Collezione di articoli apparsi in Italia sul periodico di informazione "ADISTA" - Fatti, notizie, avvenimenti sul mondo cattolico e realtà religiose. Numero 43, 6 Giugno 1998,
e N. 45, 11 Luglio 1998.
Lavaggio del cervello a scopo religioso? Litigano gli "esperti" cattolici 29283. BOLOGNA-ADISTA. Il dibattito, e talora anche la polemica, viaggiano ormai su Internet. E così sul sito web del "Grupo di Ricerca e Informazione sulle Sètte" (Gris), organismo approvato dalla CEI, si trova testimonianza di una polemica dai toni accesi in corso tra il Gris stesso e il Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni), diretto da Massimo Introvigne e presieduto dall’arcivescovo di Foggia mons. Casale [non più, 1998], nonché legato al movimento cattolico di destra "Alleanza Cattolica". Oggetto della disputa è una questione non irrilevante nell’ambito degli studi sui nuovi movimenti religiosi, ovverossia l’esistenza o meno, in alcuni di questi ultimi, di una strategia che possa essere definita scientificamente come "lavaggio del cervello" a danno degli adepti. Schierati su opposti versanti, il Gris è convinto che sia necessario proseguire le ricerche in questo campo, mentre per il Cesnur tale strategia è inesistente, cosa che sarebbe sostenuta anche da gran parte del mondo accademico. Secondo il Cesnur, la questione sarebbe stata chiusa nel 1987 dall’American Psychological Associacion (Apa), una delle Associazioni più prestigiose del mondo, la quale avrebbe "dichiarato ufficialmente che le teorie del "lavaggio del cervello" (…) applicate a movimenti religiosi non sono scientifiche" (cfr. "Avvenire" 2/1/97). Il Gris in un documento dell’8 aprile, firmato da Alberto Amitrani e Raffaella Di Marzio, afferma che Introvigne (che viene indicato come "l’esperto" tra virgolette), avrebbe sostenuto, in una trasmissione televisiva di Telenova e Telesubalpina, ripresa da Sat2000 (la TV del card. Ruini), che l’uso della parola "setta" e dell’espressione "lavaggio del cervello" o "manipolazione mentale" sarebbe "tipico dei movimenti antisetta", che le utilizzerebbero come "randelli" contro movimenti religiosi minoritari. Ma il Gris non si è fidato della citazione indiretta del documento dell’Apa ed è voluto andare alla fonte. Solo dopo lunga ricerca è riuscito a trovarlo ed ha scoperto che in esso l’Apa "non ha preso nessuna posizione chiara e ufficiale" al riguardo, ma si trova in una "situazione di attesa che rifiuta di assumere le posizioni di una parte o dell’altra", stante la mancanza di sufficienti informazioni e ricerche. Il Gris, in ogni caso, non fa mistero di come la pensa: "Abbiamo il massimo rispetto per la libertà religiosa, proprio perché siamo credenti", si legge nel documento dell’8 aprile. "Ciò non toglie che all’interno di certe organizzazioni che si definiscono "religiose" vengano violati i diritti umani". Perciò non concorda con l’affermazione secondo cui "le nozioni di "manipolazione mentale" o "riforma del pensiero" sarebbero da relegare nel mondo dei miti". Risentita la reazione del Cesnur in un
comunicato stampa, presumibillmente dello stesso Introvigne, del 22 aprile
intitolato "Carta canta e villan dorme", che in certi punti assume toni
da bassa polemica, il Centro parla di "villanie scritte" derivanti da "problemi
psicologici personali" degli autori del documento Gris e si difende facendo
ricorso a battute sarcastiche, tendenti a screditare la credibilità
dei due studiosi del Gris. I quali, a loro volta, replicano alle accuse
del Cesnur in un ulteriore comunicato intitolato "Tutto fumo e niente arrosto".
