< Per Chomsky è tutta colpa di uomini cattivi  
La parata delle canaglie
di Noam Chomsky
 

di Stephen Gowans
19 gennaio 2005



Nota introduttiva di Miguel Martinez:

Ho una grande ammirazione per Noam Chomsky, che nel cuore dell'impero ha il coraggio di presentare una voce critica.

Però ho sempre sentito che c'era qualcosa che non quadrava. Ecco finalmente qualcuno che mette a fuoco i miei dubbi, con una critica che non vale solo per Noam Chomsky, ma per una vasta parte dell'area no global e pacifista.

Il titolo in inglese - Noam Chomsky's Rogues' Gallery - fa riferimento alle raccolte di foto segnaletiche della polizia, quindi, come abbiamo tradotto noi, a una parata di brutti ceffi.

L'articolo originale è trattato dal blog di Stephen Gowans.

Traduzione a cura di Daily932000.

Su un tema analogo, potete leggere qui Il grande complotto islamonazicomunista.





Avevo l'abitudine di divorare tutto ciò che Chomsky scriveva ­ le interviste Barsamian quando volevo stare sveglio, e libri come The New Military Humanism quando avevo bisogno di dormire. Ma da tempo, mentre rovistavo tra le interviste di Chomsky, esaminando copie di Z Magazine e combattendo contro profondi sbadigli per attraversare le encicliche del Papa Michael (ossia Michael Albert) sul ciomskismo, ho cominciato a notare un elemento ricorrente nel lavoro di Chomsky che mi ha portato a vedere che tutto quello che c'era bisogno per fare una buona copia del maestro era di usare liberamente le parole "parata di canaglie", "mostro sanguinario", e "delinquente", mentre si cerca di implicare varie amministrazioni statunitensi nelle attività dei mostri sanguinari.


chomsky


Volete capire l'Iraq? Facile. Un mostro sanguinario appoggiato dal governo statunitense ha smesso di eseguire i comandi di Washington. Quindi Washington ha attuato la rappresaglia. Panama? Stessa cosa.

Volete capire l'Indonesia e le Filippine? Facile anche questo.

Mostri sanguinari appoggiati dal governo statunitense hanno eseguito i comandi di Washington.

Qualunque schifezza avvenga, troverete mostri sanguinari al lavoro, a volte sostenuti dal governo statunitense, a volte no. Volete fermare le schifezze? Sbarazzatevi dei mostri e fate pressione sulle élites degli Stati Uniti.

"E' certamente vero," ha ricordato Chomsky, in un'intervista del 10 novembre con Bill Maher, "che il mondo è migliore senza Saddam Hussein." Ora, questo potrebbe confortare gli americani che hanno dubbi sulla legittimità dell'invasione anglo-americana dell'Iraq (ehi, tutti stanno meglio senza Saddam, quindi perché rompete?) e può essere considerato il tipo di cose che si dicono per chiarire la questione, "E' o non è morbido coi mostri sanguinari?" ma in quanto considerazione, non ha senso.

Certamente, chi era il prossimo sulla lista delle esecuzioni di Saddam sta meglio, mentre il prossimo sulla lista delle promozioni no (dato che probabilmente ora sta languendo in una prigione militare americana, costretto a masturbarsi per il divertimento delle guardie). Per quanto riguarda il resto del mondo, non ha senso chiedersi se la fine di Saddam Hussein sia un bene o un male senza parlare di cosa ne seguirà. Gli iracheni difficilmente starebbero meglio se a Saddam Hussein fosse seguito un Vlad l'Impalatore risorto, desideroso di compiere una sanguinosa rappresaglia verso i musulmani. Se questo è il tipo di pensiero che Chomsky sta sostenendo, potrei probabilmente vendergli una camionata di legna da ardere per scaldare la casa, sostenendo che il mondo sarebbe un posto migliore se nessuno usasse combustibili fossili.

Il mondo sarebbe migliore anche se gli uomini quarantenni non dovessero sottoporsi al dito guantato di un medico che attraversa il loro sfintere anale per tastare la loro ghiandola prostatica per vedere se non c'è evidenza di cancro, ma l'alternativa è peggiore.

La sola domanda sensata da porre, quindi, è se il mondo (e quindi anche l'Iraq) è migliore con l'occupazione statunitense, e con anni di dominazione statunitense a seguire, di quanto non fosse sotto Saddam Hussein.

