Petrolio per le ali di Dio
Sesta e ultima parte

 

di Flavia Busatta



Per agevolare la lettura, questo articolo di Flavia Busatta, tratto da Hako Magazine, è stato diviso in sei parti.

Alla prima parte



Lasciati i matses alle cure del SIL, l'esercito americano e la CIA, approfittarono dell'occasione per tentare di "strangolare il bambino nella culla", ovvero il MIR. L'azione faceva parte del cosiddetto Progetto Camelot, un piano ideato dal Pentagono attraverso il SORO nel 1964 che riguardava Perù, Paraguay, Colombia, Ecuador e Venezuela. Scopo del Progetto Camelot era "riuscire ad addestrare ed equipaggiare forze indigene per missioni di sicurezza interna, azioni civiche, guerra psicologica e altre operazioni di controguerriglia" (ibid. 1995: 479), per la qual cosa era necessario conoscere le strutture sociali indigene in modo da prevederne i cambiamenti violenti e gli effetti di varie politiche messe in opera dall'esercito o da altre agenzie governative. Allo scopo erano stati stanziati 1,5 milioni di dollari e scritturate le maggiori autorità accademiche. Uno dei centri nevralgici del progetto era la linguistica e il programma di educazione bilingue del SIL, che collaborò volonterosamente.



Indiano Matse


Convinti che il Perù fosse in stato di "latente insurrezione" i militari al potere rafforzarono le azioni civiche della destra e appoggiarono le operazioni della CIA e della Missione Militare USA nella selva. Mentre il "piccolo Fort Bragg" dei berretti verdi cresceva nei primi mesi del 1965, lo JAARS forniva attività di volo all'esercito peruviano e alla Guardia Civil con i suoi Helio Couriers, gli aerei preferiti dalla CIA.

Poiché i generali peruviani non erano troppo felici del poderoso abbraccio dell'esercito USA e temevano possibili rivolte da parte dei coscritti di etnia quechua, la CIA cominciò a creare delle proprie truppe arruolando gli sbandati.

Nello stesso periodo il MIR, desideroso di iniziare una guerra di guerriglia nell'oriente peruviano aveva cominciato a lavorare con gli indios campa attraverso il Fronte Tupac Amaru. Per ironia della sorte il nome del movimento si rifaceva a una figura mitica della resistenza india andina contro gli spagnoli, ma dimenticava che per gli secoli gli incas avevano cercato di espandersi nella giungla proprio a spese delle tribù della selva come i campa.

L'approccio ideologico e culturalmente sbagliato degli intellettuali del MIR fece pochi adepti, ma ciò non fece differenza per l'esercito peruviano né per la CIA.

Nell'agosto del 1965 i piloti militari peruviani, seguendo il corso del fiume Sonomoro, grazie alle mappe dei missionari volanti americani individuarono il villaggio campa di Bustamante.

Gli indiani non sapevano che alcuni di loro erano stati catturati e interrogati circa la presenza di guerriglieri nel loro villaggio sei mesi prima, perciò non si preoccuparono neppure quando, poco dopo, arrivarono alcune colonne di Rangers.

Improvvisamente cominciarono a esplodere le bombe, sbrindellando uomini, donne e bambini.

Case e persone presero fuoco grazie al napalm preparato per l'esercito peruviano dalla International Petroleum Company (sussidiaria Standard Oil) mentre la gelatina ardente scorreva verso il fiume. L'orrore e l'apocalisse erano giunti sulle ali degli angeli cristiani. Inseguendo le forze del MIR, unità fresche dei Rangers distrussero la città campa di Satipo, mentre i berretti verdi conquistavano il campo guerrigliero presso Mazanari e il villaggio indigeno di Kubanti. Un'altra colonna marciò verso nord per rinforzare l'assalto finale al villaggio di Bustamante.

In seguito alcuni campa sopravvissuti accusarono lo JAARS per le centinaia di massacrati affermando che i suoi piloti avevano volato sulla giungla invitando, tramite altoparlanti fissati sulle ali, i campa a cooperare con l'esercito. All'obiezione che era impossibile riconoscere gli Helios missionari da quelli governativi, fu risposto che gli aerei del SIL portavano ben visibili sulle ali gli stemmi dell'organizzazione e che Townsend aveva integrato lo JAARS peruviano nelle forze aeree dell'esercito. Il SIL proclamò di non avere aerei o missionari nella zona, ma un giornalista americano riferì che "missionari americani stanno lavorando nella zona dei bombardamenti dell'aviazione peruviana contro i campa" e l'esercito peruviano si vantò di "aver effettuato una massiccia campagna di informazione e avvertimento attraverso messaggi in lingua nativa letti con altoparlanti montati su aerei ed elicotteri" (ibid. 1995:493).

Il contributo del SIL alla distruzione degli indiani dell'Amazzonia brasiliana fu altrettanto incisivo, ma questa è un'altra storia. Il SIL e i Wycliffe Bible Traslators sono ancora operativi.




Bibliografia essenziale Colby G., Dennett C., Thy Will Be Done., New York, NY, 1995; http://gospelcom.net/; http://www.wycliffe.org/; http://www.sil.org/



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