Il tacchino graziato
 



Articolo di Arundhati Roy, tratto da The Hindu, India, traduzione apparsa su Internazionale del 23.01.04.


Arundhati Roy è la più nota scrittrice indiana, autrice tra l'altro del Dio delle piccole cose (Guanda, 2001). Ha parlato sia al World Social Forum di Bombay che a Mumbai Resistance, un forum parallelo dei movimenti che non chiedono solo un "mondo migliore", ma invitano alla resistenza attiva.




Nel gennaio del 2003 siamo arrivati in migliaia a Porto Alegre da tutto il mondo per dichiarare - ribadire - che "un altro mondo è possibile" Qualche migliaio di chilometri più a nord, a Washington, George W. Bush e i suoi  collaboratori pensavano la stessa cosa. Il nostro progetto era il Forum sociale mondiale. Il loro era promuovere quello che molti chiamano Progetto del nuovo secolo americano [Pnac o Project for a New American Century].

Fino a qualche anno fa, nelle grandi città europee e americane, le persone avrebbero parlato solo sottovoce di simili argomenti. Oggi invece si parla apertamente dei vantaggi dell'Imperialismo e della necessità di un Impero forte che tenga sotto controllo un mondo ribelle. I nuovi missionari vogliono l'ordine a costo della giustizia, la disciplina a costo della dignità umana. E la supremazia a ogni costo. Ogni tanto alcuni di noi vengono invitati a "discutere" la questione in tribune "neutrali" offerte dai mezzi d'informazione controllati dalle multinazionali. Discutere l'Imperialismo è un po' come discutere i pro e i contro di uno stupro. Che possiamo dire? Che ne sentiamo la mancanza?


arundhati roy e moreno pasquinelli a Mumbai resistance

Arundhati Roy parla a Mumbai Resistance, 19.01.04

Comunque il Nuovo Imperialismo è già qui. è una variante rimodernata e dinamizzata di quello che conoscevamo un tempo. Per la prima volta nella storia, un unico Impero con un arsenale di armi capace di annientare il mondo in un pomeriggio ha l'egemonia economica e militare, unipolare e assoluta. Usa armi diverse per penetrare mercati diversi. Non esiste un paese su questa benedetta terra che sia rimasto fuori dalle rotte dei missili da crociera americani e indipendente dal libretto degli assegni del Fondo monetario intemazionale. L'Argentina è il vostro modello se volete essere i beniamini del capitalismo neoliberista, l'Iraq se siete le pecore nere.

La nuova era

I paesi poveri che abbiano un'importanza geostrategica per l'Impero, o fomiti di un "mercato" di qualunque dimensione o di infrastrutture da privatizzare, o, dio non voglia, che abbiano risorse naturali pregiate - petrolio, oro, diamanti, cobalto, carbone - devono ubbidire agli ordini oppure diventare bersagli militari. I più a rischio sono quelli con le maggiori riserve di ricchezze naturali. Se non cedono subito le loro risorse alle multinazionali, al loro interno sarà alimentato lo scontro sociale o sarà combattuta una guerra. Nella nuova era dell'Impero, in cui nulla è come sembra, i dirigenti delle aziende coinvolte possono influenzare le decisioni della politica estera.

Il Centre for public integrity di Washington ha scoperto che sui trenta membri del comitato consultivo per la difesa, del governo Usa, nove erano legati a società che tra il 2001 e il 2002 hanno ricevuto contratti per la difesa per 76 miliardi di dollari. George Shuitz, ex segretario di stato americano, è stato presidente del comitato di liberazione dell'Iraq, Fa anche parte del consiglio di amministrazione del gruppo Bechtel.

Quando gli è stato chiesto di un possibile conflitto di interessi nel caso di una guerra in Iraq, ha risposto: "Non mi risulta che la Bechtel ne ricaverebbe particolari vantaggi. Però se c'è un lavoro da svolgere, la Bechtel è la società adatta.

Ma nessuno pensa che sia qualcosa da cui trarre vantaggio". Dopo la guerra, la Bechtel ha firmato un contratto da 680 milioni di dollari per la ricostruzione dell'Iraq.