Chomsky insinua che lo è, a meno che dicendo "è certamente vero che il mondo è migliore senza Saddam Hussein," intenda semplicemente dire che il deposto leader iracheno non era particolarmente simpatico, e non avresti mai voluto trovarti dalla parte - per lui - sbagliata. Che Hussein non fosse un simpaticone è evidente a quasi tutti, compresa Cindy, la ragazza che mi taglia i capelli e perciò ho deciso di usare il mio tempo in maniera più utile lasciando perdere Chomsky e limitarmi a prendere le mie informazioni politiche durante la mia visita mensile dal barbiere.

Inoltre, l'idea che avvengono cose brutte perché ci sono cattive persone al potere non porta molto lontano. Se le persone cattive sono al potere, come sono arrivate al potere? Le cattive persone sono predisposte a salire nelle gerarchie? Sono scelte da un sistema cattivo (sicuramente deve essere malvagio un sistema che riserva i suoi favori ai peggiori di noi)? Se è così, sono le persone cattive ad essere il problema, o è il sistema che è cattivo? E se il sistema è cattivo, può l'eliminazione di una particolare persona cattiva fare  una grande differenza o rendere il mondo un posto migliore in cui vivere?

Inoltre, è sempre che le cattive persone vanno al potere, anche in numeri sproporzionati, oppure è un cattivo sistema a far fare cose cattive alle persone (che possono essere intrinsecamente buone o cattive)?

Il direttore generale di un'azienda licenzia centinaia di lavoratori, o abbassa i salari; lo fa perché è cattivo o perché è avido? O lo fa, perché è costretto, e se non lo fa, lo farà qualcun altro? E' come il baseball. Se non corri più forte dell'altra squadra, ti troverai a languire o sarai retrocesso.

E un'altra cosa: che cosa rende una cosa cattiva? I tagli di salari e di personale fatti dal direttore generale sono cattivi se sei un impiegato, ma sono buoni se sei un'azionista. L'invasione anglo-americana dell'Iraq è cattiva se sei un iracheno, e non sembra tanto buona nemmeno per la compagnie petrolifere francesi, russe e cinesi che sono state sfrattate dall'Iraq. D'altronde è buona per le ditte di ingegneria statunitensi, come la Bechtel, che hanno guadagnato lucrosi contratti di ricostruzione, ditte di contratti di difesa, come la Lockheed Martin, che guadagnerà parecchio per rifornire il Pentagono, e le multinazionali statunitensi del petrolio, che approfitteranno delle abbondanti scorte petrolifere irachene.

Inoltre, ha un senso parlare di persone cattive? Attribuisci cattivi comportamenti a cattive personalità e cadi in un vortice logico senza via di uscita. Come si fa a sapere se Tizio è cattivo? Perché ha fatto cose cattive. Perché ha fatto cose cattive? Perché è cattivo. Un gruppo di intellettuali americani di sinistra, tra i quali Chomsky, ha scritto una lettera chiedendo alle persone di sinistra di liberarsi di Bush votando per il candidato democratico negli Stati indecisi. Nella loro lettera, attruibuivano l'invasione dell'Iraq alle spinte guerrafondaie di Bush. Loro sanno che Bush doveva spingere verso la guerra perché l'aveva finanziata e sapevano che l'aveva finanziata perché doveva farla. Se gli aveste chiesto di definire un musone, avrebbero detto "Un musone è una persona che tiene il muso."

È, difficile smentirlo, ma questo non ti porterà da nessuna parte, che è più o meno dove le persone di sinistra statunitensi si trovano ora.

Quindi quando sento Chomsky declamare sui mostri sanguinari e proclamare la sua visione politica basata sulla "sfilata di canaglie", ci sto male.

E' come se la teoria dei gangster della Seconda Guerra Mondiale ­ la guerra attribuita a due soli uomini, Hitler e Mussolini, apparsi dal nulla e operanti in un vuoto socio-economico ­ fosse stata aggiornata e riapplicata per spiegare gli avvenimenti attuali.

Se la guerra può essere attribuita alle azioni di poche persone cattive, l'implicazione è che le guerre possano essere evitate trascinando le mele cattive (i mostri sanguinari di Chomsky) davanti ad un tribunale internazionale, dove pesanti pene sarebbero applicate per scoraggiare le altre mele cattive dal seguire le loro orme. In questa maniera, l'attenzione sarebbe distolta dalle casse marce e tutti andrebbero felicemente lungo quella strada, sicuri nella conoscenza che i mostri sanguinari hanno avuto la loro lezione, e che un futuro mondo di pace sarebbe possibile. 

