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Guerre d'incantesimi



Remzija, Lulzim e Reska alcuni mesi dopo.
Remzija indossa un vestito che ha comprato da un
uomo i cui nipoti sono morti nel rogo di un camper

 
 
 
Per alcune settimane, Kadri telefona a Reska, un po' minaccia e un po' si lamenta, fa la vittima. Dice sempre che presto arriverà in Italia per riprendersi sua moglie. 

Una mattina, Kadri compare a Brescia con la sua bella macchina. Alla cascina, ci sono Rezijana, Bajram, Xhevrija; Remzija è ancora nascosta in un luogo sicuro. Tutto il campo aveva giurato di cacciare via Kadri, ma lui scende dalla sua macchina, calmo e sicuro di sé. Per qualche motivo, la gente del campo tace, lo accompagna addirittura dentro il cortile, su per le scale e fin dentro la stanza dei Berisha. Kadri entra per primo, si siede e tutti sono ai suoi piedi. Di certo, Kadri sarà andato da un vecchio e spietato hojja, metà mistico e metà mago musulmano, che gli avrà fatto un incantesimo di invincibilità. 

Arriva allora la piccola Reska, grandi occhi neri truccati, carica dei suoi ori. "Io sono la Reska e sono TROPPO furba e ho una zhiva da quando sono nata"... indica la spalla destra... "per cui il tuo incantesimo non può farmi niente... forse anche se mi spari non mi succede niente". Una zhiva, incanto di un piccolissimo Corano... Fatto sta, per la zhiva oppure perché la ragazza ha avuto il coraggio di sfidarlo, il grande Kadri in quel momento perde il suo potere. Comincia a giustificarsi, lui in fondo manda per strada le donne solo perché gli mancano i soldi... anzi, è colpa di Remzija, che ha fatto tanti figli... e poi la sua unica lavoratrice, Emba Sada, "Esmeralda" per i clienti, gli è costata ben cinquemila marchi. 

A questo punto compare da Bergamo il cugino di Reska, con "tutta la sua mafia". Per arrivare più presto con la sua macchina, ha sfidato le leggi dello stato e quelle del buon senso. Il cugino è piccolo e cattivo, fierissimo dei suoi capelli lunghi, appartiene a una misteriosa confraternita sufi, "musulmani diversi" da Bajram e i suoi figli, gente - mi racconta lui stesso - che prega in cerchio e si prende a coltellate tra loro per mettere alla prova la propria fede. Ora il cugino vive in un buco miserabile ("peggio degli zingari"; mi spiega Rezijana) con una decina di parenti, ma guida e sfascia belle macchine.  

Il piccolo cugino si piazza davanti all'orco seduto, gli dà una gran manata sulle cosce e gli dice, "chi manda a battere le donne non è un vero uomo... è un omosessuale!" e ordina al bestione di andarsene. 

Mite, l'orco/orso dice di sì, andrà via, ma non ha i soldi per ritornare a Zagabria. E allora sono quelli del piano di sotto che gli danno 150.000 lire. Curioso elemosinare che spezza ogni incanto. Sale sulla sua macchina e scompare. Per il momento.   

 
 





 


 


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