zingari, rom, kosovo, profughi



"Morirà"



Incerto se l'avrei mai rivista viva, la mattina sono riuscito a
prendere questa foto un po' disperata di Remzija

 
 
 
Si alza l'alba sulla palude. Non so ancora nulla dei discorsi tra le sorelle, ma Remzija entra nella stanza dove dormo. Mi sussurra poche, fondamentali frasi in tedesco, dicendomi anche che Kadri non sa che lei conosce quella lingua. È pronta a fuggire. E mi fa vedere anche un grande schizzo di sangue secco sulla parete dove lui l'ha picchiata.  

Reska aveva già intuito tutta la situazione, ma io non sapevo se crederle o no. In realtà, ogni volta che ho dubitato di lei, ho dovuto ricredermi. Perché se è vero che si perde in un bicchiere d'acqua quando si tratta di affrontare le istituzioni, sui rapporti umani ha le idee chiarissime e intuizioni sconcertanti. 

Kadri ci porta orgoglioso sulla sua macchina a cercare un macinino da caffè per la madre delle ragazze, un oggetto introvabile in Italia. E mentre gli parlo, seduta dietro, Reska infila le dita in una borsa piena di cosmetici e preservativi per la "dipendente" di Kadri. Torniamo alla casa, con il macinino e una cassetta di canzoni di guerra albanesi. 

Reska e io partiamo. Salutiamo tutti... torniamo, diciamo a Ljubljana. Kadri mi dice forte e in tedesco, siamo una famiglia felice, lo hai potuto vedere anche tu. E io, facendo il tonto fino all'ultimo, che gli ha infangato mezza casa con le scarpe, rispondo di essere proprio contento di vedere che stanno tutti così bene. 

Reska e io siamo soli e mi accorgo quanto sia difficile trovare un posto per la macchina quando si è invalidi e non si possono percorrere lunghe distanze a piedi. Dobbiamo cercare aiuto, ma io non conosco la lingua, e sono in compagnia di una scura Rom dall'inconfondibile accento serbo. 

Chiediamo consiglio al consolato italiano. Gentili, ma ci dirottano subito verso la polizia croata. Mentre andiamo verso la macchina, Reska cade a terra dalla stanchezza e dalla tensione. Ironia tragica della vita - se in Jugoslavia avessero avuto le vaccinazioni obbligatorie, lei ora avrebbe il corpo sano della sorella; ma se avesse avuto il corpo della sorella, avrebbe fatto forse anche la sua fine? 

Gentili anche alla centrale di polizia, che ci manda al commissariato di zona.  

Al commissariato di zona, io parlo in inglese con un poliziotto dagli occhi gelidi. Lui risponde in croato a Reska. La polizia non interviene mai quando ci sono di mezzo i bambini. E poi in queste sciocche dispute tra moglie e marito... Comunque, Reska può andare dai servizi sociali e, se loro daranno il permesso, la polizia interverrà. 

Servizi sociali: un palazzo malandato, andate alla stanza numero sette, la stanza numero sette è chiusa, provate alla stanza numero cinque, alla stanza numero cinque alzano le spalle, dicono di no, tornate lunedì - ma noi lunedì dobbiamo essere in Italia. Non sappiamo proprio che dirvi, ci dispiace. 

E basta. Non resta altro. "Allora Remzija morirà" dice Reska. Infatti, aveva giurato che si sarebbe uccisa piuttosto che prostituirsi. Com'era grigio il cielo di Zagabria in quel momento.  

 











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