema di Giovani Marmotte).

Si tratta di un sistema che si è diffuso anche al di fuori di Amway. Sia chiaro, Amway è un sistema perfettamente legale, che vende comunque un prodotto concreto; ma ci sono molte organizzazioni italiane, come l'Alphaclub, che ne hanno mutuato le tecniche psicologiche, come ci racconta un articolo di Mauro Numa (La Stampa, 22 giugno 2000):

"Caso Alphaclub, la confessione di un truffato: "Sono andato con mia moglie. La giornata era scandita da due coffee break e da un catering, pagato da noi, lire 50mila a testa. Eravamo accolti alla porta dai manager e dirigenti. Gente elegante, volti sorridenti, belle donne in tailleur con il bottone della camicetta a un filo da décolleté generosi. Fuori, una fila di Mercedes, Porsche, auto di lusso. Dicevano: "Io faccio il portantino in ospedale, poi ho avuto questa idea e ora sono senior director...". Il direttore del marketing era un ex barista, mio amico. Ci abbagliavano con applausi a scena aperta, quando sul video comparivano i diagrammi di strabilianti successi economici, musica a tutto volume, le luci ti stordivano. Si poteva essere soci Silver o Gold. Dopo averci chiesto di pagare 7 milioni e 200 mila lire di iscrizione, ecco l'affare. Ogni volta che portavamo altre persone, ci veniva pagata una quota in contanti di 1 milione e 600 mila. Poi, quando si diventava finalmente un Gold, scattavano i benefit più alti: si arrivava sino a 2 milioni e sei per contratto. Pagavano tutti i mercoledì, in contanti. Così ho coinvolto altri amici, parenti. E ora sono mortificato".
Tra i motivatori di Amway, troviamo in Italia Roberto Re, teorico del Wellness finanziario e autore di Vendere con successo, e il suo HRD Training Group di Milano, che sul suo sito esprime tutta la mentalità di un'azienda che non produce nulla se non entusiasmo e camminate sui carboni ardenti, ma che riesce a spacciarsi a ditte come la Vodafone-Omnitel, l'Assitalia, il Monte dei Paschi di Siena, McDonald's, IBM e ovviamente Amway e Herbalife; ma anche all'Università Cattolica di Milano, al Politecnico di Torino, e persino alla Scuola di Guerra di Civitavecchia e all'Accademia Militare di Modena. Nei suoi spettacoli, Roberto Re si affianca a due colonne portanti dell'immaginario italiano: Clarissa Burt e Don Mazzi. Sono due ruoli prefabbricati, lontanissimi dalle strutture ideologiche americane, ma fondamentali per quelle italiane: la bella nordica che abbaglia il maschio latino (ma abbastanza composta per non spaventare le mogli) e il prete casto e un po' tonto che fa del bene. Infatti, il prete fa il suo mestiere, e proprio questo lascia il maschio latino di fare il proprio: che consiste nel essere furbo, seduttore e - se occorre - fare del male.

Ma l'immagine dell'intero team di Roberto Re, congelato in una risata meravigliosamente artificiale, rende meglio di qualunque discorso la funzione sociale di una simile umanità (Siamo certi che il signor Re apprezzerà il fatto che abbiamo linkato il suo sito e abbiamo diffuso un'immagine che lui stesso ha voluto far navigare nel mare aperto di Internet).



Capitalista per volontà di Dio

Sul sito dell'Acton, troviamo un'interessante intervista a Richard DeVos Sr, il suocero di Betsy e fondatore di Amway, dedicata al suo libro, Capitalism with Compassion.

Spiega De Vos, "essere un capitalista è la realizzazione della volontà di Dio per la mia vita". I programmi di aiuti statali regalano ai poveri i soldi per ubriacarsi, e quindi sono distruttivi. DeVos si vanta di non aver avuto uno sciopero in tutta la storia della fabbrica di Ada, che produce i prodotti di Amway, perché gli stipendi vengono adattati automaticamente alla situazione dell'azienda; ogni dicembre, poi, si svolgono riunioni dedicate a leggere la Bibbia ai 5.000 dipendenti.

amway richard de vos jay vanardel

Richard DeVos (padre) e Jay VanArdel, i fondatori di Amway, in una significativa posa


La filosofia politica di Amway fu spiegata con maggiore chiarezza da Bill Britt, nella Giornata della libera impresa a Portland, nell'Oregon (1990):

"Lo stato dice che vuole aiutare la gente. La aiuta a fallire. Puoi mettere tutti i soldi che vuoi nel programma antidroga. Non li fermerà. Quello che li può fermare è raddrizzare mamma e papà in modo che raddrizzino tutti questi ragazzi. Fateli sognare. Con un sogno, non c'è più posto per tutta quella spazzatura. Tutto cambia con un sogno. Forse dobbiamo diventare quello che dovevamo essere in questo paese, una nazione di sognatori. Forse è quello che dobbiamo essere: non una nazione di gente che vive nel passato o di mediocri nullità".
Amway è uno straordinario simbolo della fusione dei quattro pilastri dell'americanismo: l'azienda totalitaria, lo spettacolo, la religione e il patriottismo imperiale.


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