Intervista con la resistenza irachena
 



Articolo tratto dal sito iraqlibero.at.


Nota introduttiva di Miguel Martinez

Un anno fa, la più potenza che la storia umana avesse mai visto attaccò un paese del Terzo Mondo. Doveva essere la prima tappa, non solo della conquista di tutto il Vicino Oriente, ma anche del "Nuovo secolo americano", l'era in cui tutte le risorse del mondo avrebbero dovuto essere al servizio di un unico paese.

Questo progetto è stato frustrato, almeno in parte. Non dalle manifestazioni pacifiste, ma dalla resistenza degli iracheni. Chi critica la resistenza e si appella all'ONU non si rende conto che non si parlerebbe nemmeno di un intervento delle Nazioni Unite, se la più grande potenza del mondo non avesse subito quello che ha subito. E se oggi rinasce un movimento contro la guerra, è anche perché l'Iraq fa ancora notizia.

Invece, da destra e da sinistra, si cerca di liquidare la resistenza irachena. Solo l'Occidente ha il diritto di decidere il futuro dei popoli sottomessi. Per Lucio Malan di Forza Italia, chi difende la resistenza è punibile, secondo la legge 270-bis “con la reclusione da sette a quindici anni.” Per Francesco Rutelli, "vanno proibite tutte le manifestazioni che inneggino alla resistenza irachena".

La destra reale e la sinistra reale concordano, quindi, nel negare il diritto di resistenza, come concordano nell'accettare il timbro ONU sull'occupazione dell'Iraq.

Jabbar al-Kubaysi è il massimo esponente dell'Alleanza nazionale Patriottica Irachena. Nel febbraio del 2004, è stato intervistato da alcuni esponenti del Campo Antimperialista.

Al-Kubaysi ci presenta un quadro dell'Iraq dettagliato e per nulla retorico. Che è in diretto conflitto con quasi tutto ciò che sentiamo in Italia.

È il punto di vista della resistenza, ovviamente. Di chi non ha nulla a che vedere con il vecchio governo di Saddam Hussein, ma non accetta che l'ONU legittimi l'embargo, il bombardamento, l'occupazione e il saccheggio di quello che fu uno dei paesi più prosperi e moderni del Vicino Oriente.




Le parti dell'intervista:

  • Quadro generale sulla situazione della resistenza

  • Il fronte politico della resistenza.

  • Sull' Assemblea Costituente Democratica

  • Sulle Nazioni Unite

  • Sulla vita quotidiana.

  • Sulla resistenza militare

  • Sul Consiglio di Governo provvisorio

  • Sulla questione kurda.

  • Sulla tragedia comunista

  • Sul Movimento anti-globalizzazione




Come sta progredendo la resistenza contro lŽoccupazione?

Farò un esempio di vita quotidiana che riflette quanto la mobilitazione sia penetrata tra la popolazione. Si ritiene che le donne anziane non si interessino alla politica. Tuttavia, durante i miei viaggi attraverso il paese, mi capita spesso di sentire le donne più anziane chiedere a figli e nipoti perché essi siano ancora a casa e non stiano combattendo con la resistenza. La resistenza non è considerata come lo sforzo di alcuni radicali ma come parte integrante del popolo. Tutti devono contribuire nel modo a loro possibile.
Esiste realmente una differenza significativa tra il sud sciita e il nord sunnita?
La differenza è minore di quanto mostrato dai media occidentali. In occasione dellŽultimo Ramadan, ad esempio, sunniti e sciiti, per la prima volto dallo scisma, hanno iniziato il digiuno lo stesso giorno. Si tratta di un segnale irrefutabile. Il numero di collaborazionisti tra il clero, gli sceicchi, i politici auto-proclamatisi tali e la cosiddetta società civile composta da intellettuali e artisti occidentalizzati è in realtà estremamente ridotto. Anche le forze armate delle brigate al-Badr di al-Hakim e le milizie di Talabani, che con il pretesto di punire i baathisti terrorizzavano tutti coloro che simpatizzavano per la resistenza, sono ora costretti alla clandestinità. A causa della loro collaborazione essi hanno perso la fiducia della gente, mentre i sostenitori della resistenza sono potuti emergere alla luce del sole nuotando come pesci sullŽonda crescente della rabbia popolare. NellŽultimo periodo le maggiori città meridionali quali Kut, Nasseriya ed Amara sono stato teatro di manifestazioni di massa e di scontri con le forze di occupazione che hanno causato una dozzina di morti e un alto numero di feriti. Coloro che sono scesi in strada erano per lo più ex impiegati pubblici, insegnanti, professori universitari, funzionari statali, impiegati o soldati che sono stati licenziati in massa dagli occupanti con lŽaccusa di essere baathisti. Molti di loro erano effettivamente membri del partito Baath, alcuni per convinzione molti per la loro carriera professionale, e la maggior parte di loro naturalmente con un background sciita. Sei mesi fa tali manifestazioni sarebbero state impossibili in quanto le forze filo-americane che sono entrate nel paese con gli invasori hanno condotto una vera e propria caccia alle streghe di tipo maccartista, con migliaia e migliaia di morti. Oggi il clima politico è cambiato radicalmente. I membri del partito Baath e il baathismo sono di nuovo accettati come parte della tradizione nazionale irachena. I manifestanti hanno combinato la richiesta di essere riassunti e di ricevere gli stipendi arretrati con la richiesta della fine dellŽoccupazione. Anche il livello degli attacchi militare nel sud sta crescendo. Tutte le principali città sono interessate da azioni di resistenza e alcune di esse, come per esempio, Baluba nella provincia di Diala, dove sciiti e sunniti sono completamente mescolati, sono sotto il pieno controllo della resistenza. Nei prossimi mesi il sud raggiungerà e forse sorpasserà il livello di resistenza del nord. Occorre tener presente che si tratta della zona più povera del paese dove più fortemente colpiscono gli stenti imposti alla nazione.