Questi sistemi spregiudicati sono stati usati in America Latina, in Africa e in Asia centrale e sudorientale. Hanno causato milioni di morti. Naturalmente, ogni guerra combattuta dAll'Impero è una Guerra Giusta. Ciò è dovuto in gran parte al ruolo dei mezzi d'informazione che appartengono alle multinazionali e che non si limitano a sostenere il progetto neoliberista. La loro posizione non è morale, è strutturale. è inscritta nei loro sistemi di funzionamento.

La maggior parte dei paesi ha degli scheletri nell'armadio. Perciò spesso la stampa non ha bisogno di mentire. Basta enfatizzare o ignorare. Supponiamo che l'India sia scelta come bersaglio di una guerra giusta. In questo caso i mezzi d'informazione avrebbero titoli perfetti per riempire le loro pagine in preparazione del conflitto.

Dal 1989 in Kashmir sono state uccise circa 80 mila persone, soprattutto musulmani e soprattutto dalle forze di sicurezza indiane. In media ci sono stati circa seimila morti l'anno. Tra il febbraio e il marzo del 2002 in Gujarat sono stati trucidati più di duemila musulmani, le donne sono state stuprate in massa, i bambini bruciati vivi e 150 mila persone sono state cacciate dalle loro case mentre la polizia e gli amministratori locali stavano a guardare e a volte partecipavano

attivamente. Nessuno è stato punito per questi crimini e il governo che li ha orchestrati è stato rieletto.

Subito dopo le nostre città sarebbero rase al suolo dai missili cruise, i nostri villaggi verrebbero circondati dal filo spinato, i soldati americani pattuglierebbero le nostre strade e Narendra Modi, PravinvTogadia o qualunque altro dei nostri beneamati fanatici finirebbero sotto custodia americana come Saddam Hussein, a farsi ispezionare i capelli alla ricerca di pidocchi e a farsi esaminare l'otturazione dei denti in prima serata alla tv.

Ma finché i nostri "mercati" sono aperti e si lascia carta bianca alle multinazionali come Enron, Bechtel, Halliburton e Arthur Andersen, i nostri leader "democraticamente eletti" possono cancellare senza paura i confini tra democrazia, dominio della maggioranza e fascismo.

La vile disponibilità del nostro governo ad abbandonare le orgogliose tradizioni dell'India come paese Non Allineato; la sua fretta di conquistarsi un posto in testa ai Totalmente Allineati (la frase di moda è "alleato naturale" - India, Israele e gli Usa sono "alleati naturali"), gli ha dato modo di trasformarsi in un regime repressivo senza compromettere la propria legittimità.

Difendersi dallo sviluppo

Le vittime di un governo non sono soltanto le persone uccise o imprigionate. Bisogna calcolare anche quelli che vengono allontanati dalle loro case, spogliati di tutto e condannati a una vita di fame e di stenti. Milioni di persone sono state ridotte in miseria dai progetti di "sviluppo". In cinquantacinque anni le Grandi Dighe in India hanno costretto tra i 33 e i 55 milioni di persone ad abbandonare i loro villaggi. Senza nessuna possibilità di ricorrere in tribunale.

Negli ultimi due anni sono stati molti gli incidenti in cui la polizia ha aperto il fuoco contro manifestanti pacifici, soprattutto dalit (intoccabili) e adivasi (indigeni). I poveri, e in particolare quelli delle comunità dalit e adivasi, possono essere uccisi perché occupano i terreni boschivi e perché cercano di difendere le foreste dalle dighe, dalle miniere, dalle fabbriche di alluminio e da altri progetti di "sviluppo". Quando la polizia ha aperto il fuoco, il governo ha detto quasi sempre che l'uso delle armi era stato provocato da un atto di violenza. E chi viene preso a fucilate è subito definito militante.

In India migliala di persone innocenti, minorenni compresi, sono state arrestate in base al Pota (la legge antiterrorismo), trattenute in prigione a tempo indeterminato e senza processo. Nell'epoca della Guerra al Terrore, la povertà viene volutamente assimilata al terrorismo. Nell'epoca della globalizzazione delle multinazionali, la povertà è un reato. Protestare contro l'ulteriore impoverimento è un reato. E ora la nostra corte suprema dice che scioperare è un reato.

Ovviamente anche criticare la corte è un reato. Stanno sigillando le uscite.

