Ho inserito questa meticolosa e spesso divertente demolizione di un libro del "cristianista" Rino Cammilleri perché mostra in maniera perfetta il modo in cui certi ambienti inventano la storia a proprio piacimento.
L'autore di questa analisi critica ha una sensibilità, in materia religiosa, piuttosto diversa dalla mia. Non vuol dire che un tipo di sensibilità sia meglio dell'altra, lo dico solo perché mi è capitato più volte di leggere critiche a tutto questo sito che partivano da un unico articolo le cui idee non sono necessariamente quelle di chi gestisce il sito.
Miguel Martinez
I
Mistificatori, Volume I.
"È
più facile che un Cammilleri passi per la cruna di un ago..."
Premessa
di Biagio M. Catalano.
Rino Cammilleri
I
brani in corsivo sono tratti da Rino Cammilleri, Fregati dalla
scuola - Breve guida di liberazione ad uso degli studenti (da affiancare
al normale manuale scolastico di storia), il cui testo integrale
è disponibile online
Premessa
Non sono riuscito a sottrarmi all'impulso d'effettuare una contro-esegesi
- poca cosa: ma in fondo, adeguata all'oggetto - di certa propaganda che,
sembra sistematicamente oramai, pare volersi adattare a tutti i costi
ad un programma direi assuefattivo ed impenitente. Potremmo capire che
esistono tanti modi di criticare qualcosa d'insulso (che se non fosse
pretenziosamente pernicioso, sicuramente riceverebbe soltanto giusta derisione),
e che sta al livello del critico prendere in considerazione argomenti
nella loro vera natura senza però rinunziare a mantenersi inattaccabile
dal clima che profluvia da ciò che viene decostruito; ma del resto, parlarne
in termini seri significherebbe prendersi gioco dei suoi effetti potenziali,
e soprattutto degli ignari a cui indirizzo, elettivamente, vengono escogitati
certi feuilletons.
Si può scegliere di canzonarli, facendoli passare per vittime e correndo
il rischio di passare per infantili, o di ribattere con serietà e dati,
facendoli in tal modo rifulgere di luce riflessa e passando per individui
meno eruditi di loro: oppure, in alternativa, li si potrebbe ignorare,
e far sì che continuino la loro opera, scegliendo infine di scrivere qualcosa
di parallelo che, senza riferimenti ad opere e persone esistenti, tenti
di confutare serenamente certi luoghi comuni. In fondo, possiamo forse
permettere che la disinformazione sia lasciata libera di diffondere quel
che le pare, confidando per l'appunto sulla sua generale pochezza? Possiamo
forse permettere che vengano diffusi diffamazione e mendacio gratuiti
al fine di difendere l'istituzione responsabile del malessere esistenziale
e concreto sia in Italia che nel mondo? Vero è che, per dirla con Rollenhagen,
che si vinca o si perda, a combattere con il fango si rimane comunque
imbrattati, e forse questo è il motivo per cui occorrerebbe prendere la
cosa con più distacco, ma del resto "desideravo ardentemente una missione,
e per i miei molti peccati ne ho avuta una": peccati di superbia, come
la "pretesa" di voler conoscere la realtà dei fatti. La verità vi farà
liberi, risponde una voce ipocrita e beffarda: però, prima vi farà del
male. In questo senso, non si tratta di certo della "verità" religiosa,
oppiacea e placebica; è una verità più concreta, schietta, scevra da giri
di parole e rocambolismi. è quella stessa verità per cui molti hanno pagato
a caro prezzo: molti, ognora diffamati da pochi interpreti del "buonsenso",
che contano sull'acquiescenza del "volgo profano", sulla generale disinformazione
promossa da certe classi dirigenziali, onde credere di ritenersi autorizzati
a farlo. E soprattutto, onde ritenersi portavoce dei "più". Esistono religiosi
e pure credenti laici che, sicuramente sia per un bagaglio cognitivo più
profondo che per un'innata aderenza alla deontologia, non esitano ad accettare
la cruda realtà di certe "evidenze" probabilmente per il fatto che riescono
a scindere fede da apologetica; questo, evidentemente, per certi altri
non vale, sicuramente per una sorta di paura che attanaglia costoro, nel
veder inficiate le loro ancore di appiglio.