Marzo 2004 - attacco alle truppe britanniche nella sciita Basra



Quali sono i punti fermi della resistenza?
La situazione è molto dinamica. Probabilmente il sud si trova oggi allo stesso punto in cui si trovava Falluja lŽestate scorsa. Gli americani stanno imponendo il coprifuoco in quasi tutte le città, mentre a Falluja avviene esattamente lŽopposto. È la resistenza ad avere imposto un coprifuoco agli americani. Essi sono stati costretti a lasciare la città e a costruire le loro basi al di fuori a causa dellŽinsostenibile numero di attacchi. Dopo il calare della notte devono tenersi al di fuori della città. Ma ci sono anche altre città che la resistenza controlla completamente. Gli occupanti stanno facendo ricorso alla punizione collettiva della popolazione civile come i sionisti fanno in Palestina. Particolarmente grave è la situazione a Tikrit dove interi villaggi sono stati distrutti.
La cattura umiliante di Saddam Hussein ha avuto lŽeffetto negativo sulla resistenza proclamato dagli Stati Uniti?
Di certo la presentazione di Saddam Hussein ai media è stato un successo propagandistico meticolosamente pianificato. Ma sul terreno non è cambiato niente. Al contrario, nellŽinsieme lŽunità della resistenza si è rafforzata. Molti baathisti che erano in disaccordo con il regime di Saddam Hussein e che si opponevano al fatto che lui giocasse almeno il ruolo del leader dŽonore, hanno iniziato ora ad impegnarsi attivamente nella resistenza. I diversi gruppi baathisti sono diventati maggiormente flessibili nelle loro decisioni. DŽaltra parte anche le forze islamiche hanno accresciuto la loro cooperazione. Saddam, malgrado il fatto che una grande maggioranza non approvasse i suoi metodi di governo, sta diventando un simbolo della resistenza. I network televisivi occidentali hanno mostrato le manifestazione con i ritratti di Saddam e hanno diffamato coloro che li portavano designandoli come i fedeli-di-Saddam, ma la verità è che la popolazione non ha niente a che fare con Saddam. Essi lo usano soltanto come simbolo per sfidare gli occupanti così come molte donne non religiose indossano il velo come simbolo contro lŽoccupazione.

Il fronte politico della resistenza

Come mai non ha ancora preso vita un fronte politico della resistenza?