Come il Vecchio Imperialismo, anche il Nuovo Imperialismo per avere successo si affida a una rete di agenti - élite locali corrotte al servizio dell'Impero. Conosciamo tutti la squallida storia della Enron in India. Alla fine degli anni novanta il governo del Maharashtra firmò un accordo per l'acquisto di energia che garantiva alla Enron profitti pari al 60 per cento dell'intero bilancio indiano per lo sviluppo rurale. A un'unica società americana fu assicurato un guadagno equivalente a fondi di sviluppo infrastnitturale che avrebbero potuto aiutare circa 500 milioni di persone!

Diversamente da quanto avveniva ai vecchi tempi, il Nuovo Imperialista non deve più trascinarsi ai tropici rischiando

la malaria, la diarrea o una morte precoce. Il Nuovo Imperialismo può essere gestito via email. Il razzismo volgare e manesco del Vecchio Imperialismo è superato. La pietra angolare del Nuovo Imperialismo è il Nuovo Razzismo.

La tradizione americana della "grazia al tacchino" è una splendida allegoria del Nuovo Razzismo. Dal 1947 ogni anno la Federazione nazionale del tacchino regala un tacchino al presidente americano per il giorno del Ringraziamento.

Ogni anno, con una rituale manifestazione di generosità, il presidente risparmia quel pennuto (e ne mangia un

altro). Dopo aver ricevuto la grazia presidenziale, l'Eletto viene spedito a Frying Pan Park, in Virginia, a finire in pace i suoi giorni. Gli altri cinquanta milioni di tacchini allevati per il giorno del Ringraziamento vengono sgozzati e mangiati. La ConAgra Foods, la società che ha ottenuto il contratto per il tacchino presidenziale, spiega che i fortunati volatili sono addestrati in modo da diventare socievoli e interagire con gli alti funzionari, gli alunni e la stampa (presto sapranno anche parlare).

Ecco come funziona il Nuovo Razzismo dell'epoca delle multinazionali. Alcuni tacchini allevati con cura - le elite locali dei vari paesi una comunità di ricchi immigrati, banchieri, qualche Colin Powell o Condoleezza Rice, alcuni cantanti e certi scrittori (come me) - ricevono l'assoluzione e passano a Frying Pan Park. I milioni che restano, perdono il lavoro, sono cacciati dalle loro case, perdono gli allacci dell'acqua e della luce, e muoiono di aids. Sono destinati alla pentola. Ma i Fortunati Volatili di Frying Pan Park stanno benone. Alcuni lavorano persino per l'Fmi e l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc'. Perciò chi può accusare queste organizzazioni di essere antitacchino? Alcuni fanno parte del Comitato per la scelta del tacchino: perciò chi può dire che i tacchini siano contro il giorno del ringraziamento? Partecipano alla festa! Chi può dire che i poveri sono contro la globalizzazione delle multinazionali? C'è una grande gara per arrivare a Frying Pan Park. Perciò che importa se la maggior parte muore lungo la strada?

Ingiustizia istituzionale

Parte del progetto del Nuovo Razzismo è il Nuovo Genocidio. In questa nuova epoca di interdipendenza economica, il Nuovo Genocidio può essere facilitato dalle sanzioni economiche. Significa creare le condizioni per causare una morte di massa senza andare direttamente ad ammazzare la gente. Denis Halliday, il coordinatore degli aiuti umanitari dell'Onu in Iraq fra il 1997 e il 1998 (che si è dimesso disgustato) ha definito un genocidio le sanzioni all'Iraq, che hanno superato gli sforzi di Saddam Hussein uccidendo più di mezzo milione di bambini.

In questa nuova epoca, l'apartheid come politica ufficiale è antiquato e inutile. Gli strumenti internazionali del commercio e della finanza vigilano su un complesso sistema di leggi commerciali e accordi finanziari internazionali che emarginano comunque i poveri nei loro ghetti. Lo scopo di questo sistema è di istituzionalizzare l'ingiustizia.

Altrimenti perché gli Stati Uniti dovrebbero tassare un vestito fabbricato in Bangladesh 20 volte di più di uno prodotto in Gran Bretagna? Perché i paesi che coltivano il 90 per cento dei semi di cacao prodotti nel mondo dovrebbero produrre solo il 5 per cento della cioccolata mondiale? Perché i paesi produttori, come la Costa d'Avorio e il Ghana, dovrebbero essere tassati al punto di essere espulsi dal mercato se cercano di trasformare il cacao in cioccolata? Perché, altrimenti, i paesi ricchi che spendono più di un miliardo di dollari al giorno nelle sovvenzioni all'agricoltura pretendono che i paesi poveri come l'India cancellino tutti i loro sussidi all'agricoltura e le sovvenzioni per l'elettricità? E perché, dopo essere state saccheggiate da regimi coloniali per oltre mezzo secolo, le ex colonie sono sommerse dai debiti accumulati con quegli stessi regimi, e li ripagano con 382 miliardi di dollari l’anno?