è affatto vero che la religione sia una scelta, specialmente quando constatiamo
che esistono individui capaci di fare del loro egotismo la mozione fondamentale
per difendere, unitamente all'istituzione chiamata chiesa - da cui costoro
traggono la "morale" di vita -, anche sé stessi, la loro società imbevuta
di cristianità, dietro il pretesto (che magari per costoro, se sono in
buona fede, tale non è) della preoccupazione per le "anime traviate" dalla
"diabolica" propaganda giacobina mirata alla distruzione del bene, del
benessere e dello "status quo"?
Rino Cammilleri, "scrittore e apologeta di prim'ordine" (dice la "rivista"
cattolica Il Timone, su cui collabora) è un personaggio curioso, direi:
curioso, ma in fondo non certo trascendentale. Vero è che ciascuno di
noi ha il suo stile, ma non possiamo di certo paragonare l'apologeta siculo
ai vari Messori, Franco Cardini, e compagnia varia, né assecondare chi, per raddensare
la brodaglia, fa di tutta l'erba - maligna - un fascio; nondimeno, sono
proprio personaggi come questi, a risultare più incisivi a livello mnemonico
nei confronti della grande massa (che spesso si contenta di verità poco
foriere di cruccio...), a motivo della superficialità con cui si propongono.
Ad onor del vero, non si può certo dire che, a costo quasi di sopravvalutarli,
questo tipo di difensores fidei non possano addirittura studiare premeditatamente
lo stile da assumere (voglio dire, passare per cretini); prova ne sia
il fatto che, in certe altre circostanze, Cammilleri si è prodotto in
disamine molto più ben articolate e meno puerili, fermo restando immutata
la sfacciata partigianeria, la disonestà intellettuale e la costantemente
pedestre sintattica dialogica (capiremmo che l'importante sia il "succo").
In questo primo numero, ci occuperemo di Fregati dalla scuola - Breve
guida di liberazione ad uso degli studenti (da affiancare al normale manuale
scolastico di storia), il titolo di un feuilleton di pretese oltremisura
fuori portata, edito nel 1999 dalla milanese Effedieffe per l'autore qui
considerato. Libretti come questo hanno comunque un loro innegabile pregio:
ossia, quello di presentarci la storia in chiave - diciamo così - semplificata,
piuttosto che riveduta ad uso e consumo di chi di storia e discipline
attinenti è pressoché digiuno. Difatti, l'autore, cui si riconosce senza
dubbio alcuno una certa qual carica di simpatia a differenza di certi
altri suoi colleghi che corrono il rischio di prendersi e d'essere presi
più sul serio, con questo feuilleton tenta un abbozzo semplicistico, rimaneggiato
- si spera, non premeditatamente - e talora pacchiano di una storia rivisitata
in chiave apologetica, il cui ingrato contenuto, purtroppo, già a partire
dal titolo stesso non controbilancia la verve dello scrittore siciliano;
se non altro, tramite un "ragionato" mix di candore e fermezza si può
convincere quasi chiunque che il bianco sia nero e viceversa.
Ne trattiamo qui non tanto perché simili sciocchezze potrebbero essere
prese in minima nota da qualsiasi vero storico, cui Cammilleri ben si
guarda di indirizzarsi, bensì per l'appunto poiché il nostro scrive all'attenzione
di chi, quanto a storia, è assolutamente digiuno, ossia le "nuove leve",
i giovanissimi. Per questo motivo non ci esimiamo dall'ingrato compito
di occuparci di eresie del genere.
Ma entriamo più a fondo al contenuto, tentando di non adeguarci allo stile
ed allo spessore deontologico con cui Cammilleri tratta l'ardua materia,
decostruendo pezzo a pezzo ogni paragrafo sensibile, di modo che risalti
tutto lo stile dell'inganno e dell'ingannatore viceversa difficile da
cogliere; avvertiamo che molto spesso non avremo altro di che produrci
se non in esclamazioni o interrogativi sconcertati, ma in quel caso capirete
che sarà stato impossibile evitare d'adeguarci allo spessore del trattato.
Prendiamo quindi spunto da una scorciatura verbatim di questo spreco di
cellulosa, qui ripreso fedelmente dall'originale - strafalcioni inclusi
- e liberamente diffuso anche su internet (questo è il grave), per far
comprendere al lettore cosa intendiamo per pericolosità di tutto quanto
non viene mai considerato nel suo intero, complice una "informazione"
abbastanza di parte. Ci ho messo un bel po' di tempo (seppur lavorandoci
nei ritagli), a completare questa decostruzione, ma credo ne valga la
pena: specialmente per rendersi conto del fatto che la religione, in fondo,
ha i suoi bei lati comici.
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