Non cŽè motivo di aver fretta. Il livello militare della resistenza è tale, con 45 fino a 70 attacchi al giorno, da creare enormi problemi militari, finanziari e politici agli Stati Uniti. In un certo senso la resistenza è già riuscita a ritardare la loro guerra globale preventiva. Sul piano politico gli Stati uniti si sono mostrati completamente incapaci di stabilizzare la situazione. Il loro cosiddetto Consiglio di Governo è sempre più isolato. Non soltanto i loro componenti ma anche i loro partiti collaborazionisti devono essere protetti dagli occupanti mostrando così alla popolazione chi sono veramente. Un esempio dalla mia città natale Falluja. Dopo lŽarresto di Saddam la popolazione è scesa in strada - come del resto in molte altre città - distruggendo gli uffici di quattro partiti collaborazionisti. Per vendetta gli americani sono venuti con i carri armati e hanno distrutto lŽufficio dellŽAlleanza Patriottica. Ma il tempo gioca a favore del popolo iracheno e contro gli Stati Uniti. Tuttavia, le principali componenti della resistenza si sono già riunite ed è in discussione una bozza di programma. Ritengo che il fronte verrà presto proclamato e che quando gli Stati uniti cercheranno di trasferire una parte del potere ai loro burattini, passaggio previsto per lŽestate, esso potrebbe già essere in grado di funzionare come alternativa.
QualŽe il programma del fronte politico della resistenza?
  • 1) Tutte le truppe straniere devono lasciare lŽIraq e lŽoccupazione deve terminare. Noi siamo per la piena sovranità, indipendenza e unità dellŽIraq.
  • 2) Tutti i mezzi utilizzati per resistere al progetto di occupazione imperialista-sionista sono legittimi.
  • 3) LŽoccupazione è illegale per cui chiediamo piena riparazione agli aggressori.
  • 4) Tutte le istituzioni create dallŽoccupante sono nulle. Non le accetteremo e la resistenza le considererà bersagli legittimi, anche nel caso in cui esse fossero "irakizzate".
  • 5) lŽIraq liberato per il quale lottiamo si base sul principio della parità di diritti per tutti i cittadini, la libertà politica e una costituzione decisa dal popolo. Essa proteggerà inoltre la cultura arabo-islamica dellŽIraq.
  • 6) LŽoccupazione americana dellŽIraq è indistricabilmente legata a quella sionista della Palestina. Esiste un comune progetto imperialista-sionista per opprimere il popolo arabo che deve essere sconfitto dall`intera nazione araba.
  • 7) Il fronte politico è aperto a tutte le forze anche se esse dovessero decidere di unirsi a noi in un secondo tempo.
  • 8) LŽaggressione e lŽoccupazione dellŽIraq è solo una parte della grande strategia degli Usa volta ad erigere il loro impero globale. Pertanto la nostra battaglia è parte integrante della lotta per difendere lŽumanità dal nemico principale, gli Usa.
  • 9) Fare dei passi per costruire un fronte arabo e internazionale per la liberazione della Palestina e dellŽIraq e per sconfiggere lŽimpero americano.
Quali sono le componenti del fronte politico della resistenza?
Ci sono quattro correnti principali nel paese. Noi stessi, cioè lŽ "Alleanza Patriottica Irachena", un alleanza che posso a grandi linee descrivere come antimperialista, arabo-nazionalista, in lotta per la democrazia e la giustizia sociale nonché per il rispetto e la difesa della nostra eredità islamica. Vi è poi il "Comitato Islamico" sunnita che raggruppa i principale leader islamici che si contrappongono con forza ai Fratelli Musulmani i quali stanno collaborando con il nemico. Costoro sono pronti a lavorare con chiunque stia opponendo resistenza allŽoccupante ivi compresi cristiani e comunisti. La terza forza sono i nasseristi che si stanno al momento riorganizzando. Infine vi sono i comunisti antimperialisti del "Comando Centrale" che sono dei nostri vecchi amici e che speriamo di riuscire a convincere. Mentre lŽICP [Partito Comunista Iracheno] collaborava e governava con Saddam negli anni Ž70, i comunisti antimperialisti e la sinistra del partito Baath venivano incarcerati. Esistono inoltre altri partiti e associazioni di carattere regionale e una serie di famosi dignitari.
E per quanto riguarda i rappresentati sciiti?
Innanzitutto occorre precisare che gli sciiti sono ben rappresentati nella maggior parte delle forze menzionate, e che in alcune di esse rappresentano addirittura la maggioranza. Dovete superare lŽidea diffusa dagli americani che la società sciita sia una entità a sé, completamente separata. Molti sciiti si considerano arabi iracheni e partecipano in quanto tali alla vita politica. Mentre osservano il rispetto tradizionale dovuto al clero, soltanto una minoranza segue il clero politicamente. Se non mi credete, i fatti mi daranno presto ragione. La sola possibilità per il clero sciita di essere accettato è di sostenere la resistenza. Ed effettivamente vi è un numero crescente di rappresentanti del clero e di sceicchi che sostengono il nostro nascente fronte politico.
E Muqtada al-Sadr?
Egli ha un ruolo ambiguo. Da un lato i suoi sostenitori delle classi povere esercitano su di lui una considerevole pressione affinché si unisca alla resistenza. Siamo in contatto con molti leader del suo movimento che hanno onestamente promesso di cooperare. DallŽaltro lato però vi è un forte influsso iraniano che lavora in senso opposto. Non bisogna inoltre scordarsi che si tratta di un giovane di 24 anni. In una società dove lŽanzianità conta, egli sembra essere dilaniato da forze contrapposte. Cercheremo comunque di tenere aperti i rapporti con lui anche se non possiamo permettere che tali forze tentennanti parlino a nome del fronte politico. Un giorno egli proclama lŽistituzione di un contro-governo e di voler creare un esercito e il giorno dopo dichiara che gli americani sono amici e che la resistenza può solo usare metodi pacifici.
È vero che al-Sadr guida le proprie milizie?
Non si possono certo paragonare le milizie di al-Badr e di Talabani con le forze di al-Sadr. I primi hanno personale addestrato e stipendiato ed una catena di comando. Per quanto riguarda al-Sadr occorre tener presente che ci sono armi in abbondanza. Gli americani tollerano che egli si circondi di alcuni seguaci armati ma non si tratta che di questo. In ogni caso niente di professionale.
È vero che il credente sciita è vincolato alla parola del suo leader religioso?
Non bisogna sottovalutare lŽeffetto quotidiano dellŽoccupazione. Per catturare una persona lŽesercito americano terrorizza interi quartieri o villaggi. Se non riescono a catturare la persona che cercano, puniscono intere famiglie distruggendo le loro case, imitando in tal modo il terrorismo sionista nei confronti dei palestinesi. Noi abbiamo notizia di oltre 1100 case private deliberatamente distrutte per punizione. Mentre in Palestina vengono sradicati gli alberi dŽulivo, qui vengono bruciate le palme da dattero con il pretesto che servono da nascondiglio alla guerriglia. Per non parlare delle persone, compresi bambini, uccisi ai check point. Se essi [gli americani] si sentono in pericolo tendono a premere il grilletto indiscriminatamente. Ciò non sta accadendo soltanto nel Nord ma in tutto il paese e colpisce tutti. Quindi anche gli sciiti seguiranno coloro che chiamano alla resistenza. Una parte dei leader religiosi seguirà presto lŽonda della resistenza. Ma ci sono anche molti che usano lŽatteggiamento riluttante dei religiosi come una scusa. Se improvvisamente gli Ayatollah dovessero chiamare alla resistenza essi non ubbidirebbero. Si tratta in primo luogo di una questione politica e non religiosa. Non dimentichiamo inoltre che la popolazione sciita era altamente politicizzata e che la struttura sociale e culturale tradizionale si è conservata meno che in altre aree.


Sull' Assemblea Costituente Democratica

Cosa pensi della richiesta di una Assemblea Costituente Democratica?