Di fronte al fatto che alcune organizzazioni sedicenti "religiose" violano
i diritti umani, affermano Amitrani e Di Marzio, "non possiamo ignorare
questa realtà, non possiamo non "denunciarla". Se non lo facessimo
in qualche modo ci sembrerebbe di avallarla, e ci renderemmo colpevoli
di una grave omissione. Le accuse di essere scivolati su "posizioni anti-sètte",
peraltro assolutamente gratuite, nascondono forse l’affanno di chi non
è in grado di replicare a contestazioni documentate e precise?".
Introvigne Massimo, di tutto di più: l’uomo delle sette, l’orgoglio della destra, l’amico dei massoni, il "chi è" dei cattolici 29284. TORINO-ADISTA. Appare sempre più spesso sui giornali, interpellato quando si parla di sètte e nuovi movimenti religiosi. Ha scritto innumerevoli volumi su questo tema, organizza dappertutto convegni e il suo nome è conosciuto anche all’estero. Difende la legittimità delle sètte (anche di quelle "discusse" come Scientology) in nome della libertà religiosa. È Massimo Introvigne, direttore del Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni, v. notizia precedente), personaggio controverso perché, pur sospettato di appartenenze massoniche, gode della fiducia del vescovo di Foggia, del direttore di "Avvenire" che lo ospita nelle pagine del giornale e di numerose diocesi e associazioni cattoliche che lo invitano ai loro convegni. Dirigente dell’associazione cattolica di estrema destra "Alleanza Cattolica" (ideologicamente affine a quella brasiliana "Terra Famiglia e Proprietà"), Introvinge è infatti membro del comitato scientifico della rivista massone "Ars Regia". Ma, cosa ancora più inquietante, stando alle rivelazioni fatte nel novembre 1993 dal settimanale francese "L’Evenement du jeudi" (nell’articolo di Serge Faubert, "Le vrai visage des societés secretes"), Introvigne sarebbe tra i fondatori del "Gruppo di Tebe", un’associazione segreta che si riuniva presso il Grande Oriente di Francia e della cui esistenza il settimanale è venuto a conoscenza a causa di un dissidio interno che ha portato un fuoriuscito a diffondere l’informazione. Fondato il 3 giugno 1990 a Parigi, il Gruppo di Tebe aveva lo scopo di "mettersi al servizio della Tradizione più pura" con "la massima discrezione sull’esistenza del gruppo e dei suoi lavori", perché "è dalla capacità di lavorare in segreto che il Gruppo otterrà l’efficacia che desidera", come recita un documento interno. Secondo Faubert, scopo reale del gruppo, che riuniva "solo i responsabili di gruppi occultistici o di persone riconosciute nel piccolo mondo degli iniziati, una sorta di collegio dei capi", sarebbe stato quello di "federare il piccolo mondo dell’esoterismo". Diversi aderenti del gruppo, del resto, sono stati invitati ai convegni del Cesnur (California 1991 e Francia 1992). Il gruppo sarebbe poi stato sciolto per motivi di opportunità (era divenuto troppo noto) per ricostruirsi sotto altro nome. Introvigne non ha mai negato la circostanza, ma ha solo giustificato la sua appartenenza per motivi di studio. Lo studioso si è anche schierato a favore di Scientology e contro i governi francese e tedesco, accusati di perseguitare la setta, sulla quale peraltro pendono forti sospetti di "lavaggio del cervello" esercitato sui propri adepti. D’altronde non è un mistero che l’attività del Cesnur ha come obiettivo l’ottenimento di una legislazione favorevole alle sètte, tanto sul piano giuridico quanto su quello economico., tanto che tende a non parlare mai di "sètte", quanto di "movimenti religiosi". Per quanto riguarda poi il legame tra Cesnur e Alleanza Cattolica, questo è dimostrato anche dal numero di persone che operano in entrambi gli organismi: tra gli altri, Pierluigi Zoccatelli di Verona, Alberto Maira, responsabile di Alleanza Cattolica di Caltanissetta e dirigente del Cesnur, Jean François Mayer, che, tra l’altro, è anche responsabile di "Horizon 2000", associazione che federa le principali organizzazioni neonaziste europee, e di cui si presume una passata appartenenza a Scientology. Tra le prossime iniziative del Cesnur in programma, spicca il XII convegno internazionale, che segna il decimo anniversario della nascita dell’organismo, che si svolgerà a Torino presso l’Unione Industriali, dal 10 al 12 settembre prossimo. Tema: "Le minoranze religiose e spirituali alle soglie del 2000".
