zingari, rom, kosovo, profughi



Un sussurro di anelli



Rezijana con Remzija e i suoi figli

 
 
 
Inizia il gioco dell'intelligenza. Fino a questo momento, l'unico indizio che abbiamo su quanto sta succedendo è stato un sussurro, una specie di messaggio nella bottiglia... Ciascuno dovrà cercare di carpire il segreto dell'altro. 
Siamo tutti seduti sui divani. 

La prima mossa è di Reska, che sfoggia i suoi inspiegabili ori e la sua macchina, parla di un suo fidanzato italiano nella polizia e soprattutto insospettisce per il fatto di essere riuscita a ottenere un visto per la Croazia. Intende dire, sarò piccola e donna ma ho risorse e poteri che neanche vi immaginate. 

Kadri chiama il suo amico Medo. Medo, alto e taurino, con i capelli lunghissimi legati in un codino, entra fingendosi ubriaco e ci sta vicini per ascoltare cosa ci diciamo io e Reska. Non vuole rivelare che capisce l'italiano, ma è talmente fiero di conoscere la lingua che a un certo punto si tradisce. 

La terza mossa tocca a me. Faccio semplicemente finta di non capire una parola di serbo, croato, rom o albanese. Enigmatico e ingenuo nel contempo, mentre Reska dice che sono un collega del suo inesistente fidanzato, venuto per un convegno internazionale a Ljubljana. Quando mi spiega cosa ha detto, minimizzo ma non nego, chiedendole di precisare che io non opero in Croazia e che sono qui semplicemente in vacanza. Dopo dirò vagamente che "lavoro per lo Stato." Può darsi che questo straniero stia mentendo, pensa Kadri, ma è meglio andare sul sicuro: non si deve mai uccidere un poliziotto. Però, se da un lato questo mi serve per garantirmi la vita, dall'altro, devo stare attento a non spaventare troppo Kadri finché non avremo un piano preciso. 

La quarta mossa tocca a Kadri, che nel frattempo ha riempito la stanza di alleati. La sorella, il fratello, il cognato, il padre e la cupa figura di sua madre: pelle chiara e occhi azzurri, viso crudele e spalle diritte, che cammina appoggiandosi a un vero bastone - un ramo pesante e nodoso. Davanti al suo silenzio, la banda di Kadri tira fuori le bottiglie di birra e inizia a bere. I bambini sono stati cacciati con un urlo dalla stanza, ma una bambina entra di corsa, come un automa disciplinato dal terrore, per portare un bicchiere a Kadri, e poi scompare. 

Compare Remzija. Cortese, ci serve le immancabili tazzine di tè e di caffè - quanto è uniforme il mondo islamico… Parla poco, ma quando lo fa ride e scherza. Anche se vi è certamente qualcosa di disperato nella sua espressione, è sorprendentemente bella e snella, con la pelle scura, gli occhi affascinanti e la corporatura forte dei suoi fratelli. Sembra impossibile che possa aver messo al mondo sei figli. Cucina, prende in braccio i suoi bambini e sembra una moglie felice. Non riesco a capire cosa celi il suo cuore. 

Le lingue si alternano: su ognuna, l'ombra dei simboli della paura e del potere. Medo sfida Reska sul terreno scivoloso e segreto del rom. Al serbo della mia amica, i nemici rispondono con impercettibili variazioni di tonalità, nella lingua egemonica della Croazia vittoriosa. Poi tutti passano a un rumoroso albanese. Io comunico con Reska nel nostro italiano, spiato da Medo, mentre con loro parlo in tedesco. Improvvisamente, Reska fa una nuova mossa. Mentre stiamo mangiando, mi chiede di recitare un brano del Corano in arabo. L'arabo è la più potente di tutte le lingue, ma loro lo storpiano addolcendolo con il turco. Improvvisamente io, lo straniero, insensibile, ignorante di ogni lingua, dimostro di possedere il cuore sonoro dell'Islam. Trionfante, Reska annuncia che il suo alleato conosce tutte le lingue, è il suo mestiere. Nella guerra della pietà islamica, Kadri tenta una contromossa: lui ha uno zio che oltre vent'anni fa è andato "in Arabia" a studiare. Dove, gli chiedo gentilmente? A Mecca? ad al-Azhar? Kadri confessa di non sapere. 