Se percorro lŽIraq e parlo con la gente comune di democrazia finisco con lŽessere scacciato a scarpate. Cosa significa democrazia? Le persone comuni sanno che lŽembargo contro di loro è stato imposto per stabilire la democrazia, che la guerra è stata fatta per portar loro la democrazia e ora siamo occupati sempre per il bene della democrazia. La democrazia di cui si parla è unŽarma contro il nostro popolo che non vuole subordinarsi al mondo occidentale.
Ma non credi che ogni lotta di liberazione, ogni rivoluzione che scalza il regime dellŽoppressore debba poggiarsi sulle masse popolari?
Certo. Tuttavia occorre considerare che noi non abbiamo una tradizione di assemblee popolari. Non possiamo andare contro le abitudini sociali e la rete di relazioni tradizionali, tanto più che queste stanno ampiamente resistendo contro lŽoccupazione. Noi dobbiamo combinare questi elementi con il movimento popolare sulla base politica della lotta contro lŽoccupazione. Organizzeremo assemblee nazionali di rappresentanti dei lavoratori, dei contadini, degli studenti della resistenza e in generale delle masse popolari in combinazione per esempio con manifestazioni di massa. Tutto ciò delegittimerà il Consiglio di Governo istaurato dagli Usa e altre istituzioni fantoccio simili.
In base a quali principi sarà organizzato un contro potere?
Esso poggerà sulla sovranità del popolo iracheno cioè sulla nostra stessa democrazia, una democrazia che segua gli interessi del nostro popolo e non dellŽimperialismo. Noi stiamo facendo ogni sforzo per una nuova costituzione decisa dal popolo nellŽesercizio del suo diritto allŽautodeterminazione. Essa sarà fondata sul principio della parità di diritti per tutti i cittadini indipendentemente dalla loro religione o nazionalità, sul diritto alla formazione e alla elezione di partiti politici. Un Iraq libero difenderà la nostra cultura arabo-islamica.


Sulle Nazioni Unite

Molti dicono che solo sotto il controllo delle Nazioni Unite sono possibili delle libere elezioni: che ne pensi?

Come può una persona sana di mente credere che il popolo iracheno possa avere fiducia nelle Nazioni Unite? LŽONU ci ha imposto un embargo che è costato la vita a quasi 2 milioni di persone e che ha devastato un paese precedentemente ricco. LŽONU ha giustificato lŽaggressione contro lŽIraq nel 1991 e non ha detto una sola parola sulle continue violazioni del diritto internazionale da parte degli Usa e della Gran Bretagna. LŽONU non è altro che un burattino nelle mani dellŽimperialismo americano. Il diritto internazionale non vale evidentemente né per noi né per loro. Essi lo violano impunemente mentre a noi è negato. Il sionismo per esempio non fa altro che violare tutte le leggi internazionali senza alcuna punizione. Il diritto internazionale non è che uno scherzo di cattivo gusto. Non permetteremo a nessun paese di occuparci sia esso sotto la veste delle Nazioni Unite o di un altro ente. Se ci saranno le elezioni siamo pronti a invitare degli osservatori internazionali ma escluderemo tutti i paese che hanno servito lŽoccupazione americana.
Essi sostengono anche che senza le Nazioni Unite scoppierà la guerra civile.
Questo è quanto cercano di fomentare. A loro piacerebbe mettere sunniti contro sciiti, kurdi e sciiti contro sunniti, musulmani contro cristiani ecc. Essi desiderano distruggere lŽidentità arabo-islamica che ci unisce. Per questo soltanto la resistenza può unire lŽintero popolo iracheno. Soltanto uniti possiamo liberarci dellŽoccupazione e vedrete che anche tra i kurdi , i cui attuali leader, Barzani e Talabani stanno intensamente collaborando con gli Usa, la resistenza crescerà adottando lŽislam come legame comune con gli arabi.
Come pensate di poter vincere contro il mondo intero che afferma di trovarsi riunito nelle Nazioni Unite?
Possiamo solo sputare sulla cosiddetta comunità internazionale e il mondo democratico e civile che ha partecipato ad ogni crimine commesso contro il nostro popolo. Chi ci ha difeso quando venivamo fatti morire di fame e incessantemente bombardati? Che civiltà è mai questa che ci fornisce solo distruzione? Per questo motivo siamo nemici di questo ordine mondiale imperialista. LŽIraq è un campo di battaglia decisivo per il destino dellŽimpero americano e il popolo iracheno mostrerà al mondo che se una serie di fattori si congiungono questo impero si può vincere. Da un lato la resistenza sta infliggendo perdite crescenti agli occupanti non soltanto sul piano militare ma anche su quello politico e morale al punto tale che essi non potranno più farvi fronte. Quanto più tempo ci vorrà tanto meglio sarà per la resistenza. DallŽaltro lato la resistenza fará divampare lŽincendio anche fuori dai confini dellŽIraq in quanto lŽoccupazione dellŽIraq e della Palestina sono rivolte contro lŽintero mondo arabo e musulmano e pertanto riguarda tutti quanti. Tutti i regimi fantoccio degli Stati Uniti saranno attaccati e finalmente i nostri paesi saranno liberati dallŽimperialismo e dal sionismo. È una lotta per lŽumanità e perciò noi contiamo anche sul sostegno di tutti i movimenti e i popoli che lottano per la loro liberazione dallŽimperialismo americano.


Sulla vita quotidiana

QualŽè la situazione della gente comune?