Rapporto di polizia: le sètte sono un pericolo. Introvigne: la libertà è in pericolo 29285. ROMA-ADISTA. Molto rumore per nulla: questo, in sintesi, il commento del direttore del Cesnur Massimo Introvigne (v. notizie precedenti) al rapporto della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione su "Sètte religiose e nuovi movimenti magici in Italia", inviato dal Ministero dell’Interno alla Commissione Affari Costituzionali della camera e diffuso pubblicamente alla fine dello scorso aprile. Il rapporto, che contiene la descrizione sintetica di 34 nuovi movimenti religiosi e di 36 nuovi movimenti magici, è preceduto da un’introduzione che illustra i criteri di analisi adottati dagli autori. A partire dall’esistenza di un "crescente allarme sociale" verso forme di religiosità nuove, esotiche o alternative, il rapporto intende sondare questo mondo per capire "se nel messaggio trasmesso, nei fini perseguiti e nei metodi adoperati si ravvisino aspetti antigiuridici o antisociali". In particolare, nel terzo capitolo dell’introduzione si esaminano le possibili implicazioni penali nell’attività di taluni movimenti: in primo luogo, il cosiddetto "lavaggio del cervello": "è un dato ormai acquisito, si legge, che taluni movimenti (specialmente le "psicosette" [Scientology in testa]), sia nella fase di proselitismo che in quella di indottrinamento degli adepti, ricorrono a sistemi scientificamente studiati per aggirare le difese psichiche delle persone irretite, inducendole ad un atteggiamento acritico e all’obbedienza cieca". Si parla poi di truffa, di condotte illecite, di propugnazione di dottrine "connotate da elementi fortemente irrazionali" che potrebbero spingere gli adepti a comportamenti devianti, come è il caso dei movimenti millenaristi. Ultimo pericolo temuto, il perseguimento di piani propriamente eversivi o destabilizzanti. La Chiesa di Scientology, in Germania, è ad esempio considerata "una seria minaccia per le istituzioni democratiche". Per quanto riguarda la rilevanza numerica, grazie a rilevamenti compiuti dalle Questure negli ultimi due anni, vengono censiti 76 nuovi movimenti religiosi con 78.500 adepti e 61 nuovi movimenti magici con 4.600 aderenti. È quasi superfluo dire che riguardo al "lavaggio del cervello" "il rapporto prende certamente una posizione contraria a quella più volte esposta in pubblicazioni del Cesnur e dal sottoscritto", afferma Introvigne nel suo commento, pubblicato sul sito Internet del Centro, puntualizzando che si tratta di teorie "ampiamente screditate tra gli specialisti". In ogni caso, nonostante quello che si potrebbe ricavare da quanto ne hanno riferito i quotidiani il 30 aprile, il rapporto "non è un documento anti-sètte". Molte delle schede dedicate ai singoli movimenti, prosegue Introvigne, sono "sostanzialmente accurate", anche se in alcuni casi i dati non risultano aggiornati; "Per alcuni movimenti – per esempio Nuova Acropoli, il Lectorium Rosacrucianum, l’AMORC (Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis) (…) emerge con chiarezza che il gruppo non è oggetto di alcuna censura in ordine a presunte, o anche soltanto potenziali, attività pericolose o criminali". In una valutazione globale, quindi, per il direttore del Cesnur l’importanza del rapporto va ridimensionata: occorre distinguere tra il documento e l’evento mediatico. "Se sotto il coperchio costituito dalla campagna mediatica del 30 aprile 1998 chi ha interesse a farlo non riuscirà a costruire la pentola di un credibile movimento anti-sètte italiano", conclude Introvigne, "l’evento che non c’era del 29 aprile rimarrà un isolato grido nella notte, come di cani che abbaiano alla luna. Si potrà allora rileggere il rapporto con il necessario distacco e – senza mancare di segnalarne i punti deboli – mettere anche in rilievo quanto di positivo contiene".