Eroi caduti

Per tutte queste ragioni il fallimento dei negoziati dell'Omc a Cancún ha avuto un'importanza cruciale per noi. Anche se i nostri governi cercano di prendersi tutto il merito, noi sappiamo che è stato il risultato di anni di lotta di molti milioni di persone, in moltissimi paesi. Cancún ci ha insegnato che per infliggere un danno reale e imporre un cambiamento radicale, i movimenti di resistenza locali devono stringere alleanze internazionali. Da Cancún abbiamo imparato l'importanza di globalizzare la resistenza.

Nessun paese può resistere da solo al progetto di globalizzazione delle multinazionali. Quando è in gioco il progetto neoliberista, spesso gli eroi del nostro tempo perdono improvvisamente la propria statura morale.

Uomini straordinari. carismatici, veri giganti dell'Opposizione, quando prendono il potere e diventano capi di stato restano sprovvisti di ogni potere sul palcoscenico globale. Penso al presidente del Brasile, Lula, che l'anno scorso è stato l'eroe del Forum sociale mondiale. Quest'anno si da un gran da fare per attuare le direttive dell’Fmi, ridurre le pensioni ed espellere i radicali dal Partito dei lavoratori. Penso anche all'ex presidente del Sudafrica, Nelson Mandela. Due anni dopo il suo insediamento, nel 1994, il governo sudafricano si è inginocchiato senza condizioni davanti al Dio Mercato introducendo un programma di privatizzazioni e aggiustamenti strutturali che ha lasciato milioni di persone senza tetto, senza lavoro, senz'acqua e senza elettricità.

Perché succede? Non ha molto senso battersi il petto e sentirsi traditi. Lula e Mandela restano uomini magnifici. Ma quando varcano la soglia del governo diventano ostaggio di una serie di minacce - la più pericolosa delle quali è una fuga di capitali capace di cancellare qualsiasi governo dalla sera alla mattina. Credere che il carisma personale di un leader e un curriculum di lotta possano indebolire il cartello delle multinazionali significa ignorare il funzionamento del capitalismo, e di conseguenza del potere. Il cambiamento radicale non può essere negoziato dai governi, può solo essere imposto dalle persone.

Nel Forum sociale mondiale si riuniscono alcune delle migliori menti del pianeta per scambiarsi idee su ciò che sta succedendo intorno a noi.

Questi incontri ci aiutano a perfezionare la visione del mondo per cui lottiamo. è un processo vitale che non va ostacolato. Ma se tutte le nostre energie sono dirottate su un unico processo sacrificando l'azione politica concreta, allora il Forum sociale mondiale, che ha svolto un ruolo cruciale nel movimento per la giustizia Globale, corre il rischio di diventare un regalo per i nostri nemici. Dobbiamo discutere in fretta le strategie di resistenza. Darci obiettivi concreti, combattere battaglie concrete e infliggere danni concreti. La marcia del sale di Gandhi non fu solo un teatro politico: quando migliaia di indiani, con un semplice atto di sfida, marciarono fino al mare e si fecero il sale con le loro mani violarono la legge della tassa sul sale. Era un colpo ai puntelli economici dell'Impero britannico. Era concreto.