Ho già descritto la brutalità e lŽarbitrio con i quali gli occupanti provocano la popolazione. Ci sono molti altri esempi che possono essere aggiunti come i circa 2.000 stupri ad opera dei soldati americani e gli oltre 500 bambini sessualmente abusati. Nessuno parla delle vittime civili dellŽoccupazione. Ogni giorno nella sola zona di Baghdad vengono uccise tra le 40 e le 50 persone. I dottori riferiscono che circa una ventina di questi morti mostrano ferite causate da munizioni in dotazione soltanto alle truppe Usa. Come reazione a tali dichiarazioni il Consiglio di Governo ha proibito le statiche indicanti il tipo di proiettile che ha inflitto la ferita. Vi sono poi gli incredibili furti che gli Usa e i suoi seguaci iracheni stanno commettendo. Dove sono le entrate degli oltre 2 milioni di barili di olio grezzo che essi vendono ogni giorno? Perché acqua, elettricità, telefono e altri servizi di base non sono stati ripristinati, mentre le imprese americane si dice che stiano accumulando fortune fantastiche con i nostri soldi. Hanno licenziato milioni di impiegati statali con il pretesto che si tratterebbe di baathisti. I loro posti sono ora occupati da collaboratori/collaborazionisti completamente incompetenti le cui famiglie hanno spesso una storia di collaborazione già ai tempi dellŽoccupazione britannica. È questo il caso, ad esempio della famiglia Chalabi o dei Pachachi. Essi portano i loro famigliari allo scopo di arraffare quanto più possibile nel minor tempo possibile. Nel contempo, nel periodo immediatamente successivo alla guerra, sono state smantellate e trasferite in Iran importanti apparecchiature industriali. Se si entra ora nei complessi di fabbrica o industriali si trovano solo sale vuote. Di fatto siamo stati completamente deindustrializzati. Per quanto riguarda la fornitura dei beni di consumo di base, è stato fermato il programma dellŽONU "Oil for Food", anche se molti contratti sono stati prolungati a causa della guerra. In questo modo per alcuni mesi la sopravvivenza sarà ancora possibile, poi la popolazione morirà di fame. Soltanto queste razioni pongono un freno alla crescente inflazione, ma dopo essa schizzerà alle stelle. Già ora il prezzo dei prodotti petroliferi si è moltiplicato. In uno dei paesi del mondo più ricco di petrolio la gente deve fare la coda per far benzina. Per non parlare poi della totale mancanza di sicurezza pubblica. La gente e in particolare le donne hanno paura di lasciare la propria casa in quanto gli americani non si curano minimamente delle attività criminali.
E per quanto riguarda i campi di prigionia?
Attualmente ci sono circa 42.000 iracheni detenuti illegalmente in 4 complessi carcerari ammessi anche dagli occupanti. Abbiamo ragione di ritenere che di fatto vi siano circa altri 20.000 prigionieri in campi di detenzione sconosciuti. Il trattamento di tutti questi prigionieri viola ogni legge internazionale. Spesso ai detenuti non viene neanche detto perché sono stati incarcerati. Non ci sono procedure legali ne processi. Le autorità dŽoccupazione non si considerano obbligate a dare informazioni ai parenti o agli avvocati. La gente viene rilasciata in modo arbitrario così come era stata incarcerata, spesso a condizione di collaborare. Non ricevono cibo a sufficienza, gli standard igienici sono a livelli subumani e la tortura è comune. Un centinaio di prigionieri sono morti a causa dei maltrattamenti subiti e molti sono stati resi disabili permanenti. Ci sono anche un centinaio di bambini e di donne incarcerati. Circa 6.000 persone sono state rapite, e circa la metà sono i cadaveri ritrovati.




Un padre iracheno, prigioniero degli americani, cerca di consolare il proprio bambino



Il recente rilascio di circa 500 prigionieri può essere considerato un passo verso la distensione della situazione?
No, non significa proprio nulla. DallŽinizio della occupazione sono state imprigionate circa 182.000 persone di cui la maggior parte è stata poi di nuovo rilasciata. In questo senso il tanto strombazzato rilascio non è che routine.
Gli Usa affermano di avere portato in Iraq la libertà di stampa.
Questa affermazione è assolutamente ridicola. Soltanto i media che lavorano con lŽoccupazione sono autorizzati. Il parlare o scrivere contro lŽoccupazione è stato dichiarato un crimine. Tutti i giornali che si sono schierati con la resistenza sono stati vietati. LŽultima pubblicazione indipendente è stata chiusa ad ottobre. Il giornale si chiamava "al-Raia" (la bandiera). Sapete anche della pressione esercitata dagli Usa sopra i grandi network satellitari arabi quali al-Jazira e al-Arabiyya affinché non oltrepassino un certo limite. Una volta una cellula della resistenza spedì loro un video di tre ufficiali americani catturati, ma essi rifiutarono di trasmetterlo. Avendo provato lŽespulsione dallŽIraq e tenendo ben presente le aperte minicce degli Usa, essi applicano una sorta di auto-censura.


Sulla resistenza militare

Chi sta portando avanti la resistenza militare?