Massimo Introvigne: non sono massone, sono uno studioso 29351. ROMA-ADISTA. In riferimento agli
articoli pubblicati da Adista sul n. 43/98 intitolati "Lavaggio del cervello
a scopo religioso? Litigano gli "esperti" cattolici"; "Introvigne Massimo
di tutto di più: l’uomo delle sètte, l’orgoglio della destra,
l’amico dei massoni, il "chi è?" dei cattolici" e "Rapporto di polizia:
le sètte sono in pericolo, Introvigne: la libertà è
in pericolo", abbiamo ricevuto dal dott. Massimo Introvigne una
richiesta di "smentita" che volentieri pubblichiamo.
Frequentazioni "scientifiche" di Massimo Introvigne secondo "Sodalitium" 29352. ROMA – ADISTA. Alcune delle notizie che Massimo Introvigne intende smentire (v. notizia precedente) erano contenute già nel 1993 in alcuni servizi pubblicati nel trimestrale "Sodalitium" (rivista dell’Istituto Mater Boni Consilii, fondato da quattro sacerdoti già appartenenti alla Fraternità Pio X) che a sua volta aveva attinto da un lungo articolo di Serge Faubert del 1993, ne "L’Evènement du jeudi", che illustrava le attività di Massimo Introvigne. Adista non ha fatto altro che riportare quelle informazioni così come erano apparse su "Sodalitium". La direzione di "Sodalitium" da noi interpellata assicura che Massimo Introvigne non inviò alla rivista alcuna smentita delle informazioni che lo riguardavano: appartenenza alla massoneria, al comitato scientifico della rivista "Ars Regia", natura del "Gruppo di Tebe". Soltanto nel bollettino interno di Alleanza Cattolica ("Domus Aurea Informazioni"), Introvigne più tardi contestò alcune delle informazioni di "Sodalitium". Venutone a conoscenza, "Sodalitium" sul n. 38 del 1994 della rivista confutò le contestazioni di Introvigne. Anche questa volta Adista si limita a riportare le risposte di "Sodalitium" alle smentite di Massimo Introvigne. Per quanto riguarda "Ars Regia" (nel cui comitato scientifico il nome di Introvigne compare fino all’aprile 1994), "Sodalitium" sottolineava che, pur non trattandosi di una rivista ufficiale massone, era edita e diretta in ambiente massone, per cui la controversia assumeva un carattere puramente formale. Quanto all’appartenenza di Introvigne ad ambienti massonici, "Sodalitium" osservava che "se uno appartiene al comitato scientifico di una rivista controllata da massoni e fa parte di un gruppo (il gruppo di Tebe, ndr) che si riunisce nella Gran Loggia di Francia di Rue Cadet, è inevitabile che il sospetto cada su di lui". Inoltre, l’"inconciliabilità tra
fede cattolica e appartenenza massonica" sostenuta a spada tratta da Introvigne
non ha chiuso a quest’ultimo, che si dichiara cattolico, le porte della
Loggia del Grande Oriente di Francia, presso cui si svolgevano le riunioni
del "Gruppo di Tebe". La cui natura non era peraltro chiara, e il fatto
che esso fosse stato oggetto di una sessione pubblica ad un convegno non
confrta più di tanto: "Anche la massoneria regolare, non "di frangia"-
scriveva "Sodalitium" - è una società segreta, poiché
non si conoscono le sue vere finalità né i nomi di tutti
i suoi affiliati; eppure tutti sanno che esiste la Massoneria, dove ha
sede il Grande Oriente, chi ne è il Grande Maestro, ecc.". Oltretutto,
ci chiediamo noi, se "i responsabili di movimenti magico esoterici" non
volevano la presenza di un "pubblico esterno", perché mai invitare
"a porte chiuse" degli studiosi accademici, la cui professione consiste
precisamente nello studio e nella divulgazione?
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