Questo è il primo di una serie di articoli ispirati alla visita di George W. Bush in Italia, 4 giugno 2004. All'articolo successivo 4 giugno, 2004. Il nostro attuale imperatore, George W. Bush, ci ha onorati con una visita personale. Nella nostra immaginazione, gli interessi sordidi hanno almeno una cosa buona: non si ammantano di ipocrisie simboliche. Pensiamo che il deputato che si incontra con il killer mafioso latitante, dopo i primi convenevoli, passi a parlare di cose concrete - voti, appalti e simili. Purtroppo la realtà è un po' peggiore. I traffici, i flussi di potere e di denaro, si intrecciano sempre, ineluttabilmente, con l'immaginario. Bush viene in Italia per incontrare Giovanni Paolo II e Silvio Berlusconi. Come sappiamo, Karol Wojtyla ha recitato molti ruoli nello spettacolo globale. Chi lo accusa di essere un reazionario dimentica che costui ha accettato in pieno il gioco rivoluzionario del capitale, come papa-attore, che si sposta con i papaboys nella sua papamobile. Non ho citato a caso i "papaboys": il loro sito è una tappa obbligata per chiunque apprezzi il genere del trash modaiolo-religioso. Essi fanno "kristianamente musika". Stavo per kiedermi xké, poi o kapito: è il nome di Karol, a quanto pare, a istigarli all'uso adolescenziale della kappa. Un Papaboy spagnolo Questa affermazione probabilmente non piacerà a molti cattolici, ma la cosa non mi turba. Il cattolicesimo è un racconto che parla del sacrificio di Cristo, di pane e vino che diventano carne e sangue e di altre cose che sono vere, oppure false, completamente a prescindere dall'opinione che abbiamo di chi attualmente risiede al Vaticano. Il culto personale di Karol Wojtyla, assai diffuso di questi tempi, non è spiritualmente diverso dal culto personale di Fabrizio De Andrè. Attualmente, Giovanni Paolo II recita il ruolo dell'Anziano sofferente ma coraggioso. Siccome ci arriveremo tutti alla vecchiaia, se non verremo stroncati prima, mi sembra poco accorto scherzare su queste cose; ma è interessante notare come i media possono rielaborare gli stessi elementi secondo i loro interessi. Basterebbe infatti una piccola modifica nella maniera in cui i media lo trattano, per trasformare Wojtyla nel Vecchio potente rimbambito. Lo stesso nonnulla che basterebbe per trasformare Osama bin Laden dal miliardario del terrore nella più francescana figura dell'uomo che rinunciò a enormi ricchezze, andando a vivere in una grotta per pregare e combattere contro l'ingiustizia. Comunque sia, nessun cattolico si offenderà se diciamo che nelle sue attuali condizioni, il Papa, non è particolarmente sveglio. Mentre anche i suoi ammiratori ammettono che Bush junior, a differenza del padre, se è un genio nel manipolare le simpatie dell'americano medio e nel moltiplicare le sue ricchezze con dubbi affari, è quasi dislessico. Quindi, possiamo dedurre che nel loro incontro, durato appena quindici minuti, non si siano detti assolutamente nulla di utile. Insomma, Bush è andato in Vaticano per poter dire che è andato in Vaticano. E per portare a Karol Wojtyla la "Medaglia della Libertà": "Le porto, Sua Santità, i saluti del nostro Paese, dove ella è rispettata, ammirata e molto amata". La "Presidential Freedom Medal" è la massima onorificenza civile degli Stati Uniti, concessa per servizi alla "sicurezza e agli interessi nazionali degli Stati Uniti o alla pace mondiale". Wojtyla condivde questa rara onorificenza con alcuni individui come