Al momento si stima che si siano uniti alla resistenza tra i 70.000 e i 100.000 combattenti e che essa stia portando avanti circa 45-70 attacchi al giorno in tutto il paese. La resistenza non è né strettamente centralizzata né rigidamente controllata da una leadership dallŽalto. I giovani vi si uniscono senza badare se a comandare sono forze islamiche o baathiste. Le fedeltà si mescolano seguendo semplicemente i comandanti più esperti - spesso ex soldati - in una data area. In una cellula della resistenza si possono trovare combattenti che si considerano nazionalisti, baathisti, islamisti o addirittura comunisti. Tutti loro hanno in comune il fatto di voler difendere la patria arabo-islamica.
Come si possono legittimare gli attacchi contro gli occupanti che causano un numero maggiore di morti tra i civili?
CŽè molta propaganda su questa questione. Chi ha interesse a mostrare al mondo che la resistenza sta uccidendo civili iracheni? Certo gli occupanti. Ci sono state alcune esplosioni di bombe con un alto numero di morti civili per i quali la resistenza non è responsabile e si può soltanto sospettare che dietro vi siano piuttosto i servizi segreti americani o israeliani. Dovete anche ammettere che lŽesercito americano sta deliberatamente usando i civili iracheni come scudi umani. Essi tentano sempre di avere auto di civili intorno ai loro convogli e di stare tra la gente il più possibile per far sì che gli attacchi colpiscano anche i civili. Durante il Ramadan, quando la gente sta a casa dopo il calar del sole, vi era anche una minore presenza degli occupanti per le strade. La resistenza cerca di evitare le morti dei civili per quanto possibile.
È possibile che dietro a questi attacchi vi siano forze wahabite come al-Qaida?
No, questo è ridicolo! I media corporativi stanno cercando di ridurre la resistenza ai cosiddetti saddamisti e ad al-Qaida. Abbiamo già spiegato che la maggior parte della gente si è unita alla resistenza malgrado il fatto che essi non fossero dŽaccordo con il suo regime, anche se è chiaro che possono esserci alcuni che sono personalmente leali a Saddam. Per quanto riguarda i wahabiti, occorre sapere che da 200 anni a questa parte il popolo iracheno vi si è sempre opposto. Sunniti e sciiti hanno combattuto delle guerre per difendere lŽIraq contro di essi. Perché gli iracheni dovrebbero diventare wahabiti proprio ora? È possibile che ci siano dei combattenti stranieri, ma non esistono significativi sostenitori iracheni di al-Qaida o gruppi wahabiti simili. Il popolo vuole che i combattenti stranieri tornino nei loro paesi a combattere in casa propria i regimi fantoccio degli Usa.
La resistenza ha già avuto effetto sul morale dei soldati?
Certo! È stata registrata la diserzione di oltre 3.000 soldati. Hanno venduto le loro armi e per circa 400 dollari hanno ottenuto abiti arabi e sono stati aiutati a scappare in Turchia o in Giordania. Circa 1.700 sono impazziti, molti si sono auto-mutilati per essere rimpatriati e ufficialmente sono stati riconosciuti 56 suicidi. Gli occupanti hanno davvero paura della resistenza e le loro energie sono impegnate a proteggere se stessi.


Sul Consiglio di Governo provvisorio

Puoi escludere che il Consiglio di Governo imposto dagli Stati Uniti riesca a stabilizzare la situazione?

È impossibile che vi riesca. Ogni giorno che passa essi sono più isolati. Coloro che partecipano direttamente al Consiglio di Governo devono essere protetti dalle forze di occupazione in quanto sono bersagli della resistenza. Ma anche i loro partiti e tutti coloro che collaborano con loro vengono sempre più espulsi dal tessuto sociale. Giusto per fare un esempio. A Falluja la resistenza sta affiggendo per le strade liste di collaboratori che devono essere messi fuori legge […] e un altro segno è che le milizie armate che collaborano con gli Stati Uniti le quali erano solite operare nel sud e ad est del paese non possono più apparire in pubblico. Oggi si può colpire un miliziano appartenente alle forze al-Badr di al-Hakim o al-Dawa senza che questi osi reagire. In caso contrario rischia di essere ucciso. I peshmerga kurdi di Talabani osano presentarsi nelle aree arabe soltanto insieme agli americani. Venire da soli, come hanno fatto durante i primi mesi dellŽoccupazione, sarebbe per loro troppo pericoloso. Ma anche i Fratelli Musulmani collaborazionisti e i partiti a loro legati si trovano in difficoltà. E il fatto che alcuni leader religiosi, alcuni anche di alto rango, si esprimano apertamente contro lŽoccupazione è un segno della pressione del popolo.
Non credi che con i profitti derivati dal petrolio essi riusciranno a comprare una parte significativa di una popolazione ormai completamente impoverita?
Per farlo occorre una rete, una piramide sociale che permetta la distribuzione della ricchezza. Per il momento gli Americani sembrano soltanto rubare il nostro petrolio e ciò che resta va direttamente nelle tasche di una piccola minoranza di collaborazionisti. LŽincredibile avidità di tutti loro, dallŽaltro lato, aiuta la resistenza in quanto radicalizza la popolazione.
Gli americani stanno cercando di re-instaurare gli sceicchi latifondisti nel sud come fecero a suo tempo i britannici.
Negli ultimi decenni lŽIraq ha vissuto cambiamenti irreversibili. Innanzitutto è diventato un paese altamente urbanizzato e la riforma agraria ha rotto il potere degli sceicchi latifondisti. È tuttavia chiaro che il liberismo economico radicale imposto dagli occupanti avrà i suoi effetti. Senza la protezione dello stato i contadini non saranno capaci di andare avanti, e la spirale di debito e di concentrazione della terra si avvierà. Cercheranno di sicuro di renderci nuovamente schiavi ma io non credo che gli sceicchi saranno capaci di riguadagnare il loro antico ruolo e di fornire un pilastro significativo per il regime neo-coloniale.


Sulla questione kurda

Gli americani sono ancora benvenuti in Kurdistan?