Anche se il nostro movimento ha ottenuto delle vittorie importanti non dobbiamo permettere che la resistenza non violenta perda senso e si riduca a un teatro politico, inefficace e buonista. è un'arma preziosa da affilare e reinventare in continuazione. Non può diventare uno spettacolo, un'opportunità fotografica per la stampa. Il 15 febbraio del 2003, con una spettacolare dimostrazione di responsabilità pubblica, dieci milioni di persone di cinque continenti hanno marciato contro la guerra in Iraq. è stato magnifico, ma non è stato abbastanza. Il 15 febbraio era un fine settimana. Non c'è stato neppure bisogno di perdere un giorno di lavoro. Le proteste festive non fermano le guerre. George W. Bush lo sa. La baldanza con cui ha ignorato l'opinione pubblica dovrebbe essere una lezione per tutti noi. Bush crede che l'Iraq possa essere occupato e colonizzato - come l'Afghanistan, il Tibet, la Cece-nia, come lo era una volta Timer Est e come lo è ancora la Palestina. Pensa che l'unica cosa da fare sia accucciarsi e aspettare che la stampa affamata di crisi, dopo aver spolpato anche questa fino all'osso, la lasci perdere e pai»si ad altro. Ben presto la carcassa uscirà dalla classifica dei best seller e tutti noi cittadini indignati perderemo interesse. O almeno lo spera.

Dobbiamo considerarci in guerra

II movimento ha bisogno di una vittoria importante, globale. Non basta avere ragione. A volte, se non altro per mettere alla prova la nostra determinazione, è importante vincere qualcosa. Per vincere qualcosa, dobbiamo metterci d'accordo su qualcosa, che non deve essere un'ideologia preconfezionata e totalizzante a cui adattare con la forza le nostre personalità deliziosamente faziose e polemiche. Non deve essere una cieca fedeltà all'una o all'altra forma di resistenza che escluda tutto il resto. Potrebbe essere un programma minimo.

Se siamo davvero contro l'Imperialismo e contro il progetto del neoliberismo, allora volgiamo il nostro sguardo al-l'Iraq. L'Iraq è il culmine inevitabile di entrambi gli aspetti. Molti attivisti con-trari alla guerra, dopo la cattura di Sad-dam Hussein hanno fatto marcia indietro e si sentono confusi. Timidamente chiedono se il mondo non sia migliore senza Saddam Hussein.

Guardiamo come stanno le cose una volta per tutte. Applaudire l'esercito americano per la cattura di Saddam Hussein e quindi, retrospettivamente, giustificare l'invasione e l'occupazione dell'Iraq, è come lodare Jack lo squartatore per aver sbudellato lo strangolatore di Boston. E questo avviene dopo venticinque anni di collaborazione durante i quali Squartare e Strangolare è stata un'impresa comune. è una lite di famiglia. Sono soci in affari che hanno rotto i rapporti per una faccenda sporca. Jack è il direttore generale. Perciò, se siamo contro l'Imperialismo, mettiamoci d'accordo sul fatto che siamo contro l'occupazione statunitense e crediamo che gli Stati Uniti debbano ritirarsi dall'Iraq e pagare al popolo iracheno i danni inflitti dalla guerra.

Da che partiamo per lanciare la nostra resistenza? Cominciamo da qualcosa di veramente piccolo. La questione non è sostenere la resistenza all'occupazione in Iraq o discutere chi esattamente costituisca la resistenza. Sono vecchi killer ba'athisti? Fondamentalisti islamici?

Dobbiamo diventare la resistenza globale all'occupazione.

La nostra resistenza deve cominciare rifiutando di accettare la legittimità dell'occupazione americana dell'Iraq. Significa agire per rendere materialmente impossibile all'Impero raggiungere i suoi obiettivi. Significa che i soldati dovrebbero rifiutare di combattere, che i riservisti dovrebbero rifiutare di prestare servizio, che i lavoratori dovrebbero rifiutare di caricare di armi le navi egli aerei. Sicuramente significa che in paesi come l'India e il Pakistan dobbiamo bloccare i piani del governo americano che vorrebbe che in Iraq fossero inviati soldati indiani e pachistani a fare polizia.

Scegliamo, in qualche modo, due delle più grandi multinazionali che stanno facendo profitti sulla distruzione dell'Iraq. Poi potremmo elencare tutti i progetti in cui sono coinvolte. Potremmo individuare i loro uffici in ogni città e in ogni paese del mondo. Potremmo dar loro la caccia. Potremmo costringerle a chiudere. è questione di concentrare il nostro buon senso collettivo e l'esperienza delle lotte passate su un unico obiettivo. E questione di voler vincere.

Il Progetto per il nuovo secolo americano cerca di perpetuare l'ingiustizia e di instaurare l'egemonia americana a ogni costo, anche se il costo è l'apocalisse. Il Forum sociale mondiale chiede giustizia e sopravvivenza.

Per queste ragioni, dobbiamo considerarci in guerra.







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