Da Luigi Berlinguer a Letizia Moratti
intellettuali e scuola
settima parte
 



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Si consiglia anche la lettura dello studio di Roberto Renzetti sul lavoro dei think tank e delle imprese, non solo italiane, che hanno portato alla costruzione delle riforme di Luigi Berlinguer prima e di Letizia Moratti poi.



di Costanzo Preve



Per agevolare la lettura, il testo è stato diviso in otto parti.

All'introduzione

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  • L’ideologia spontanea del formatore è il pedagogismo, cioè la deformazione concettuale che tende a ridurre al minimo il contenuto disciplinare e nello stesso tempo ad enfatizzare le modalità didattiche di trasmissione dei contenuti. Il pedagogismo non deve essere confuso con la pedagogia, che è invece una cosa seria, e con tutte le discipline psicologiche e sociali che l’accompagnano. Lo stadio ultimo, ed incurabile, del pedagogismo è il didatticismo, cioè l’ingegneria pedagogica maniacale. Il momento terminale del didatticismo coincide con l’abolizione virtuale della disciplina, e con il suo scioglimento in tecniche asfissianti di analisi esasperata di parti sempre più piccole.
    Se abbandonato a se stesso, oppure se è preso sul serio, il didatticismo può uccidere l’educazione e l’insegnamento. Si tratta dunque di un nemico mortale. Ma la sua debolezza culturale è talmente ridicola che esso è anche sempre poco più di una mosca fastidiosa, che può essere allontanata distrattamente con la mano. In 35 anni di insegnamento della filosofia e della storia l’ho sempre fatto senza problemi. Naturalmente, il didatticismo non deve essere confuso con la metodologia della trasmissione dei contenuti (pensiamo alle scienze naturali, oppure alle lingue straniere), che è invece una cosa legittima e seria. Il didatticismo, invece, è concettualmente affine alla manipolazione politica, e questa è la ragione per cui generalmente tende ad attrarre irresistibilmente i cattivi insegnanti. Lo ripeto, il didatticismo è fastidioso, ma anche innocuo. Può diventare invece pericolosissimo, se il partito didattico va al potere a livello governativo. Questo è stato appunto lo scenario del quinquennio bestiale Berlinguer-De Mauro. Ancora una volta, non bisogna stupirsene. Non bisogna dimenticare mai che è il capitalismo finanziario globalizzato (con le sue propaggini nazionali) che deve e vuole smantellare la scuola di tipo illuministico, ed i ceti pedagogico-didattici di manipolatori non sono che esecutori secondari, indipendentemente dalla falsa coscienza con cui ricoprono questo ruolo.



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