Purtroppo è vero che i collaborazionisti ad avere le più forti radici sono i leader kurdi Barzani e Talabani. Hanno sfruttato la situazione per prendere il controllo di Kirkuk, una città a maggioranza turcomanna, e di altre zone. Molti arabi sono stati espulsi, le loro case confiscate e occupate da famiglie kurde, il tutto avanzando il pretesto che le famiglie arabe espulse erano fedelissime di Saddam. Comunque anche in Kurdistan la situazione sta cambiando. Da un lato, nelle montagne, sta crescendo un movimento islamista estremista che rifiuta ogni collaborazione con gli Usa. Essi hanno ancora lŽidea che la tv non sia lecita, ma siamo sicuri che con il tempo, con il crescente sostegno popolare di cui godranno, essi dovranno e adotteranno una visione più realistica. DallŽaltro lato, nellŽarea di Kirkuk e Mosul dove la popolazione è completamente mista, composta da arabi, turcomanni, kurdi, caldei e altri, sta emergendo un partito islamico moderato che comprende anche dei kurdi. Noi speriamo che essi possano lavorare con il fronte politico della resistenza e addirittura farne parte.
Puoi chiarire meglio la situazione di Kirkuk?
La popolazione di Kirkuk non accetterà un regime kurdo sulla città. Sono presenti molte nazionalità e queste possono vivere insieme in uguaglianza solo in un Iraq libero che garantisca i loro diritti. Per esempio non è accettabile che la maggior parte delle insegne e iscrizioni arabe come pure molte turcomanne siano state rimosse. Gli americani hanno instaurato un sistema assolutamente sproporzionato di "rappresentanza etnica" - come loro lo definiscono - consegnando di fatto il potere alle fazioni kurde. Kurdi, arabi, turcomanni e caldei hanno lo stesso numero di seggi, ma come possono i caldei, che rappresentano circa il 2-3 % della popolazione avere lo stesso peso dei turcomanni con oltre il 50% ? Inoltre, né i turcomanni né gli arabi accettano i loro rappresentanti. Le recenti manifestazioni contro il regime kurdo-americano a Kirkuk non sono che un primo segnale.
Ma cŽè una ragione per la loro posizione pro-americana?
Niente può giustificare una tale collaborazione e alla lunga kurdi e comunisti pagheranno pesantemente per la loro scelta. Anche se è sbagliato condannare un intero popolo, molti arabi la pensano così mentre sono perquisiti e controllati dai soldati kurdi sotto il comando americano. DŽaltro canto è vero che anche la parte araba ha commesso errori nel passato. Non siamo riusciti a garantire loro nei fatti gli stessi diritti di cittadinanza che potessero permettere loro di identificarsi pienamente con lŽIraq e di considerarsi leali iracheni di nazionalità kurda.


Sulla tragedia comunista

Cosa intendi dire con lŽaffermazione che i comunisti pagheranno per la loro collaborazione?