Ad esempio, in un mutato atteggiamento del Vaticano verso la Guerra infinita, che lo stesso Wojtyla aveva condannato in maniera inequivocabile appena un anno fa. Già lo scorso novembre, il cardinale Camillo Ruini aveva preso una posizione diametralmente opposta durante i funerali dei militari italiani morti a Nassiriya. Adesso è Karol Wojtyla, oppure qualcuno che scrive i suoi discorsi, ad augurarsi, nel suo colloquio con il miliardario americano, che "la situazione [irachena] sia normalizzata al più presto possibile, con la partecipazione della comunità internazionale e in particolare delle Nazioni unite, per assicurare un rapido ritorno alla sovranità irachena".A parte l'eufemismo della "sovranità irachena", l'augurio coincide con quello di un fronte trasversale che va dallo stesso Bush a Fassino. Nel caso fosse rimasto qualche dubbio, il portavoce vaticano, Joaquín Navarro Valls, dell'Opus Dei, ha sottolineato che tra il detentore delle chiavi di San Pietro e il detentore delle chiavi della distruzione nucleare del pianeta (custodite in una valigetta che accompagna sempre l'Imperatore), c'è "convergenza di vedute sul coinvolgimento Onu per la normalizzazione in Iraq, sugli sforzi delle agenzie anche statunitensi per i diversi Paesi del mondo e soprattutto in Africa e per quello che fa il presidente con la sua amministrazione a favore della difesa della famiglia e per la promozione della vita".Un altro esito utile della riconciliazione tra Bush e il capo ufficiale dei cattolici nel mondo è la bella figura che il metodista fa di fronte agli elettori di discendenza italiana e irlandese, alla vigilia di uno scontro per la presidenza con un candidato almeno etnicamente cattolico, come Kerry. Il giorno dopo il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti, Giovanni Paolo II è andato a Berna in Svizzera, a esibirsi di fronte a una platea di giovani saltellanti, che indossavano allegre camicie gialle. Il viaggio svizzero ha i suoi costi: si stimano circa 2,5 milioni di franchi svizzeri, senza contare le spese per la sicurezza. A pagare, oltre ai fedeli, ci sono gli sponsor. Il sito dell'evento "ringrazia di cuore" per il suo impegno lo "sponsor d'oro", che è la notoria Nestlé SA, nel mirino delle persone perbene da molti anni per la maniera sistematica in cui cerca di convincere le madri del Terzo Mondo a comperare il latte artificiale e quindi a non allattare i propri bambini. La Switcher fornisce le T-shirt con lo slogan "Alzati!". Spicca però il nome del principale "sponsor di progetto": Coca Cola Svizzera. Ecco, senza voler fare il complottista. Dubito che questa sponsorizzazione sarebbe arrivata tanto facilmente se Giovanni Paolo II fosse rimasto intransigente sull'Iraq. Già cinque secoli fa, un predecessore di Karol Wojtyla compì lo storico errore di non concedere a un focoso despota anglosassone l'oggetto del suo desiderio, perdendo così l'Inghilterra. Un errore che non si intende, evidentemente, ripetere. Ma chiaramente si sta preparando qualcosa di ancora più importante. I tecnici del dominio dell'Impero, che controllano persino le nostre e-mail tramite il progetto Echelon, che hanno creato scenari per l'invasione di ogni paese del mondo, e che hanno fatto numerosi studi su come "sistemare l'Islam" (Fix Islam - un argomento cui spero di poter dedicare presto un articolo) sono interessatissimi al futuro del Vaticano, non appena morirà Karol Wojtyla. La fontana sotto l'obelisco a piazza San Pietro non fornirà forse petrolio, ma è decisamente ciò che gli Stati Uniti chiamano una "risorsa strategica".
[1] Sul creativo Teller, tanto amato da Ronald Reagan, si veda Robert Park, Voodoo Science. The Road from Foolishness to Fraud, Oxford University Press, 2000. Oltre allo scudo stellare di Teller, incontriamo nel libro le pretese scientifiche di Meditazione Trascendentale, la magica "Vitamina O" e varie macchine del moto perpetuo.
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