Non molti anni dopo, gli americani stessi stavano facendo ciò per cui avevano punito i gangster nazisti davanti al tribunale di Norimberga. Non sorprendetevi. Non erano poche mele cattive in una cassa di mele buone. Era la cassa stessa a puzzare, cosa dalla quale la teoria dei gangster ha distolto l'attenzione. E la cassa era tanto americana quanto tedesca.

Certo, sedersi ad esaminare la cassa, e togliere le assi marcie per sostituirle con assi migliori, non è quello che le persone che denunciano i mostri sanguinari e i loro ipocriti sostenitori statunitensi stiano facendo.

Invece, stanno suggerendo che la pressione sociale può in qualche modo convertire l'imperialismo da leone a pecora, oppure far vivere gli Stati Uniti secondo gli ideali dei padri fondatori. In realtà non può farcela, né potrà mai farcela, perché l'imperialismo è un sistema che trascende le persone. Scrivere lettere al presidente e ai nostri deputati, o marciare per le strade di Washington, non renderà buono il leone. E questo perché l'imperialismo non è la preferenza personale di coloro che tirano i fili di Washington, il che non vuol dire che vi siano contrari. Solo che non è non è che si svegliano una mattina dicendo, "Penso che oggi dovremmo guidare il paese verso una direzione imperialista, e se non otteniamo niente entro mercoledì, proveremo una strategia non imperialista".

Inolte, la teoria politica della parata di canaglie permette alle persone di scendere a patti con le guerre non provocate non provocate che Washington conduce per guadagni commerciali. Se la guerra riesce a rimuovere un mostro sanguinario (ed è una pratica normale ritrarre il leader di un nemico come un criminale sanguinario impossibile da redimere), e viene detto al mondo che sarebbe meglio la sua rimozione, domande sul fatto se la guerra fosse legale o perseguita per buone ragioni diventa nulla più che uno sproloquio accademico. "Già, già, forse non siamo andati in Iraq per le ragioni che ha detto Bush, ma, guardate, le stanze degli stupri sono sparite, e Saddam non sta più gasando i kurdi, e non ci sono più minacce contro di noi. Era un cattivo ragazzo, e, per una volta, ringrazio che non sia più lì ma in una prigione dove non può più fare del male a nessuno".

Si può dire che la politica della parata di canaglie finisce per legittimare l'imperialismo statunitense. L'effetto, nel caso di Chomsky, è senza dubbio non intenzionale, ma ugualmente è presente.

Se si fa un giro di quelli che si presentano come gruppi di sinistra negli Stati Uniti, diventa chiaro che ogni impegno antimperialista, nel senso di credere che ogni paese dovrebbe essere lasciato sviluppare secondo i propri bisogni al di fuori dell'egemonia dei paesi avanzati, è fiacco se va bene. Invece c'è una diffusa visione secondo cui, se fossero lasciati a se stessi, i paesi il cui sviluppo economico è stato storicamente fermato sarebbero terrorizzati da mostri sanguinari, politici corrotti e zeloti religiosi, che scoppierebbero guerre civili e pulizie etniche, e quindi l'Occidente ha l'obbligo morale di intervenire, o almeno guidare lo sviluppo politico ed economico di questi paesi fornendo denaro ed assistenza ai gruppi "filodemocratici" impegnati nelle "riforme economiche".

Che il continuo intervento dei paesi avanzati negli affari dei paesi poveri riceverà il sostegno della maggioranza degli occidentali che si considerano di sinistra è praticamente garantito dall'accettazione diffusa della visione del concetto di parata di canaglie in politica internazionale. Certo, non possiamo lasciare le persone sofferenti del Terzo Mondo nelle mani di noti bruti come Robert Mugabe, Alexander Lukashenko, Kim Jong Il oppure…- riempite lo spazio col nome di qualunque persona che sia il leader di un paese sulle cui terre, risorse, mercati o manodopera a basso costo qualche paese occidentale vorrebbe mettere le mani.

E' inconsistente qualunque comprensione dell'imperialismo come imperativo socio-economico, e non come una cattiva scelta di stile di vita delle persone al potere. Quindi, non si vede la soluzione nel socialismo; la soluzione viene ricercata piuttosto nel rendere i membri del parlamento più coscienti, o in appelli alla coscienza liberale del paese. Ma che cos'altro puoi fare, se credi che le cose schifose succedono solo perché il potere è in mano a gente schifosa?




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