Prima che Introvigne diventasse "sociologo":
dal seminario alla guerra contro i "sacerdoti pornocratici del sesso"

 
di Miguel Martinez


Abbiamo già visto quanto sia controversa la questione delle credenziali di Introvigne. Appena cinque anni prima che esplodesse sullo scenario planetario come sociologo e massimo esperto sui "nuovi movimenti religiosi", ecco il suo curriculum come compare sull'ultima di copertina del suo libro Pornografia e rivoluzione sessuale (Editrice Libreria S. Lorenzo, Chiavenna, Sondrio, 1983): 
 
 

"Massimo Introvigne è nato a Roma il 14 luglio 1955. 

Ex-allievo dei Padri Gesuiti, ha conseguito il baccellierato in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, con un elaborato sulla filosofia morale di Wittgenstein. Successivamente si è laureato in giurisprudenza presso l'Università di Torino, con una tesi sulla filosofia del diritto statunitense contemporanea. Una parte di questo lavoro, rivista e rielaborata, forma l'oggetto di una monografia che sarà pubblicata nella collana delle Memorie dell'Istituto Giuridico dell'Università di Torino. Presso la stessa Università, svolge attualmente attività di didattica e di ricerca, sempre nell'ambito della filosofia del diritto. 

Esercita la professione legale come consulente in proprietà industriale, ed è membro di numerose associazioni professionali. In questa veste, collabora ad alcune pubblicazioni specializzate italiane e straniere (particolarmente negli Stati Uniti), ed ha partecipato a Congressi giuridici in Italia e all'estero, dove ha svolto relazioni su temi relativi alla proprietà industriale, alle licenze e alla concorrenza sleale. 

Fin dai primi anni del liceo, milita in Alleanza Cattolica, un organismo civico-culturale che si propone la formazione di uomini e la diffusione di idee secondo i princìpi della dottrina sociale della Chiesa e il magistero politico-sociale dei Pontefici. Collabora regolarmente alla rivista Cristianità, organo ufficiale di Alleanza Cattolica, particolarmente su temi filosofici e morali; per la stessa rivista, ha svolto anche ricerche sulla cultura cattolica piemontese e sui santi torinesi dell'Ottocento. 

È intervenuto come relatore, in varie città italiane, ai periodici incontri per 'amici di Cristianità', organizzati dalla rivista e da Alleanza Cattolica, nonché a seminari e conferenze promossi da Alleanza Cattolica, da sola o in collaborazione con altri gruppi o associazioni"

  

Viste le sue idee posteriori sulle proposte di misure legislative contro i culti, è interessante vedere come a pagina 20 di questo libretto, Introvigne dice che "La pornografia - anche sedicente artistica - può e deve essere vietata in base a un giudizio etico, giudizio che è insieme in armonia con i canoni di un'estetica conforme alla ragione". Cosa dovrebbe fare un "consociato" (presumibilmente di AC) a questo riguardo? 
 
 

"Stimolare i magistrati con esposti e denuncie, certamente, e insieme controllare e giudicare i politici che in mille modi favoriscono la pornografia" (p. 21)
  

Le idee di Introvigne, come quelle di AC, derivano direttamente dagli scritti dell'estremista brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira, un fatto che il nostro tende oggi a nascondere nelle proprie opere. Parleremo più diffusamente in seguito di questo personaggio, ma per ora può essere interessante notare come Introvigne, in quei tempi lontani, fosse molto più esplicito. Nello stesso libretto sulla pornografia (p. 23), Introvigne diceva: 
 
 

"Plinio Corrêa de Oliveira, nella 3° edizione italiana del suo Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, ha parlato di una 'IV Rivoluzione', successiva alla I Rivoluzione protestante-assolutista, alla II liberale-illuminista, alla III comunista"
   

Questa "Quarta Rivoluzione" sarebbe basata sull'uso degli stupefacenti, sulla pornografia e - a quei vecchi tempi - sulle sètte. 

Il debito di Introvigne verso Corrêa de Oliveira emerge da decine di vecchi documenti. Per descrivere le idee del venerabile Francesco Faà di Bruno, morto nel 1888, decenni prima della nascita di Plinio Corrêa de Oliveira, Introvigne non trova di meglio che citare Plinio in una maniera che sembra sia il prete dell'Ottocento a parlare; solo una nota a piè di pagina chiarisce che le citazioni sono tratte da Plinio e non da Faà di Bruno: 

"Forse, però, il segreto di Francesco Faà di Bruno sta nella sua lucida comprensione dei termini del 'problema dell'ora presente'. Egli capì che la Rivoluzione anticristiana 'è universale, è una, è totale, è dominante', che essa 'si estende, per l'ordine stesso delle cose, a tutte le potenze dell'anima, a tutti i campi della cultura" 
(Massimo Introvigne in Cristianità, aprile 1979)


Il testo contiene anche un interessante riferimento tra virgolette al 'problema dell'ora presente': il riferimento è a un libello antimassonico e antiebraico, di padre Henri Delassus, membro del Sodalitium Pianum di Umberto Benigni. Uno dei capitoli più interessanti di Le problème de l'heure présente: antagonisme de deux civilisations (1904, 2 voll.), il XXVI, parla degli "Ebrei. Per loro mezzo l'Alta Vendita aveva azione su tutto il mondo massonico. - La loro ubiquità, la loro organizzazione sociale rende loro facile questo ufficio. - Il loro denaro. - Gli Ebrei si servono dei framassoni fintantochè li obbediscono. - Framassoni posti presso gli Imperatori ed i Re". Ancora più interessante, forse, è che l'edizione italiana del libro del Delassus sia stata pubblicata da Cristianità nel 1977 e venga tuttora pubblicizzata sulla rivista; è il testo intero è scaricabile su Internet presso un sito vicino ad AC. 

