di Flavia Busatta Per agevolare la lettura, questo articolo di Flavia Busatta, tratto da Hako Magazine, è stato diviso in diverse parti.
Indiani new age
Una serie di personaggi che
pratica una forma postmoderna di sciamanesimo tribale è oggetto di culto per i
seguaci multietnici e dure contestazioni da parte dei separatisti
etnoreligiosi.
Una scuola di pensiero molto
affollata vede il modo di essere dell'indiano, dotato di spiritualità,moralità
e sentimento ecologico, opposto a quello materialistico e rapace degli
invasori. Migliaia di americani ed europei credono, che i nativi
americani mantengano una specie di saggezza primordiale che può sanare un mondo
turbato, a causa di una supposta maggiore vicinanza con la Natura, da cui
l'uomo civilizzato si sarebbe allontanato. Personificata in Gaia, la
“grande madre” vivente, la Madre Terra, come essere quasi pensante, rappresenta
la personificazione della Natura e una speranza per il futuro. Secondo questo
punto di vista il buon selvaggio è senz'altro superiore al malvagio
civilizzatore e da questo assunto deriva la possibilità della spiritualità
indiana di modificare e vivificare la cultura occidentale:
Ai “popoli naturali'' di tutto il mondo e in primo luogo agli
indiani americani, restati “immuni'' dalla civiltà, anche se vivono per oltre
il 70% nelle megalopoli urbane, viene anche attribuita una conoscenza
infinitamente più vera e antica della medicina naturale, molto superiore a
quella dei medici laureati nelle università, perché, anziché mangiare hamburger
e patatine e scatolette, soffrire di un tasso di alcolismo incredibilmente alto
e pagare un pesante tributo a diabete e AIDS come avviene nella realtà, si
suppone che essi prendono solo quello che la Natura liberamente e amorevolmente
offre, alimenti selvatici e materiali riciclabili. «Da questa supposizione, un
certo numero di praticanti di medicina e spiritualismo “indiani'' hanno tratto
un confortevole reddito» (Kehoe 1996:194).
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