Cala il buio, in quella casa senza luce e senz'acqua. Nelle tenebre, intravedo i visi dei nostri avversari e i bambini, impauriti e sempre silenziosi, eppure curiosi e attenti. Il generatore che accendono deve essere inaffidabile, perché la casa è illuminata a tratti. 
  
Kadri e io cominciamo a parlare in tedesco e lui mi porta fuori, a vedere il suo cavallo, la sua mucca e la sua macchina. L'immensa ciminiera illuminata e i riflessi della luna piena sulle acque della palude... sentirò poi raccontare di come i corpi spariscono in fondo a quell'acquitrino senza lasciare traccia. 

Lui si vanta di aver speso tredicimila marchi per la Passat, che avrebbe comprato, mi assicura, "da un ispettore di polizia." Poi si lamenta perché deve lavorare di notte, spazzando le strade e guadagnando una cifra diversa a ogni piè sospinto: novecento, seicento, trecento marchi al mese. 

Lasciano il salotto tutto per me. Dormo su un materasso per terra, con lenzuola e piumone. Nell'armadio, dietro una tendina, c'è il Corano e fuori, dalla grande finestra, vedo alzarsi una fitta nebbia illuminata dalla luna. 

Reska e Remzija sono costantemente sorvegliate. I parenti seguono le sorelle come ombre. Passa la mezzanotte, passa l'una e finalmente vanno a letto - ma vicino alle due sorelle si sdraia il fratello di Kadri, che finge di dormire. Nelle tenebre Reska allunga una mano e sente un corpo: sarà la sorella o il nemico? Scivola con le dita  lungo una mano finché lei non tocca e riconosce gli anelli d'oro di Remzija. A quel punto, più a tatto che a sussurri, Remzija rivela alla sorella la verità. 
 
Gli animali di Kadri non sono soltanto la mucca, la macchina e il cavallo. Anche la donna è per lui un animale che per undici anni gli ha pulito la casa. Per undici anni lui l'ha picchiata nelle sue notti di ebbrezza. Per undici anni ha generato figli col suo corpo. Non per passione, ma per ottenere sussidi che lo Stato dà alle famiglie numerose. Ora di notte Kadri non pulisce le strade, ma vi porta a pascolo la sua prostituta. Verremo poi a sapere che, poco tempo fa, ha accoltellato una donna e ne ha violentata un'altra. Ora convive con la sua prostituta, la quale però è attualmente in carcere. Ogni notte, Kadri picchia la moglie con pugni forti e sicuri. Per tre settimane, l'ha tenuta prigioniera in una stanza, con la madre di Kadri che la nutriva di nascosto

Remzija ha avuto da pochi mesi il suo ultimo bambino. Appena avrà smesso di allattarlo, Kadri ha deciso che manderà sul marciapiede anche questa donna da monta, incatenata con il ricatto dei figli e la minaccia delle botte. Perché non fugga, non basta la distanza che corre tra la Misheveçka e il pianeta terra - vegliano sul bestiame di Kadri anche i suoi sei fratelli, più il padre e la madre, più Medo e i suoi otto fratelli ... e per essere certi fino in fondo, Kadri ha anche bruciato i documenti di Remzija. Lei non può attraversare alcuna frontiera, non ha dove nascondersi in Croazia e se va dalla polizia, la rimanderanno a casa finché non riuscirà ad avere documenti nuovi. 

Ogni racconto umano è imperfetto e falsificato da innumerevoli fattori. Ma alla fine si deve scegliere tra il racconto ufficiale e il racconto diretto della vittima quando osa parlare, nonostante il costo tremendo che questo comporta.  

Kadri, senza correre alcun rischio, dice prevedibilmente che la sua famiglia vive nel migliore dei mondi possibili. Remzija, sussurrandolo terrorizzata, di notte, alla sorella, racconta di vivere in un inferno. E non ha certamente nulla da guadagnare a dirlo. 

A noi scegliere se preferiamo la versione dei prepotenti o quella degli oppressi. 

[Vi invito anche a leggere un mio articolo sullo stretto rapporto che esiste tra quanto abbiamo raccontato qui e la questione delle "sette distruttive"]. 
 

 
 











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