Il Vaticano benedice l'Impero
quarta parte
 

di Miguel Martinez




Questo è il quarto di una serie di articoli sulla svolta filoamericana del Vaticano. In cui si sondano le basi sociali e teologiche, la manovre dietro le quinte, i precedenti… se il discorso si fa complesso e lungo, portate pazienza.

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Perché l'Aspen Institute, come l'Acton Institute, si trovano impegnati entrambi nella politica ecclesiastica?

I laboratori del dominio si occupano di tutto lo scibile umano, dalla distruzione dello stato sociale all'invenzione di nuove armi. Non può sfuggire loro quindi anche il campo della religione.

Se siete vissuti in Medio Oriente, coglierete immediatamente la differenza tra quei paesi, dove il senso della presenza di Dio è diffuso - tra musulmani, cristiani ed ebrei - e un paese come l'Italia. Dove Croce ha potuto scrivere Perché non possiamo non dirci cristiani, senza pensare minimamente alla vita eterna, al figlio di Dio fatto uomo o cose simili.

In Italia, già quarant'anni fa, Arturo Carlo Jemolo scriveva che la religione

"è il cemento tra le generazioni, il denominatore comune, con quei riti, che non imposti, sono desiderati, appaiono propiziatori, ma non destano alcun fervore, non sono chiamati a suggellare la vittoria su crisi angosciose." (Chiesa e Stato in Italia, Torino, Einaudi 1965, p. 331).



croce cardinale angelo sodano

Primo piano del crocifisso del Cardinale Angelo Sodano

Il Concilio Vaticano II può essere visto come un tentativo di uscire da questa forma despiritualizzata di religiosità. Ma il risultato del Concilio è stato in larga misura il contrario. Togliamo di mezzo i migliori, i combattivi preti che cercavano davvero di tornare al Vangelo, come l'amico Cleto Zaniboni di Imola: il vescovo dovette mandare la celere per cacciarlo dalla sua parrocchia. Ma la maggioranza non erano loro. Come non lo erano gli sponsor della quotidianità ecclesiastica.

Alla fine, dalla grande crisi della Chiesa cattolica degli anni Sessanta e Settanta, sono emerse tante cose. Ma il nucleo resta uno strano animale. La vecchia struttura di uomini almeno ufficialmente celibi, timorosi e cauti, astuti tessitori di alleanza con i potenti, ha trovato un nuovo linguaggio. Un modo di parlare che ricorda vagamente il sindacalese, ma forse significa ancora di meno. Quando l'oblatività sposa i valori della vita, ne viene fuori quello che l'Ecclesiaste chiamò "vapore di un vapore".

Il Dio della vita di Sereni, Fiore, Donati e Staglianò è un libro di testo, ma si presenta come "itinerario modulare per l'IRC nel biennio della Scuola Superiore": l'IRC è quella cosa curiosa che si chiama "insegnamento della religione cattolica". Fa una gran paura ai laicisti, ma in sostanza semplicemente permette ad alcune migliaia di persone di prendere uno stipendio a cura del contribuente, mentre cercano per un'ora la settimana di trovare il modo di risultare simpatici agli alunni senza venire cacciati ad arbitrio del vescovo.

Il Dio della vita, è vero, ha qualche momento incisivo, ad esempio quando cita a lungo l'ennesima neo-ammiratrice di Karol Wojtyla, l'ex-femminista Maria Antonietta Macciocchi, la quale spiega che

"la storia del comunismo è di dominio solitario di maschioni viriloidi e pressoché bisessuali".

Ma per il resto, offre all'insegnante soprattutto comodi suggerimenti per salvarsi dalla tenaglia vescovo/alunni. Ad esempio, "a livello di criticità", l'insegnante può invitare gli alunni a completare questa frase:

"Il mio modello di vita per essere felice è questo personaggio…"

Ma a pagina 357, troviamo una formulina semplicissima:

"Non esiste felicità più grande di quella di far sbocciare un sorriso o una speranza nel cuore di chi ha meno di noi".


Il dolce sorriso di Copito de Nieve, compianto divo dello zoo di Barcellona

Nella rubrica di Donna Letizia si trova molta più saggezza.

I cattolici tradizionalisti si sono accorti da tempo di questa dissoluzione.

Ma compiono due errori. Primo, credono che la teologia vaticana stia andando da qualche parte, in una direzione opposta a quella tradizionale della Chiesa: ad esempio verso il "culto dell'uomo". Accusano il Vaticano di una sana e robusta eresia, mentre in realtà la teologia istituzionale si scioglie nell'ambiguità linguistica, che può significare qualunque cosa. Ma, grazie a un impasto tra l'incomprensibile e lo scontato, la Chiesa riesce a contenere i carismatici che hanno creato una pallida imitazione dell'evangelismo americano, come riesce a contenere i conservatori attaccati alle vecchie abitudini.

Secondo, i tradizionalisti credono che sia in corso un collasso della Chiesa. Non mi pronuncio sul piano metafisico, ma sul piano sociale, la dissoluzione permette al Vaticano di rafforzare il proprio dominio, come l'abolizione del comunismo ha permesso a Massimo D'Alema di arrivare al governo.

Se si dovessero battezzare i bambini per paura che finiscano al limbo, solo chi crede al limbo lo farebbe. Ma oggi i bambini si battezzano semplicemente perché si fa così.

Ora, se una cosa si fa solo perché così si fa, finisce che tutti fanno così.

Quando non esiste più l'obbligo di far parte della Chiesa, anche il comunista, il rabbino e il pastore protestante (o il post-comunista, il post-talmudista e il post-protestante) si inchinano davanti alla presunta saggezza del Papa: tanto qualunque cosa dirà sarà talmente banale da non offendere nessuno.

La Chiesa postconciliare è in massima parte una macchina che elargisce benedizioni, e tramite le benedizioni esercita un delicato controllo sui momenti di passaggio.

Il bambino battezzato, la coppia sposata, il defunto sepolto in terra consacrata… stanno bene così, e l'eccezione crea forme, non necessariamente molto acute, di nervosismo. Il vescovo di mare corre a inaugurare il nuovo cantiere navale, il vescovo di città la fabbrica di detersivi, il vescovo di montagna l'impianto sciistico.

La benedizione si estende sugli individui, sulle imprese, sugli uomini politici, che da destra come da sinistra fanno la fila per entrare in foto di gruppo con vescovi e cardinali.

A dispetto della laicizzazione della società, nessuno contesta questo ruolo, tranne Adel Smith, i Testimoni di Geova e gli innocui atei dell'UAAR.

Ma una forza così morbida, che però nessuno osa contrastare, diventa potentissima. E quindi è inevitabile che l'Impero cerchi di ottenerne la forza benedicente.




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