Dobbiamo tener presente che il Partito Comunista Iracheno (ICP) è stato un tempo in assoluto il più forte partito dellŽIraq e ha fatto parte della nostra migliore tradizione nazionale. Nei primi mesi dellŽoccupazione molte persone voleva aderire nuovamente al partito riponendovi grandi speranze. Non sapevano quale processo di degenerazione aveva subito lŽICP in tanti anni di esilio. I suoi dirigenti hanno dichiarato di essere contro lŽoccupazione per cui per la maggior parte dei loro sostenitori è stato uno shock vederli partecipare al Consiglio di Governo. Il loro ufficio a Baghdad si trova allŽinterno della zona verde ed è protetto dagli americani. Oggi essi non sono altro che un piccolo gruppo di intellettuali rientrati per costruire per gli occupanti ciò che essi chiamano "società civile". In un certo senso essi sono anche peggiori degli occupanti. Gli occupanti sono stranieri che non capisco niente della nostra società. Ma i comunisti erano un tempo iracheni, essi conoscono il nostro popolo e ciò nonostante sono capaci di tradirlo. Essi hanno guidato la isterica campagna contro i cosiddetti baathisti che di fatto era diretta contro lŽintera resistenza. Così come essi cercano ora di sradicare la resistenza, saranno in seguito sradicati dal popolo vittorioso. Nessuno piangerà se un collaborazionista sarà ucciso anche se dovesse definire se stesso comunista.
Quali sono le ragioni di questo tradimento?
Il partito è sempre stato dipendente dallŽURSS. Non ha mai osato prendere delle decisioni in modo indipendente. Al tempo di Qassem esso avrebbe potuto prendere il potere in due minuti, ma poiché Mosca disse no, tutti rimasero tranquilli. Quando Saddam prese il potere essi hanno collaborato con lui contro la sinistra del partito Baath e i comunisti antimperialisti portando alla loro incarcerazione o alla loro uccisione. Essi si sono adagiati allo stile di vita della classe dominante andando da un congresso allŽaltro e pernottando in alberghi a cinque stelle. Non è un caso che la loro stretta collaborazione con gli Usa risalga al 1991 quando essi hanno sostenuto lŽaggressione guidata dagli Usa. Non appena lŽURSS è collassata essi hanno cercato legarsi alla potenza rimasta, gli Usa. Essi hanno solo sostituito il KGB con la CIA.
Eppure ci sono delle correnti di opposizione allŽinterno del partito.
Si ma esse hanno preso lŽabitudine di aspettare. È dal 1991 che li sollecitiamo a fare qualcosa anche contro il partito. Essi invece continuano a inseguire una chimera, quella di riuscire a prendere di nuovo il controllo del partito. Di quale altra prova hanno bisogno per capire che il partito è definitivamente passato allŽimperialismo? Cosa può esserci di peggiore del sostegno di due guerre, dellŽembargo e dellŽoccupazione? Temo che la loro attesa durerà in eterno.
Cosa pensi dellŽICP (Partito Comunistra-Comando Centrale)?
Essi sono i soli che possono salvare la grande tradizione del Partito Comunista. Già negli anni Ž60 essi si sono opposti alla linea imposta da Mosca di formare un Partito Socialista di Unitá con il presidente nasserista Arif secondo il modello egiziano. Essi imbracciarono le armi nel 1967 e la maggioranza degli iscritti del partito li seguì mentre la maggior parte del Comitato Centrale formò in seguito il Fronte Nazionale con Saddam. A quel tempo ci incontravamo in carcere. Sia essi, i comunisti antimperialisti, che noi, la sinistra del Partito Baath, abbiamo perso la nostra battaglia. Ma da allora ci stimiamo e abbiamo assunto la medesima posizione su molte questioni. Essi hanno difeso la patria nel 1991 e nel 2003, hanno lottato contro lŽembargo e ora resistono agli occupanti americani. Benché essi siano stati notevolmente indeboliti, saranno presto molto più numerosi dellŽ ICP ufficiale. Noi speriamo che essi riescano a riunire i veri comunisti.
Cosa pensi del Partito Comunista dei Lavoratori (WCP)?
Essi sono sostenuti dagli Usa e dai sionisti. Non si tratta di un partito realmente iracheno. Questa strana setta è comparabile soltanto ai missionari protestanti arrivati in Iraq insieme allŽesercito americano. Essi violano completamente la nostra eredità culturale. Costoro dichiarano che lŽinglese dovrebbe diventare la lingua ufficiale del paese, attaccano e vogliono distruggere la storia e la cultura del popolo in una situazione in cui lŽIslam serve come identità per combattere un invasore straniero. Gli occidentali devono comprendere che se le donne irachene hanno iniziato in massa ad indossare il velo, non è per ragioni conservatrici o reazionarie. Recentemente ho incontrato una donna ingegnere con la quale ho frequentato gli studi universitari quarantŽanni fa e che non aveva mai indossato lo Hijab allora, mentre ora lo indossa. Le ho chiesto perché e lei ha semplicemente risposto "in segno di resistenza". Il WCP sembra inoltre avere un sacco di soldi. Hanno una emittente e nel sud hanno addirittura una tv locale. Secondo quanto si dice pagano i propri leader e gli attivisti e forniscono loro accessori lussuosi come telefoni satellitari e automobili. Per loro il principale nemico è la resistenza. Il comunismo è parte della nostra storia - e neanche la peggiore - ma essi sono stati inviati per distruggere i resti di questa eredità, almeno quella parte che non è ancora riuscita a distruggere lŽICP (Comitato Centrale).


Sul Movimento anti-globalizzazione

Cosa pensi del movimento contro la guerra?

Quale movimento contro la guerra? La guerra è terminata, ora cŽè lŽoccupazione e la resistenza. Se fossero seri non esiterebbero a schierarsi con la resistenza. Sappiamo purtroppo che in Europa il sionismo è diffuso non soltanto tra i governanti ma anche nella sinistra. Per loro Israele e gli Stati Uniti sono sacrosanti. Ciò di cui abbiamo bisogno oggi è un movimento contro gli Usa, un movimento anti-americano.
Ma lŽopposizione europea contro la guerra, spinta anche da una opinione pubblica contro la guerra, costituisce ancora un fattore che rende più complicata la situazione per gli Usa, o no?
Grandi manovre sono in corso alle nostre spalle. A causa del loro atteggiamento aggressivo gli Usa sono incapaci di convincere alcune forze tentennanti della resistenza a unirsi al loro regime fantoccio. Alla fine avranno bisogno di qualche operazione europea per fare lŽaffare e comprare una fazione della resistenza. Non abbiamo dubbi che le potenze europee ci tradiranno. Per questo facciamo affidamento solo sulle nostre forze e rifiutiamo qualunque forma di negoziato. Per quanto riguarda i movimenti, vorrei portare soltanto un esempio di un iracheno che è intervenuto alla recente [dicembre 2003] conferenza del Cairo, oltre che al FSE di Parigi e il FSM di Mumbai. Egli dichiara di opporsi allŽoccupazione ma noi sappiamo che è stato recentemente in Giappone, ha incontrato il primo ministro e ha dato il benvenuto ai militari giapponesi malamente camuffati da aiuti umanitari. Ridicolo. Gli organizzatori erano certo consapevoli del suo ruolo ambiguo. Inoltre: come mai le mobilitazioni di piazza sono terminate proprio quando è iniziata la guerra? Il loro compito sarebbe stato quello di lottare contro i loro governi e alla fine di rovesciarli e non di accettare la loro subordinazione alla spinta di guerra americana.
Hai tuttavia parlato di un fronte internazionale che vorresti fondare.
Si, sappiamo che la vostra battaglia è internazionale e riguarda il destino dellŽintera umanità. Noi facciamo appello a tutte le forze del mondo affinché si uniscano in un fronte comune per liberare lŽIraq e la Palestina e per distruggere lŽImpero Americano. Noi saremo pronti a lavorare con chiunque sostenga la lotta di liberazione contro lŽimperialismo e il sionismo. Quando la resistenza si sarà stabilizzata, sponsorizzeremo una conferenza internazionale per costruire un fronte anti-sionista, anti-americano e antimperialista.





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