Delassus, comunque, è ufficialmente ritenuto - assieme a Louis Grignion de Montfort - il principale ispiratore del pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira. Giovanni Cantoni, reggente di AC, infatti scrive:  


" "Dal canto suo, l'ecclesiastico francese [Delassus] collega [Plinio] al pensiero di quanti hanno subito reagito alla Rivoluzione dell'Ottantanove, cioè ai reazionari della prima ora, in quanto monsignor Delassus è protagonista della transizione dalla "patristica" alla "scolastica" contro-rivoluzionarie, cioè alla scuola di pensiero e d'azione della Contro-Rivoluzione cattolica nel secolo XX. 
("Voci per un Dizionario del Pensiero Forte", pubblicato all'inizio a puntate sul Secolo d'Italia, organo di Alleanza Nazionale, s.v. "Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995)")

Per ulteriori dettagli sul rapporto tra AC e Delassus, potete dare un'occhiata qui.

Massimo Introvigne ha aderito ad AC giovanissimo, dopo un breve periodo nel Fronte Monarchico Giovanile. Nel suo curriculum, come abbiamo visto, egli dice di aver studiato "all'Università Gregoriana di Roma" (questo riferimento viene in genere tolto dai suoi scritti più recenti). In realtà, Introvigne frequentava la Gregoriana come seminarista (Sodalitium, n. 35, ott.-nov. 1993), dove scriveva regolarmente per il settimanale di destra Il Borghese sotto lo pseudonimo di Lo Svizzero, la "guardia svizzera" che difendeva il Papa dalla Teologia della liberazione, allora molto di moda. 

Nonostante questa difesa del Pontefice, tutto il movimento di AC, compreso il giovane Introvigne, corteggiò a lungo la Fraternità di San Pio X di Monsignor Lefèbvre; al seminario di Ecône, Introvigne era un conferenziere assai stimato.  

(clicca sull'immagine per la foto intera) 


Un ex-seminarista ha descritto graficamente i propri ricordi del giovane Introvigne, con un lungo abito sacerdotale, mentre discuteva di moda clericale con un collega. Una foto su L'Europeo (giugno 1977) mostra il giovane Introvigne, in borghese e non ancora calvo, ma con un'inconfondibile espressione di intensità negli occhi, mentre si avvicina il più possibile a Mons. Lefèbvre alla villa romana della famiglia Pallavicini, un episodio che il Vicario Generale di Roma, il cardinale Ugo Poletti, definì sull'Osservatore Romano "un episodio da dimenticare". 

E ovviamente Introvigne presto se ne dimenticò. 

Quando Lefèbvre venne scomunicato, AC valutò rapidamente la situazione e scelse di sostenere il Vaticano. 

Introvigne divenne l'esperto di AC in "filosofia morale", cioè in uno studio approfondito del cambiamento nei costumi sessuali e della pornografia, il suo interesse principale prima del satanismo (che, assieme ai vampiri, è probabilmente l'argomento che più appassiona Introvigne). 

A quei tempi, lo scopo principale di Introvigne era di privare gli individui del loro diritto di esercitare la propria libertà personale facendo ricorso a sostanze stupefacenti o a materiali pornografici. Ad esempio, in un articolo su Cristianità (aprile 1978), sotto il titolo "Un aspetto della guerra sovversiva: la rivoluzione della droga e la 'filosofia chimica"', Introvigne informa i lettori che le droghe sono il passo successivo della Rivoluzione, "oltre il comunismo, dopo il comunismo". Le droghe rientrano nella teoria di Mao Tse-Tung secondo cui " ogni uomo è un obiettivo della guerra rivoluzionaria" e rientrano nello "schema proposto dal prof. Corrêa de Oliveira nel già citato Rivoluzione e Contro-Rivoluzione". Per costituire "le linee di una resistenza e di una contro-rivoluzione", occorre inasprire le leggi: 
 
 

"In prospettiva giuridica si mostra l'insidia che si cela nelle leggi permissive, replicando all'ulteriore sofisma secondo cui il drogato non farebbe male a nessuno e sarebbe dunque 'ingiusto' negargli la 'libertà di droga' e si prova come questa affermazione sia non soltanto immorale (a nessuno essendo lecito, in un ordinamento rispettoso del diritto naturale, attentare alla vita non solo altrui, ma neppure propria), ma radicalmente falsa sul piano dei fatti, perché il tossicomane, lungi dal 'non fare male a nessuno', manifesta una elevata pericolosità criminale, che si estrinseca nella commissione di gravi e diversi reati."
   

Qualunque cosa si possa pensare di tali opinioni, esse gettano una luce interessante sulla carriera successiva di Introvigne. Innanzitutto, la spiegazione della tossicodipendenza non è sociologica (nessun accenno ad esempio al ruolo della società dei consumi nella diffusione dell'abuso di sostanze stupefacenti), ma teologico-politica (si potrebbe parlare di una 'teoria del complotto'); lo scopo del suo studio non è accademico ma "controrivoluzionario" e come tale non prende nemmeno in considerazione le possibili obiezioni (ad esempio, i tossicodipendenti potrebbero delinquere proprio perché le sostanze stupefacenti sono illecite); infine, Introvigne, anche se suggerisce una "restaurazione sociale controrivoluzionaria" come soluzione finale al problema, chiede una legislazione più severa contro ciò che i libertari sosterrebbero essere una "faccenda privata". 


   



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